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Attualità | 03 luglio 2015, 20:43

Acqua pubblica: il Comitato Acqua Bene Comune tira le somme dell'incontro tra i Sindaci

"Siamo pienamente soddisfatti di aver contributo ad offrire a 170 Sindaci l'opportunità di "metterci la faccia"... ma delusi da come l'opportunità è stata sfruttata"

Acqua pubblica: il Comitato Acqua Bene Comune tira le somme dell'incontro tra i Sindaci

Gentile Direttore,

non intendiamo in alcun modo annoverarci tra coloro che dichiarano sempre di aver vinto: oggi abbiamo perso un'importante partita per l'acqua pubblica.

Il percorso democratico iniziato con la convocazione della Assemblea Generale dei Sindaci di Ato4 cuneese, ora è andato perso e si tornerà ad una decisione di secondo livello dove pochi rappresentanti assolveranno autonomamente ad un compito che spettava a tutti i sindaci.

Da un lato siamo pienamente soddisfatti di avercontribuito ad offrire a 170 primi cittadini questa unica possibilità di partecipare, mai verificatesi a questo livello dalla nascita dell'ambito idrico. Dal lato opposto siamo invece profondamente delusi per come è stata utilizzata questa opportunità.

Se molti sindaci, soprattutto di piccoli comuni, hanno espresso chiaramente la loroposizione per la posizione pro o contro la gestione totalmente pubblica, mettendoci personalmente “la faccia”, come chiesto da 4514 cittadini, altri hanno preferito attendere lo schieramento dei big per fare una mera operazione di “fidelizzazione”. Un documento di sintesi presentato dal presidente della provincia Borgna, ha reso palese immediatamente che si trattava di un soffertissimo punto di compromesso, blindato, raggiunto tra irappresentanti delle sette sorelle e che non avrebbe permesso agli altri 163 di apportarvi alcuna integrazione e/omodifica.

Nel documento (allegato) veniva data alla Conferenza dei Rappresentanti una indicazione non vincolante per l'assunzione di una delibera quadro che contemplasse la scelta di un modello gestionale “da individuarsi in una società unica provinciale a partecipazione pubblica....”. Una dizione a dir poco vaga che, come qualche sindaco ha fatto notare, poteva benissimo voler dire l'1% o il 99% di proprietà dei comuni.

Non pareva nemmeno rassicurante il fatto che di seguito si citasse la revoca della gara d'appalto fatta, sempre su nostra pressione, nel 2014, perchè quella gara riguardava la concessione integrale del servizio ad un privato. La sua revoca perciò non escludeva affatto la forma gestionale mista dove l'affidamento avviene a società che ricerca con propriag ara sul mercato il socio privato. Oltretutto nella formulazione non veniva nemmeno rispettato il vincolo del “controllo pubblico” che secondo i sindaci da Alba, Bra, Fossano, Saluzzo e Savigliano sarebbe garanzia dirispetto del voto referendario.

Se il documento fosse stato così univocamente interpretabile, non sarebbe comprensibile perchè i sindaci di Fossano e Priocca, espressisi così chiaramente per la gestione mista, abbiano poi votato a favore del documento Borgna.

A questo punto, Fabrizio Biolè, portavoce dei 19 sindaci firmatari della proposta di modifica dell'art.16 della convenzione, ha presentato un emendamento con il quale proponeva di introdurre la dizione “partecipazione totalmente pubblica” e chiedeva di porlo in votazione. Nel suo secondo intervento il presidente Borgna sembrava voler affermare che questo vincolo sarebbe stato rispettato per suo impegno personale al quale si doveva dare la massima fiducia.

Non avendo alcun dubbio sulle sue buone intenzioni, ai 19 firmatari ed al Comitato non sembrava assolutamente sufficiente per garantire il punto di arrivo finale, essendo ben chiaro che in politica le fiducie si accordano esclusivamente con espressione di voto. Né risultava comprensibile perchè ciò che era stato espresso chiaramente a voce, non potesse essere formalizzato nel documento.

Nella successiva votazione il rappresentante del comune di Cuneo, Guido Lerda, votava contro l'emendamento, disattendendo così palesemente l'indicazione ricevuta alla unanimità dal suo consiglio comunale. Anche il presidente Borgna veniva meno all'impegno assunto formalmente in sede di consiglio comunale e più volte ripetuto sui giornali, secondo il quale si sarebbe attenuto alle indicazioni dei sindaci, spendendo invece il suo 25% contro l'emendamento piuttosto di astenersi.

Queste due posizioni determinavano un immediato posizionamento per il voto contrario di un rilevante numero di sindaci, che comunque, depurato del peso della provincia e del comune di Cuneo, superava appena di poca percentuale quello dei favorevoli. Apprezziamo grandemente i tantissimi sindaci, soprattutto di comuni piccoli, ma anche di alcuni medi come Borgo SanDalmazzo, Busca e Villafalletto che comunque hanno mantenuto ferme le indicazioni ricevute dai loro consigli comunali. Ci spiace constatare che altri abbiano preferito adeguarsi.

Successivamente, mentre diversi sindaci iniziavano ad abbandonare la sala, veniva posta in votazione prima la proposta dei 19 e poi il documento Borgna in versione originale senza emendamento. Essendo ben chiaro che ormai i giochi erano stati fatti, nella confusione determinatasi anche per la non impeccabile gestione fatta dalla presidente Sibille, i presenti votavano a gran maggioranza (del resto non raffrontata col numero di sindaci rimasti), contro la proposta dei 19 ed a favore del documento Borgna.

A seduta ormai conclusa, il sindaco di Ormea, Giorgio Ferraris, accusava il Comitato di intransigenza ed i 19 dipoca astuzia politica, tacciandoli di aver messo in serio pericolo il percorso verso la gestione pubblica: peccato che in precedenza non avesse speso una parola a favore di questa scelta. Dopo la partita persa, continueremo a giocare il campionato, con una attenta presenza a tutte le sedute della Conferenza dei rappresentanti, cadenzate mensilmente.

Soprattutto monitoreremo attentamente che i rappresentanti di aree omogenee di pianura e di montagna (unioni montane?) attuino attentamente gli obblighidi consultazione di tutti i sindaci del territorio e rispettino pienamente le indicazioni ricevute, verbalizzandole erendendo pubblici i verbali.

Si eviterà così di far passare come decisioni assunte alla unanimità quelle che invece sono informali consultazioni interpretate dai rappresentanti delegati.

Comitato Acqua Bene Comune

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