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In Breve

| 11 giugno 2014, 07:00

Genitori sprovveduti vietano il motorino, ma mettono a rischio la vita dei figli

In caso di incidente a soli 50 km/h i quadricicli pesanti sono insicuri, in casi di impatto frontale anche mortali. È quanto emerge dai crash test che Euro NCAP ha effettuato per la prima volta su questa tipologia di veicoli, testando quattro mezzi diversi

Durante il crash test, su questa Ligier ha ceduto l’attacco della cintura

Durante il crash test, su questa Ligier ha ceduto l’attacco della cintura

Fin che lo usa un anziano o un disabile non ci sono grossi problemi.
Si tratta di utenti generalmente prudenti che hanno come unico obiettivo quello di spostarsi senza dipendere da parenti ed amici. Ma quando sui quadricicli pesanti (si tratta di quelle automobiline con la targa da motorino) mettono le mani i ragazzi, la musica cambia. Già una quindicina di anni addietro davanti alle scuole delle grandi città, Roma per tutte, i parcheggi non riuscivano a contenere il numero, sempre crescente, di questi aggeggi.
Genitori, premurosi oltre misura, li acquistavano per le loro creature.

La ragione della scelta sta nel fatto che “il core de mamma” è più protetto rispetto al collega che cavalca il motorino. La realtà è un po’ diversa. Innanzi tutto il/la baldo/a giovane non è ancora uscito dal concessionario che vi rientra subito dopo avere scaricato il padre/pagatore: obiettivo manomettere il motore per ottenere prestazioni superiori a quelle per cui il mezzo è stato collaudato. In secondo luogo l’automobilina serve “anche” per andare a scuola, ma soprattutto per andare in giro (giorno e notte) possibilmente non da solo, sgusciando nel traffico, radio a palla, finestrini abbassati, birretta a portata di mano ecc. E i genitori a casa tranquilli perché, evitato il motorino, la creatura è al sicuro.

Ma non è così! In caso di incidente il quadro generale che ne deriva è allarmante. In occasione di un crash test tutti i veicoli provati (Club Car Village, Ligier Ixo JL Line, Renault Twizy 80 e Tazzari Zero) sono stati rilevati gravi rischi per la sicurezza degli occupanti e, in alcuni casi, anche gravi carenze strutturali e dei sistemi di ritenuta che gettano ombre persino sulla conformità all’omologazione di legge.

I problemi relativi alla sicurezza dei quadricicli nascono dalla normativa che ne stabilisce la procedura d’omologazione, uguale sia per quelli leggeri (fino a 350 kg) che per quelli pesanti (fino a 400 kg). La Direttiva Europea prevede solamente il superamento di alcune prove sugli pneumatici, sui sistemi di frenatura, sui dispositivi d'illuminazione, sui sistemi di segnalazione e la verifica degli ancoraggi delle cinture di sicurezza.

Nessuna prova strutturale, nessun crash test con i manichini è previsto dalla legge per verificare la protezione degli occupanti. Non sono obbligatori neppure quei dispositivi di sicurezza che sulle auto sono previsti da tempo, come gli airbag, l’ABS e il controllo della stabilità ESC. Questo perché ancora oggi la legge inquadra queste ‘vetture’ come ciclomotori o motocicli. Un'assurdità che mette in discussione la maggiore sicurezza rispetto al famigerato motorino.

Giulio Conter

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