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Attualità | 12 novembre 2013, 15:35

Neive: presidio dei lavoratori Pi.esse.Gi, rimasti senza cassa integrazione straordinaria e senza anticipo del tfr

In attesa dell'ammissione al concordato i conti sono bloccati

Neive: presidio dei lavoratori Pi.esse.Gi, rimasti senza cassa integrazione straordinaria e senza anticipo del tfr

Erano 34 i lavoratori della Pi.esse.Gi che ieri mattina hanno partecipato al presidio davanti ai cancelli dell’azienda, attiva da metà degli anni ’70 nel settore dei pre-fabbricati industriali e civili. Un presidio che sta proseguendo anche in queste ore.

 

Messa in liquidazione I venti forti della crisi avevano spinto la proprietà ad annunciare  già quest’estate lo stato di crisi e la messa in liquidazione dell’azienda. A quel punto era iniziato subito il percorso per ottenere la cassa integrazione straordinaria. Considerati i tempi di erogazione, era già stato aperto il canale di confronto con l’Ente Provincia per ottenere l’anticipo di cassa. Nel frattempo, un accordo tra sindacati ed azienda prevedeva che la Pi.esse.Gi anticipasse il Trf ai lavoratori che ne avessero fatto richiesta.

La novità A cambiare radicalmente la situazione, un decreto ingiuntivo presentato in ritardo al Tribunale di Asti da un creditore dell’azienda che di fatto ha aperto la strada alla possibile procedura fallimentare. A questo punto, l’unica azione per evitare il fallimento era la richiesta di concordato preventivo da parte della stessa Pi.esse.Gi. “Nel momento in cui si fa richiesta di concordato – analizza Silvio Gulino (Filca Cisl) – tutti i conti dell’azienda vengono bloccati in attesa che la società venga ammessa dal giudice alla procedura”. In questo momento dunque qual è la situazione? I circa 50 lavoratori della Pi.esse.Gi si trovano senza anticipo del Tfr (conti bloccati) e senza Cigs da oltre 3 mesi in attesa che la Provincia anticipi la cassa integrazione.

Possibili sviluppi I lavoratori della Pi.esse.Gi anche oggi sono davanti all’azienda a manifestare. Nel frattempo le ipotesi in campo sono molteplici. Tutte con un unico obiettivo: evitare il fallimento, garantire tfr e cassa integrazione ai lavoratori. L’ammissione al concordato chiarirebbe il quadro così come la firma del protocollo con l’Ente provincia per ottenere l’anticipo di Cigs.

 

rg

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