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Attualità | 28 marzo 2015, 08:07

Sala San Giovanni e sala Vinaj gremite per l’incontro con il ministro Maria Elena Boschi. Presenti i vertici del PD locale e amministratori del territorio

Abolizione delle province, riforma elettorale e costituzionale tra gli argomenti illustrati

Sala San Giovanni e sala Vinaj gremite per l’incontro con il ministro Maria Elena Boschi. Presenti i vertici del PD locale e amministratori del territorio

Rifare l’Italia. Un titolo ambizioso per la serata, ma è ciò che serve in questo momento al nostro Paese: una sinistra che sappia prendere decisioni e reagire”. L’onorevole Chiara Gribaudo ha fatto gli onori di casa a Cuneo, per l’incontro con il Ministro Maria Elena Boschi, intervistata da Gianni Martini ed Ezio Bernardi. Ad accogliere il Ministro, una delegazione di impiegati della Provincia di Cuneo, che le hanno consegnato un documento in merito alla loro situazione lavorativa.

Proprio dall’abolizione delle province è iniziato l’intervento della Boschi. “Ho apprezzato la serietà dell’incontro con i dipendenti della Provincia, capisco e ritengo legittime le loro preoccupazioni. La nostra non è un’operazione semplice; cercheremo di mantenere i servizi, ma di gestirli in modo più efficiente ed economico. I posti di lavoro, le competenze e le professionalità non andranno perse, ma stiamo lavorando alla riallocazione dei dipendenti, senza riduzione di salario. Siamo in una fase di passaggio che ha delle criticità, ma che si risolverà”.

Sulla legge elettorale ha spiegato che “cerchiamo le mediazioni, sentiamo tutti, ma poi bisogna prendere delle decisioni. Abbiamo fatto lo sforzo di coinvolgere le opposizioni e cercare la condivisione, ma se si aspetta l’unanimità, si arriva all’immobilismo. Oggi le opposizioni non votano riforme che prima avevano condiviso con noi perché abbiamo eletto come presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se loro non condividono tutto, noi non possiamo fermarci. Infine saranno i cittadini a decidere, con il referendum: di questo non sono preoccupata. So che c’è una buona parte di Italiani che vuole le riforme”.

Il Ministro è stata interpellata anche sulla riforma del Senato. “Sarà un cambiamento profondo e radicale. Non sarà un club di esperti, ma saranno amministratori del territorio, eletti dai cittadini sul territorio e poi eletti al Senato dai consiglieri regionali. Il Senato avrà funzioni diverse da quelle che ha ora: avrà il ruolo di coordinamento tra Stato ed enti locali. Ecco perché non sarà necessaria l’elezione diretta da parte dei cittadini. Non si toglie voce ai territori, ma si dà loro più voce ancora, scegliendo chi li amministra e li conosce bene. Ci sono altri Stati dove il Senato non è eletto, ma non per questo non sono stati democratici”.

Infine ha parlato della legge elettorale. “Da 9 anni si cerca di cambiarla, ma non si riesce. La legge ha delle positività: intanto prevede il ballotaggio, come per le elezioni dei sindaci, quindi saranno i cittadini a scegliere chi vince davvero e può governare, non le alleanze politiche post elezioni. Il premi di maggioranza rivisto permetterà di avere avere governi che durino 5 anni. Se lavorano male saranno cittadini a punirli, dopo, con il loro voto. Sarà un sistema che crea le alleanze se c'è davvero progetto condiviso e non per convenienza; è un sistema che supera le storture del porcellum. Si potranno scegliere i candidati, sul territorio; se un partito si gioca male la carta del candidato rischia di perdere. Il PD è un partito privilegiato perché, attraverso le primarie, ha rafforzato il suo legame con il territorio. Anche noi dovremo darci delle regole interne diverse, sia sulla classe dirigente, sia sul modo di presentarsi alle elezioni: è una sfida affascinante”.

E ha concluso: “Per me, che ho studiato giurisprudenza, è una fortuna, oggi, lavorare sul testo della Costituzione, ma sento forte la responsabilità del mio compito, perché so che non riguarda solo me, ma tante persone. L’insegnamento più grande che abbiamo avuti dai nostri partigiani è di avere fiducia in noi stessi; oggi abbiamo il loro appoggio, l’appoggio delle persone che ci hanno educato e si fidano di noi. Sappiamo che dobbiamo dare risposte al Paese, per questo non vogliamo sprecare nemmeno un giorno di tempo”.

 

Barbara Reghezza

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