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Attualità | 25 novembre 2014, 15:00

Disillusione e rabbia: un giovane lettore fa sentire la propria voce

"Forse è vero, siamo più "choosy" dei nostri coetanei del resto del mondo, ma non penso sia un'aspirazione così pretenziosa voler fare il lavoro per cui si ha studiato": queste le parole di Riccardo Luciano

Disillusione e rabbia: un giovane lettore fa sentire la propria voce

Buongiorno Direttore,

ho ventidue anni, sono uno studente e sono ufficialmente stanco delle prese in giro che vengono fatte a noi giovani. Non solo stanco...direi piuttosto disilluso!

Senza cadere in eccessi di vittimismo, mi sento di dire che ormai viviamo in un contesto che non è assolutamente in grado di ripagare gli sforzi che compiamo. Se fino ad una ventina di anni fa un diploma permetteva di raggiungere posizioni lavorative perlomeno dignitose, oggi neanche una laurea dà la garanzia di ottenere quella tanto sognata indipendenza economica... perché forse é vero, siamo più bamboccioni (o "choosy" che dir si voglia) rispetto ai nostri coetanei del resto del mondo, ma non penso che sia un'aspirazione così pretenziosa voler fare il lavoro per il quale si ha studiato.

Penso di essere realista affermando che non ci spaventano la gavetta, il fare sacrifici o l'investire tutte le nostre forze in un progetto, quello che ci frustra è il pensiero che tutti questi sforzi siano vani! Come se ciò non bastasse, la classe politica pare essere del tutto miope ai segnali che l'intero Paese sta lanciando: non ultimo, il tasso di affluenza alle appena concluse elezioni regionali

Un Paese che non si reca più ai seggi è un Paese che ha smesso di credere in chi lo governa, un Paese che è governato dalla sfiducia più totale e dal malcontento... un Paese a cui non bastano 80€ per tirare avanti!

Se ad un affamato si regala del cibo, sarà contento per una giornata; se alla stessa persona vengono forniti gli strumenti per coltivare e produrre autonomamente il cibo necessario, il suo problema sarà risolto per sempre: è una vecchia metafora, ma penso che cada a pennello. Nessuno vuole il contentino per tirare avanti altri sei mesi (o, peggio, per essere messo a tacere), c'è bisogno di soluzioni durature e che guardino al futuro!

Non recito una parte, non voglio fare critiche fini a se stesse; vivo il mondo dell'università in prima persona, e queste sono più o meno le idee che tutti noi abbiamo. Siamo molto meno "assenti" rispetto a come veniamo dipinti, e di iniziativa ne abbiamo da vendere, chiediamo solo in cambio di essere presi sul serio!

Ringraziando per la disponibilità e l'opportunità offertami, porgo distinti saluti

Riccardo Luciano

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