Fai, Flai e Uila hanno sottoscritto oggi il rinnovo dell’accordo di gruppo Ferrero, scaduto il 30 giugno 2014; l’intesa prevede un premio variabile di 6.075 € sul triennio (1.900 nel 2015, 2.025 nel 2016 e 2.150 nel 2017) che, a regime, porterà a un aumento di oltre il 13% del messo in palio rispetto a quanto previsto dall’ultimo integrativo.
Ne danno notizia i segretari provinciali di Cuneo di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil Franco Feria, Giancarlo Pelucchi e Alberto Battaglino, che hanno poi sottolineato: “Si tratta di un accordo che, nonostante il periodo difficile che il paese sta vivendo, conferma la positiva tradizione di relazioni tra Fai, Flai, Uila e il gruppo Ferrero. Abbiamo sottoscritto un buon accordo, che offre ai circa 3.000 lavoratori della Ferrero ad Alba, oltre a un aumento consistente del salario variabile, anche la necessaria stabilità e continuità occupazionale. L’integrativo contiene, infatti, un capitolo ad hoc, denominato ‘Investimenti area industriale’ che descrive le iniziative imprenditoriali e gli investimenti che l’azienda intraprenderà nel triennio, anche per mantenere stabile l’occupazione del Gruppo nei siti italiani, a partire da Alba che si conferma la capitale dell'innovazione, del gusto e della produzione del Gruppo”.
Tante le novità che riguardano il capitolo "Persone in Ferrero", tra le quali un capitolo di grande valore riguarda la formazione permanente e la necessità di aumentare le competenze professionali dei lavoratori e delle lavoratrici; l’innalzamento da 2 a 3 mezze giornate di permesso per le visite pediatriche dei figli di età compresa tra 0 e 14 anni; una ulteriore giornata di permesso al padre in occasione della nascita del figlio rispetto a quanto previsto dal Ccnl e la possibilità di attivare forme di part-time a fronte di specifiche esigenze.
“Ora il testo verrà discusso e votato dai lavoratori. Con questo integrativo, insieme a tutti gli altri già sottoscritti o che stanno per esserlo” concludono Ferria, Pelucchi e Battaglino “le organizzazioni sindacali del comparto alimentare dimostrano come, in un periodo in cui troppi lavoratori non hanno ancora visto rinnovati i loro contratti nazionali, un sindacato unito ha concrete possibilità di migliorare le condizioni economiche e di vita degli addetti al settore”.