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Attualità | 28 marzo 2015, 19:26

Torna questa notte l’ora legale: porta inizialmente con sé stress, alterazioni cardiache, sonno e confusione

Alle 2 di domenica 29 marzo le lancette andranno spostate avanti di un’ora. Torneranno al oro posto l’ultima domenica di ottobre. “Cyberozieremo” di più

Torna questa notte l’ora legale: porta inizialmente con sé stress, alterazioni cardiache, sonno e confusione

Alle 2 di notte di domenica 29 marzo 2015 le lancette andranno spostate avanti di un’ora. In termini pratici, tutto ciò si traduce in un’ora di luce in più (posticipando l’orario dell’alba e del tramonto) e un’ora di sonno in meno. Inevitabile che la popolazione si divida in favorevoli e contrari, anche perché - come capiremo tra poco - se i vantaggi sono rilevanti, gli svantaggi non sono da meno.

Introdotta per la prima volta nel 1784, per mano dell’inventore del parafulmine, Benjamin Franklin, l’ora legale è una convenzione che consente di risparmiare luce elettrica a favore della luce solare per molti mesi: nel nostro Paese, in 6 anni si stima siano stati risparmiati ben 6 miliardi di Kilowatt/h per un guadagno pari a quasi 900 milioni di euro.

Il protocollo che regolamenta l'ora legale in Europa stabilisce che per i tre fusi orari, Europa occidentale (UTC) Europa centrale (UTC+1) Europa orientale (UTC+2), il cambio dell'ora avvenga nel corso della notte dell'ultima domenica di marzo e dell'ultima domenica di ottobre: il motivo della scelta di questi orari va ricercato nel fatto che si tratta degli orari in cui la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta al minimo, cosa questa che permette di limitare il più possibile i disallineamenti rispetto agli orari giornalieri programmati.

È curioso notare come i Paesi equatoriali, in generale, non adottino l’ora legale: la variazione delle ore di luce durante l'arco dell'anno, infatti, risultando minima, non giustifica il meccanismo. Nell’emisfero australe invece, dove le stagioni sono invertite rispetto all'emisfero boreale, anche l'ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l’ora legale si utilizza raramente, mentre in Russia è stata abolita nel 2011 per volontà di Dmitrij Medvedev con la motivazione che il cambio d'ora in inverno è portatore di stress.

Secondo un sondaggio metà degli italiani è favorevole all’ora legale, metà contraria. Come abbiamo detto, infatti, l’ora legale comporta sì vantaggi, ma anche svantaggi. Va detto innanzitutto che il cambio dell’ora determina una sorta di “jet lag” nei 6 giorni successivi al cambio dell’ora, ossia di quella condizione clinica che si verifica nel momento in cui si attraversano vari fusi orari e che induce un’alterazione dei ritmi cardiaci (quando si giunge a destinazione di un lungo viaggio aereo, per esempio, si è stanchi, assonnati e confusi).

A giocare un ruolo fondamentale in tutto questo subentra la temperatura corporea interna: anticipando la sveglia, durante la prima settimana la temperatura corporea non raggiunge il livello “standard”. Sopraggiungono così stanchezza e stress. In assoluto, le persone più sensibili agli effetti tipo "jet lag" dell'ora legale pare siano quelle che tendono a svegliarsi più tardi; i mattinieri ne risentono di meno. Alcuni impiegano fino a tre settimane per abituarsi, per altri basta un giorno. Gli italiani “colpiti” in modo rilevante da questi stravolgimenti sarebbero vari milioni. Più a rischio le persone che possiedono un sistema ormonale ed endocrino più sensibile ai cambiamenti del clima. I sintomi “negativi” vanno da sonnolenza e spossatezza fino a inappetenza, difficoltà nella concentrazione e abbassamento del tono dell’umore.

Secondo uno studio pubblicato dal Journal of Applied Psychology nel 2012, allorché subentra l’ora legale, viene registrata un’impennata nella quantità di tempo che i lavoratori perdono a “cyberoziare”, ossia a navigare su siti internet totalmente inutili ai fini professionali.

A tranquillizzare gli “ansiosi dell’era digitale”, arriva perlomeno la conferma che, attualmente, la maggior parte dei computer e degli apparecchi elettronici regola automaticamente il cambio dell’ora.

S.O.

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