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Agricoltura | 17 luglio 2014, 21:17

Coldiretti: pari dignità tra settori e alta qualità per salvare il mercato delle pesche

Per l'associazione è importante ristrutturare la filiera. Si è riunita la Consulta Frutticola di Coldiretti Cuneo, che ha valutato una serie di strategie

Coldiretti: pari dignità tra settori e alta qualità per salvare il mercato delle pesche

Giornate concitate per i produttori di pesche cuneesi. Le temperature al di sotto delle medie stagionali e l’eccessiva umidità hanno rallentato le maturazioni in tutti i Paesi d’Europa.

Si è riunita la Consulta Frutticola di Coldiretti Cuneo, che ha valutato una serie di strategie per un settore che, in Piemonte, coinvolge circa settemila ettari di pesche e nettarine con un fatturato di 150 milioni di euro ed una produzione superiore ai 1.5 milioni di quintali. Il mercato è particolarmente stanco per via del clima, come già detto, ma anche per il rallentamento dei consumi complici le temperature non elevate del Nord Europa, l’immancabile concorrenza spagnola e greca e il conseguente sovrapporsi delle produzioni. Abbastanza stanca la domanda di prodotto in padelle di calibro A, dove il mercato pare apprezzare le partite più colorite. A fronte di questa situazione, la Consulta Frutticola di Coldiretti ha avallato le richieste di un ritiro straordinario di prodotto (essendo la pesca altamente deperibile) per destinazioni diverse dagli usi alimentari, quale misura eccezionale, presentata dalla regione Piemonte insieme alle altre regioni frutticole del Paese al Ministero dell’Agricoltura.

Coldiretti però guarda avanti e non si vuole fermare alle problematiche che ormai quasi puntualmente si ripetono tutti gli anni.

È necessario che la filiera della frutta piemontese venga totalmente ridisegnata alla luce delle mutate situazioni di mercato, dove il frutticoltore veda almeno riconosciuti i costi di produzione che nel caso della situazione attuale non può essere inferiore ai 40 centesimi al kg.

“È interesse di tutti - dice  Enzo Pagliano, direttore di Coldiretti Cuneo - iniziare una discussione in termini economici concreti per ottenere che nella Grande Distribuzione la frutta made in Piemonte, insieme al resto della frutta italiana, sia valorizzata dalle catene di distribuzione. Questo lo si ottiene con accordi di filiera che vedono seduti al tavolo i frutticoltori, le Organizzazioni dei Produttori e la GDO con la mediazione del Ministero dell’Agricoltura. Se non si arriva a questo, il rischio default è reale. Il settore deve essere completamente ristrutturato con l’apporto dei componenti la filiera, puntando sulla qualità e non più sulla quantità, vista l’eccedenza produttiva rispetto ai consumi del 10%”

La Consulta frutticola di Coldiretti ha anche analizzato le situazioni di mercato a livello europeo. In Francia sono presenti importanti giacenze di prodotto (15 giorni circa), in Spagna, regione Catalogna, questa settimana si raggiunge il picco produttivo con prevalenza di Calibro A, mentre prosegue l’andamento commerciale difficoltoso che ha segnato il mese di giugno. Difficoltà anche nel collocamento di pesche e nettarine in Grecia: le temperature non sono favorevoli al consumo, anche qui, importanti giacenze di prodotto. Unica nota positiva, la ricettività del mercato russo, ma solo per varietà e pezzature a prezzi contenuti. Relativamente all’Italia, in Emilia Romagna le temperature minime e l’umidità relativa elevata non aiutano. In Puglia, a Cerignola e San Ferdinando di Puglia, il bel tempo ha favorito la qualità, ma la maturazione ritarda per via delle basse temperature. In Basilicata, il Metaponto è stato caratterizzato dal passaggio di alcune perturbazioni atlantiche e l’aumento della nuvolosità e della ventosità hanno rallentato i processi di maturazione. Situazione analoga anche in Campania, che è forse l’unica regione sostanzialmente in linea con i processi di maturazione, dove in provincia di Caserta, si concentra la maggiore produzione. Infine il Veneto, dove il cielo nuvoloso con elevate probabilità di pioggia e temperature in probabile abbassamento rischiano di concentrare la maturazione insieme alla realtà piemontese.

Precisano  Marcello Gatto e Michele Quaglia, rispettivamente presidente di Coldiretti Cuneo e presidente Zona Coldiretti Saluzzo: “La peschicoltura è un settore da troppi anni in sofferenza. Dobbiamo puntare a fare sistema nella filiera, poiché se dovesse spezzarsi l’anello iniziale della produzione, gli effetti negativi sarebbero a ricaduta gravi sul resto dell’economia piemontese. Conclude il presidente della Consulta Frutticola Gianni Arnaudo: “La Consulta Frutticola di Coldiretti è composta da agricoltori che operano direttamente nel settore. Siamo tutti consapevoli che il problema non si può risolvere da Cuneo, ma c’è bisogno di fare sistema almeno a livello nazionale, poiché la crisi dei prezzi della frutta ritirata nei frutteti è purtroppo un fenomeno comune al resto d’Italia. In questi anni abbiamo investito per perfezionare gli impianti, per coltivare varietà di alto profilo qualitativo e organolettico. Gli sforzi compiuti non trovano riscontro in un mercato drogato da una filiera che mette all’ultimo posto la produzione. Se crolla il frutticoltore, ne patiscono le imprese commerciali e di trasformazione a monte ed a valle. È quindi interesse di tutti darsi una strategia diversa dal passato e cercare di salvare un’economia fatta di imprese serie e qualificate”.

I tecnici dell’Agenzia 4A stanno monitorando le movimentazioni che avvengono nei magazzini del Saluzzese. Emerge che la maggior parte della produzione cuneese va all’estero e che il maggior  importatore è la Germania. Va però messo in risalto che le catene tedesche, lottano settimanalmente per ridurre il prezzo, pretendendo di caricare a costi decisamente inferiori ai nostri di produzione. Si tratta di una pretesa che, economicamente parlando, lascia ancora una volta esterrefatti.

c.s.

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