Mentre non si placano le polemiche sulla professoressa di Salerno che ha accettato una cattedra di 18 ore al Liceo Classico di Cuneo, per poi chiedere - dopo due giorni di insegnamento - di poter ususfuire, come è suo diritto, dell'astensione facoltativa per maternità, dato che ha un figlio piccolo. Il Liceo resta di nuovo senza insegnante, mentre l'insegnante di Salerno continuerà a percepire lo stipendio fino a quest'estate.
Storture del "mondo scuola", che si evidenziano anche da uno studio sul numero di assenze degli insegnanti in Italia.
I docenti piemontesi, insieme ai colleghi veneti e marchigiani, godono di una salute più buona rispetto agli insegnati calabresi, siciliani e sardi. A certificarlo è la rivista "Tuttoscuola", che ha raccolto gli ultimi dati disponibili per analizzare il grado ed il numero di assenze nelle aule italiane. Se in Piemonte gli insegnanti hanno chiesto in media 9 giorni di malattia in un anno, nelle aule calabresi le assenze per malanni sono state quasi il doppio: 15,6 ma in certe scuole la media supera il 17 per cento.
Marchigiani e veneti tallonano i piemontesi con una media di poco superiore al 9. Risulta anche che i docenti della scuola d'infanzia, sono costretti a letto per curare una malattia più di quelli delle scuole superiori. È anche singolare che, dal rapporto sempre di Tuttoscuola che se i docenti si sono assentati per malattia in media per 11,33 giorni, il personale Ata, ossia ausiliario, tecnico e amministrativo- vale a dire i bidelli, il personale amministrativo e i tecnici di laboratorio – ha 2dato buca” al cartellino da timbrare, in media per 16,93 giorni lavorativi, con punte di oltre i 19 giorni per il personale non docente ligure (19,77), emiliano-romagnolo (19,37) e laziale (19,27) e addirittura 21,3 giorni medi a Milano, la “capitale del lavoro”. Merita una segnalazione, anche il fatto che Funzione Pubblica e il Miur non hanno reso pubblici i dati delle assenze del personale scolastico, non rispettando, quindi, l’impegno alla trasparenza annunciato nel documento “La Buona Scuola”, che parla addirittura di “scuola di vetro”.
Lo studio di Tuttoscuola si è così accontentato di esaminare i dati del 2011-12, gli ultimi disponibili, e di confrontarli con quelli di due anni prima. Si nota subito il generalizzato trend crescente di giorni di malattia rispetto alle rilevazioni del Miur di due anni prima - anno scolastico 2009/10 -, che seguiva la campagna “anti-fannulloni” condotta dall’allora ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta di Forza Italia, con la stretta sui controlli nelle visite mediche a casa. Dopo la forte riduzione delle malattie registrata proprio per la “campagna Brunetta” (30-35% di minori assenze rispetto all’anno precedente), per il personale docente nei due anni successivi si è passati dai 7,56 giorni di assenza per malattia dell’anno scolastico 2009-2010 agli 11,33 giorni del 2011-2012 (+50%), mentre per il personale Ata si è passati da 11 giorni di malattia a 16,93 (+54%). Verrebbe quasi da dire che sono i controlli i migliori medicinali per non ammalarsi