Le trippe di Peveragno, tra tradizione e cultura, protagoniste alla Fiera di Sant'Andrea

Laura Rangoni, giornalista e studiosa di tradizioni popolari, direttore della rivista “cavolo verde”, in uno dei suoi tanti libri colloca la trippa tra “le povere nobiltà” della cucina italiana.

Anche per Peveragno, così come ha scritto Simone Giraudi nel suo: "617 anni di storia peveragnese", la trippa, unitamente alla fragola, è divenuta un punto di riferimento che valorizza e promuove la cultura contadina del nostro piccolo mondo rurale. Da alcuni anni a questa parte i commercianti locali, unitamente alle amministrazioni comunali, hanno “sposato i valori della civiltà di casa nostra ed hanno reso celebre, in occasione della secolare fiera di Sant’Andrea, la povera nobiltà di un buon piatto di trippa. Un tempo quando le famiglie, tutte con numerosa prole, erano costituite da più generazioni sotto lo stesso tetto, il minestrone di trippe rappresentava – obtorto collo – il piatto unico “antelitteram" di durata, previo riscaldo, anche settimanale.

Durante la Fiera di Sant’Andrea, che nel 2014 traguarderà la 618^ edizione, Peveragno per operosità della Pevecomm, allestirà nella piazza principale del paese un palatenda e, nelle giornate dal 26 novembre al 1 dicembre, accoglierà – così pure nei ristoranti locali – centinaia e centinaia di turisti ed amanti della buona tavola per un meritato ristoro a base del leggendario minestrone.

Le origini di peveragno risalgono al basso periodo medioevale, il primo documento che cita il toponimo Piperagnum è datato 25 settembre 1299, la prima Fiera di Sant’Andrea risale al 1392 – fine medioevo -, nella letteratura si trovano notizie di preparazioni di cibi a base di trippe già nel 1300, caratteri storici sempre da noi “coltivati” che ancora oggi connotano la qualità di vita nei nostri paesi.              

Stefano Dho, vicesindaco