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Politica | 01 dicembre 2015, 10:01

Forza Italia a fatica intorno al 10%. Il centrodestra staccato di 10 o 15 punti dai 5 Stelle: se Torino va così perché dovrebbe andar meglio altrove?

Sondaggi da togliere il sonno a sei mesi dall’elezione del sindaco del Capoluogo di Regione. Cosa farà la Lega? Rischierà di affondare con la barca azzurra oppure calerà in acqua le scialuppe di salvataggio e se ne andrà per i fatti suoi?

Forza Italia a fatica intorno al 10%. Il centrodestra staccato di 10 o 15 punti dai 5 Stelle: se Torino va così perché dovrebbe andar meglio altrove?

Si ha bel fare congressi. Quando poi ci si confronta con la spietatezza dei numeri, ecco che tutto passa in second’ordine, pur se – oggi – le cifre sono riferite alla sola che Torino, attesa comunque in primavera da un’importantissima tornata amministrativa.

Se si votasse domani, i sondaggi dicono che la coalizione comprendente Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega nord non otterrebbe i voti neppure per giungere al ballottaggio con il Pidiesssino Piero Fassino di 15 giorni dopo, cui accederebbe invece senza neppure faticare troppo il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, oggi in grado di staccare la coalizione del centrodestra di un qualcosa come una forbice compresa fra il 10 e addirittura il 15%.

Forza Italia relegata a percentuali che oscillano pericolosamente sul confine fra le due cifre ed una soltanto. Briciole per l’ex partito di Guido Crosetto oggi saldamente in pugno a Giorgia Meloni. E la lega che non spicca quel volo che complici i migranti e  gli attentati terroristici che hanno sconvolto paesi a nord dell’Italia, da più parti era lecito attendersi. Una miseria complessiva, insomma.

Che trova nei vertici del partito piemontesi (pur se con un nome che trasuda fedeltà al Cav, Gilberto  Pichetto) i naturali parafulmini sui quali scaricare tutto il mal di pancia di uno dei momenti più bui del partito creato da Silvio Berlusconi. E che anche in casa Lega Nord potrebbe avere inattese ripercussioni, tutte positive, sulla voglia di leadership di segreteria di Gianna Gancia. Anche se l’unico in grado di portare una salutare bombola d’ossigeno alle truppe piemontesi, compiendo un vero e proprio miracolo elettorale, potrebbe essere (ma con i “se” ed i “ma” non si fa mai molta strada) “mister preferenze” Claudio Sacchetto, troppo presto silurato e mai sufficientemente rimpianto.

Un ballottaggio tra grillini e centrosinistra con il centrodestra neppure arbitro della disfida (fatti salvi “biscotti” ed inciuci), per Berlusconi ed i suoi, sarebbe una iattura. Un punto di non ritorno. Domani. Perché oggi è un campanello d’allarme che potrebbe spingere il Carroccio a non voler affondare con la nave azzurra ed a calare in acqua le scialuppe di salvataggio per andarsene per i fatti suoi? Inizialmente a Torino, poi in tutto il Piemonte.

 

R.G.

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