Nel III trimestre 2014, rispetto allo stesso periodo del 2013, il fatturato (a valori correnti, Iva esclusa) delle imprese cuneesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato performance incoraggianti (+ 2,3%), a fronte di una lieve contrazione a livello regionale (-0,5%). Il dato provinciale è peraltro comune a tutto il Piemonte meridionale, guidato da Alessandria (+3,2%).
È quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al III trimestre 2014, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di ottobre 2014 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2014, e ha coinvolto 1.019 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a circa 3,7 miliardi di euro. A livello locale, la rilevazione ha interessato 206 imprese della provincia di Cuneo, per un fatturato complessivo pari a 353 milioni di euro.
“La fase positiva dei settori provinciali del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione - ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di commercio di Cuneo - va comunque analizzata. I dati disaggregati segnalano che, a fianco di un incremento del fatturato per la distribuzione organizzata (+5,8%) e una sostanziale tenuta della ristorazione (+0,7%), gli esercizi di vicinato continuano a soffrire (-1,9%). La situazione stagnante del mercato del lavoro e la forte debolezza del potere d’acquisto delle famiglie hanno evidenti impatti negativi sulle vendite al dettaglio, che rendono improrogabili interventi per la ripresa degli investimenti e il sostegno del reddito, così da far ripartire i consumi”.
Analizzando le categorie merceologiche degli esercizi di vicinato si osserva come il segno meno abbia caratterizzano la maggior parte dei comparti: la performance peggiore è stata quella manifestata dal settore dell’abbigliamento (-3,7%), seguito dal settore della cultura e tempo libero (-2,4%) e dall’alimentare (-1,8%). Il solo settore dei prodotti per la casa e ICT mostra, invece, un andamento positivo del fatturato con una variazione del +5,9% rispetto al III trimestre del 2013, mentre risulta stazionaria la performance registrata dal settore degli altri prodotti (+0,3%).
Fatturato (valori correnti, IVA esclusa) per settore – Provincia di Cuneo – III trimestre 2014
Variazione percentuale rispetto al III trimestre 2013
Variazione tendenziale fatturato (valori correnti, al netto IVA) | |
Esercizi di vicinato | -1,9 |
- Alimentare | -1,8 |
- Abbigliamento | -3,7 |
- Cultura tempo libero | -2,4 |
- Prodotti casa e ICT | 5,9 |
- Altri prodotti | 0,3 |
Medie e grandi strutture di vendita | 5,8 |
Ristorazione | 0,7 |
Totale | 2,3 |
Fonte: Unioncamere Piemonte – CCIAA di Cuneo, Indagine congiunturale commercio e ristorazione, III trimestre 2014
Il volume d’affari generato dalle imprese dei settori del commercio al dettaglio e della ristorazione della provincia di Cuneo risulta in controtendenza rispetto a quello rilevato dal corrispondente comparto piemontese. A livello regionale, infatti, il fatturato generato dalle imprese del commercio e della ristorazione è diminuito dello 0,5% rispetto al III trimestre 2013.
L’andamento positivo rilevato per il fatturato è accompagnato dai giudizi piuttosto negativi circa l’andamento degli altri indicatori congiunturali. Circa la metà degli intervistati ha rilevato una stazionarietà degli ordini effettuati ai fornitori, mentre il 39% ne ha segnalato una nuova flessione tendenziale. Solo l’8% ne ha constatato un aumento: il saldo di opinione risulta così negativo per ben 31 punti, in lieve miglioramento però rispetto al II trimestre del 2014 (-37 punti).
Continuano tuttavia ad essere poco rassicuranti le previsioni a breve termine formulate dagli imprenditori. Nel periodo ottobre-dicembre 2014 il fatturato sarebbe, infatti, destinato ad aumentare per il 27% degli intervistati e a rimanere stabile per il 34%, mentre il 39% ne prevede una flessione: il saldo tra ottimisti e pessimisti risulta così negativo per 13 punti, pur registrando un miglioramento rispetto alla precedente rilevazione (quando era risultato pari a 28 punti).