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Attualità | 23 settembre 2014, 11:12

Carmelo Noto, con altri due Blu Brothers, dovrà rispondere del reato di invasione di campo

La vicenda è quella della partita dello scorso 27 aprile a Cuneo. L'avvocato che li difende è Mauro Mantelli

Carmelo Noto, con altri due Blu Brothers, dovrà rispondere del reato di invasione di campo

Per settimane è stato uno degli argomenti caldi a Cuneo: la fine della storia della Bre Banca Lannutti dopo le dimissioni del presidente di Piemonte Volley Valter Lannutti. La vicenda è quindi più che nota, come lo è il fatto che la squadra di volley della città non militi più nel campionato della massima serie.

Una storia che si è chiusa ma di cui non si vuole cancellare la memoria, anzi. E' lo stesso Carmelo Noto, storico leader dei Blu Brothers, attivissimi supporters della squadra che nel 2010 vinse un meritato scudetto, a scrivere su Facebook: "Oggi sono rientrato nel " mio" palazzetto... Non mi ha fatto effetto.. Perché le facce...le parole...le emozioni...me le porto dentro...Tantissimi ricordi...
Una cosa mi ha dato fastidio...trovarlo "denudato" di tutti gli stendardi appesi...
Treviso ha chiuso, Parma ha chiuso ma gli stendardi sono rimasti li a ricordo di quello che è stato...Per un territorio...per una città ...per la gente...
A Cuneo invece si è permesso che si portasse via tutta la storia...
Spero che si leggano queste righe...spero che ne arrivi l'eco nei palazzi verdi...e ci sia un ripensamento.
Almeno gli stendardi a memoria di chi entrerà in quel palazzetto...almeno quelli... Venga restituita almeno la dignità ad una storia che si è fermata ma che non va dimenticata...".

Carmelo Noto è lo stesso che lo scorso 27 aprile, nel corso del 1° set della partita tra la Bre Banca Lannutti e l'Altotevere Città di Castello, "invase" il campo assieme Paolo Taricco e Paolo Dho.

Nel frattempo le indagini sul loro gesto, da un lato simbolico dall'altro provocatorio, sono proseguite e per tutti e tre l'accusa è di aver violato la normativa art 6bis della legge 401/89, ossia quella di "invasione di campo".

Come ci spiega l'avvocato Mauro Mantelli, incaricato della difesa, è una norma nata per arginare la violenza negli stadi, che in questo caso viene applicata ad uno sport in cui gli episodi di violenza sono praticamente nulli. Così come effettivamente è accaduto in quel 27 aprile: nessun tipo di violenza. E' lo stesso avvocato a spiegare: "Da quanto si è capito, anche dal video, i tre hanno voluto consegnare una raccolta firme a Lannutti. Si era in una fase di sospensione del gioco e quindi, tecnicamente, non c'è stata alcuna interruzione della gara. Tutti e tre sono scesi dalle scale, non hanno scavalcato niente né hanno usato alcun tipo di violenza, e il tutto è avvenuto di fronte alle forze dell'ordine. Poi sono tornati indietro e si sono seduti".

Per l'avvocato, insomma, ci sarebbero molti elementi per parlare di "non sussistenza del fatto". Se il processo si farà, sarà nei prossimi mesi. La pena per questo reato può arrivare ad un anno di reclusione, con una multa da 1000 a 5000 euro e il Daspo, cioè il divieto di partecipare a manifestazioni sportive. Ma se questa norma ha senso applicata al fenomeno della violenza negli stadi, molto meno appropriata appare per gestire quanto accaduto lo scorso 27 aprile al palazzetto di Cuneo. 

Questo il video dell'invasione di campo, in una giornata che tutti coloro che erano al palazzatto quel giorno ricorderanno come surreale.

 

 

barbara simonelli

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