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Attualità | 06 ottobre 2015, 19:15

Servizio postale: la consegna di lettere e giornali avverrà a giorni alterni, e UNCEM non ci sta

"Siamo perplessi e indignati per questo ulteriore taglio, che va oltre ogni richiesta di rinvio, oltre ogni possibilità di dialogo" dice Lido Riba, presidente di UNCEM Piemonte

Servizio postale: la consegna di lettere e giornali avverrà a giorni alterni, e UNCEM non ci sta

In novecento Comuni del Piemonte verrà meno un altro servizio essenziale, la distribuzione di lettere e giornali. Poste ha infatti dato il via al piano di consegna della corrispondenza a giorni alterni, dieci giorni su trenta al mese, non ascoltando gli appelli degli Enti locali, di Uncem e Anci, ma anche del Governo che dopo le sollecitazioni dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna – proseguite nelle scorse ore – ha invitato Poste a sospendere la decisione. Così, il Paese è stato diviso in tre fasce: nella “C” vi sono 5.300 Comuni italiani, quelli più piccoli, rurali, marginali, montani. 900 in Piemonte.

Dove Poste considera il servizio di distribuzione economicamente fallimentare – afferma Lido Riba, presidente Uncem Piemonte – e dove sceglie di tagliare, di autoeliminarsi. Senza ovviamente parlare con i Comuni e le loro associazioni, senza concertare la decisione, facendola piovere dalla direzione centrale. Siamo perplessi e indignati per questo ulteriore taglio, che va oltre ogni richiesta di rinvio, oltre ogni possibilità di dialogo che abbiamo più volte cercato di aprire suggerendo a Poste, come peraltro stanno facendo alcuni Comuni, di gestire nuovi servizi per la pubblica amministrazione, come la tesoreria e la telefonia mobile. Oltre ad aprire sportelli multiservizi in alcuni centri montani, dove trovare info turistiche, internet point, vendita di prodotti non alimentari e di giornali. Un moderno piano di questo tipo deve vedere delle aperture vere, anche delle retromarce rispetto alle decisioni iniziali dell’azienda. Tutto impossibile oggi con Poste”.

La distribuzione a giorni alterni in Piemonte arriva a due mesi dalla concertazione sulla chiusura degli uffici postali nel corso della quale la pressione della Giunta e del Consiglio regionale hanno permesso di limitare i danni, stralciando dal piano di riduzione oraria e dalla serrata di uffici una parte dei Comuni.

Peccato però – prosegue Riba – che molti Comuni montani piemontesi, dalle Alpi del Mare all’Ossola, avessero già subito indegne riduzioni di orari di apertura degli uffici cinque anni fa. Una situazione gravissima. E in tutti i centri con meno di 10mila abitanti, checché ne dica Poste, da anni, se si vuole ricevere un quotidiano è meglio recarsi in edicola. Visto che la corrispondenza da tempo arriva a giorni alterni, complice la rotazione dei portalettere, le difficoltà nel raggiungere vie e borgate che nelle zone rurali sono serviti da viabilità più complesse”.

Tutto mentre Poste sceglie di andare in Borsa, ma allo stesso tempo vuole tenere il monopolio su una serie di servizi, come la riscossione delle contravvenzioni e altri redditizie opportunità.

Con la delibera n. 163/157cons. l’Autorità garante delle Comunicazioni aveva avviato una consultazione pubblica sulla proposta di Poste Italiane relativa all’autorizzazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale.

La proposta di Poste Italiane in sintesi, riguarda l’implementazione del recapito a giorni alterni in 5.296 Comuni, individuati sulla base dell’ultimo elenco di Comuni italiani pubblicato dall’Istat il 30 gennaio 2015. La frequenza a giorni alterni è calcolata su base bi-settimanale. Con la medesima frequenza verrebbe svolta anche l’attività di vuotatura delle cassette di impostazione. Poste Italiane aveva prospettato un percorso in tre fasi per una graduale implementazione del nuovo modello di recapito e una progressiva estensione del numero di utenti interessati, fino al raggiungimento, entro la fine del 2017, del limite massimo di 1/4 della popolazione nazionale.

L’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, presieduto dall’on. Enrico Borghi, sindaco di Vogogna, ha valutato la gravità della situazione e analizzato i motivi, di diversa natura, per contestare le modalità di applicazione del modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale.

Non possiamo accettare questa nuova presa di posizione di Poste – evidenzia Borghi – Ancora una volta le scelte aziendali non vengono concertate con le istituzioni, con i rappresentanti dei Comuni. I tagli vengono calati dall’alto in nome di una razionalizzazione che è l’anticamera dello smantellamento del servizio in centinaia di Comuni. Lo trovo molto grave”.

c.s.

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