Sul ritorno del lupo, bestia antropofaga.
Riflettendo su quanto sta succedendo nelle valli, credo doveroso risollevare la spinosa questione dell’antropofagia del lupo.
Attacchi sono documentati sulle nostre montagne fino a fine ottocento, altri lo sono negli Abruzzi fino al 1924[1].
In Norvegia, Finlandia, Spagna, Francia,Polonia, Russia, India, Estonia e Italia dalla fine del ‘700 ad oggi ci sono stati più di 1000 attacchi documentati all’uomo di lupi non rabbidi[2].
Non sto qui a citare i disastri che fece nelle regioni del nord Italia dal ‘500 alla fine dell’’800 , anche questi dati facilmente reperibili[3].
Il contesto rurale è cambiato, siamo d’accordo, ma il lupo è animale opportunista e scaltro, ad esempio la presenza degli ibridi cosa può comportare?
Le azioni dovrebbero essere concordate tra gli stati alpini, cosa che non è, in Francia si inizia a sparare, se ci fosse una migrazione di lupi verso di noi col conseguente spostamento in pianura dei selvatici, andrebbe bene a tutti?
“Quando il lupo perde la paura nei confronti dell’uomo, per esempio in alcune aree protette, c’è un incremento di rischio di attacchi”, abbiamo consigli da dare al riguardo?
Andare al pascolo in certe zone è sicuro? Un secolo fa non c’era gente a spasso con un cagnolino al guinzaglio per i boschi, né si faceva jogging con gli auricolari, queste pratiche ora sono sicure?
Sono certo che l’argomento sia affrontato nelle sedi competenti e che coloro che ne hanno mandato stiano approfondendo con sollecitudine anche i risvolti relativi alla sicurezza pubblica.
Mariano Allocco, segretario Associazione Alte Terre - Demonte