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Eventi | 13 febbraio 2016, 18:48

Andrea Cognazzo:”La memoria:usarla o perderla?”

Lezione di lunedì 15 febbraio 2016 ore 15,30 Cinema Monviso Cuneo

Andrea Cognazzo:”La memoria:usarla o perderla?”

La lezione di lunedì 15 febbraio 2016 dell’Università della Terza Età di Cuneo, ore 15,30 Cinema Monviso, tenuta da Andrea Cognazzo si apre con un dubbio : la nostra memoria è meglio usarla o perderla? Gli stimoli che, raccolti dai nostri sensi o creatisi nel cervello stesso, raggiungono le aree cerebrali della memoria possono diventare ricordi che si conserveranno per anni, forse per tutta la vita.

Questo processo cerebrale di memorizzazione avviene in tre fasi: La fissazione dei ricordi, la loro conservazione in "depositi", infine la loro rievocazione per riportarli all'oggi. Un processo apparentemente semplice se così schematizzato: in realtà sappiamo che fin dalla prima fase la quasi totalità degli stimoli è annullata e ci chiediamo come, anche se il motivo ci pare ovvio; nella seconda fase, quella della conservazione dei ricordi, ci sorprende la capacità del cervello di archiviare, catalogare, modificare i ricordi e ci chiediamo come faccia; nella terza fase i ricordi vengono richiamati all'attualità con meccanismi vari, spesso sorprendenti e talora misteriosi.

Questa evidente complessità del processo di memorizzazione richiede l'intervento di una molteplicità di strutture cerebrali che devono pertanto venir coinvolte in tale processo: non solo le aree cerebrali "specifiche" della memoria, ma anche aree responsabili dello stato di vigilanza e dell'attenzione (memorizziamo poco e siamo disattenti), del ritmo sonno-veglia (la sonnolenza non favorisce certo la formazione di ricordi), dell'affettività (ricordiamo molto meglio avvenimenti, luoghi, persone cui siamo affettivamente legati), dell'emotività (quanto, agli esami, l'ansia può aver danneggiato le nostre capacità mnemoniche), etc. etc.

Il discorso sarebbe lungo: queste poche osservazioni sono comunque sufficienti per farci comprendere che esiste una molteplicità di fattori che influenzano la nostra memoria e sui quali occorre far leva per sviluppare e utilizzare al meglio le nostre capacità mnemoniche e rallentare l'inevitabile declino, al di là di ogni illusione farmacologica, Quel che è certo è che il non uso favorisce il declino. E poi, non allarmiamoci, esiste pur sempre la "smemoratezza benigna dell'anziano"....

 

c.s.

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