/ Attualità

Attualità | 03 marzo 2015, 17:13

In Piemonte i professori si ammalano meno. Molto cagionevoli, i colleghi in Calabria

Le storture della scuola: fa discutere il caso dell'insegnante di Salerno che accetta la cattedra a Cuneo e dopo due giorni chiede il trasferimento. Lo stipendio? intatto fino a questa estate

In Piemonte i professori si ammalano meno. Molto cagionevoli, i colleghi in Calabria

Mentre non si placano le polemiche sulla professoressa di Salerno che ha accettato una cattedra di 18 ore al Liceo Classico di Cuneo,  per poi chiedere - dopo due giorni di insegnamento - di poter ususfuire, come è suo diritto, dell'astensione facoltativa per maternità, dato che ha un figlio piccolo. Il Liceo resta di nuovo senza insegnante, mentre l'insegnante di Salerno continuerà a percepire lo stipendio fino a quest'estate.    

Storture del "mondo scuola", che si evidenziano anche da uno studio sul numero di assenze degli insegnanti in Italia.

I docenti piemontesi, insieme ai colleghi veneti e marchigiani, godono di una salute più buona rispetto agli insegnati calabresi, siciliani e sardi. A certificarlo è la rivista "Tuttoscuola", che ha raccolto gli ultimi dati disponibili per analizzare il grado ed il numero di assenze nelle aule italiane. Se in Piemonte gli insegnanti hanno chiesto in media 9 giorni di malattia in un anno, nelle aule calabresi le assenze per malanni sono state quasi il doppio: 15,6 ma in certe scuole la media supera il 17 per cento.

Marchigiani e veneti tallonano i piemontesi con una media di poco superiore al 9. Risulta anche che i docenti della scuola d'infanzia, sono costretti a letto per curare una malattia più di quelli delle scuole superiori. È anche singolare che, dal rapporto sempre di Tuttoscuola che se i docenti si sono assentati per malattia in media per 11,33 giorni, il personale Ata, ossia ausiliario, tecnico e amministrativo- vale a dire i bidelli, il personale amministrativo e i tecnici di laboratorio – ha 2dato buca” al cartellino da timbrare, in media per 16,93 giorni lavorativi, con punte di oltre i 19 giorni per il personale non docente ligure (19,77), emiliano-romagnolo (19,37) e laziale (19,27) e addirittura 21,3 giorni medi a Milano, la “capitale del lavoro”. Merita una segnalazione, anche il fatto che Funzione Pubblica e il Miur non hanno reso pubblici i dati delle assenze del personale scolastico, non rispettando, quindi, l’impegno alla trasparenza annunciato nel documento “La Buona Scuola”, che parla addirittura di “scuola di vetro”.

Lo studio di Tuttoscuola si è così accontentato di esaminare i dati del 2011-12, gli ultimi disponibili, e di confrontarli con quelli di due anni prima. Si nota subito il generalizzato trend crescente di giorni di malattia rispetto alle rilevazioni del Miur di due anni prima - anno scolastico 2009/10 -, che seguiva la campagna “anti-fannulloni” condotta dall’allora ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta di Forza Italia, con la stretta sui controlli nelle visite mediche a casa. Dopo la forte riduzione delle malattie registrata proprio per la “campagna Brunetta” (30-35% di minori assenze rispetto all’anno precedente), per il personale docente nei due anni successivi si è passati dai 7,56 giorni di assenza per malattia dell’anno scolastico 2009-2010 agli 11,33 giorni del 2011-2012 (+50%), mentre per il personale Ata si è passati da 11 giorni di malattia a 16,93 (+54%). Verrebbe quasi da dire che sono i controlli i migliori medicinali per non ammalarsi

 

NaMur

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium