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Attualità | 27 marzo 2016, 12:04

Domani è il “Lunedì dell’angelo”, religiosamente nato per un errore di interpretazione dei Vangeli

Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l’incontro delle donne giunte al sepolcro di Gesù ormai vuoto con l’angelo che annunciava loro la resurrezione, che gli evangelisti definiscono "il giorno dopo la Pasqua". Ma la Pasqua ebraica cadeva di sabato

Domani è il “Lunedì dell’angelo”, religiosamente nato per un errore di interpretazione dei Vangeli

Il lunedì dell'Angelo (detto anche lunedì di Pasqua oppure Pasquetta) è il giorno dopo la Pasqua. Civilmente è un giorno festivo, introdotto dallo Stato italiano nel dopoguerra, per allungare la festività della Pasqua. Dal punto di vista religioso (la religione non lo considera un giorno di precetto, ovvero la religione cattolica non richiede – se non in  Germania e altri paesi germanofoni - l’obbligo di andare alla Santa Messa) il lunedì dell’Angelo, prende invece il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l’incontro delle donne giunte al sepolcro di Gesù ormai vuoto con l’angelo, il quale ne annunciava la resurrezione.

Secondo il racconto del Vangelo, Maria Maddalena si era recata insieme ad altre donne al sepolcro dove era stato posto il corpo di Gesù Cristo, con l’intento di imbalsamarlo e ungerlo con degli oli aromatici.
Giunte però davanti alla roccia che doveva chiudere la tomba, videro che essa era spostata e subito si preoccuparono e si domandarono cosa potesse essere accaduto, ma un Angelo subito le rassicurò: “Gesù il Crocifisso è risorto come aveva detto. Venite a vedere il luogo dove era stato deposto”.
Dopo aver mostrato loro la tomba vuota, si raccomandò che andassero a riferirlo agli apostoli ed esse così fecero.

Non è molto chiaro il motivo per cui la tradizione abbia spostato questi fatti dalla mattina di Pasqua, cioè domenica, al giorno successivo (lunedì). Probabilmente, questo equivoco, perpetrato nel tempo, potrebbe essere nato da un’errata interpretazione dell’espressione "il giorno dopo la Pasqua" scritta nei Vangeli.  

La Pasqua a cui i vangeli alludono è infatti la Pasqua ebraica, che cadeva di sabato.

Una delle tradizioni della Pasquetta è (o era) quella di trascorrere la giornata facendo una gita fuori porta o una scampagnata con amici e parenti. Perché? Cosa significa questo gesto?

Una possibile interpretazione dell’andare fuori città e magari fare un bel pic-nic all’aria aperta è quella di ricordare il viaggio, fatto da alcuni discepoli, verso Emmaus nel giorno della Resurrezione. Proprio durante quel viaggio, appena a pochi chilometri da Gerusalemme, Gesù apparve ai discepoli a dimostrazione che Egli era veramente risorto.

E proprio per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata "fuori le mura" o "fuori porta".

Un’altra possibile spiegazione, di stampo più “profano”, è da ricercare nel fatto che la Pasquetta, nella stragrande maggioranza dei casi, cade all’inizio della primavera, per cui, approfittando del clima più mite, le persone sfruttano questo giorno di festa per stare all’aria aperta.

Prima di concludere, ecco alcune particolarità su questo giorno.

In generale il termine "Pasquetta" indica il lunedì dopo la Pasqua, ma in alcune località italiane non ha lo stesso significato: per esempio, la "Pasquêta", per i genovesi e i bergamaschi, è il 6 gennaio e non il lunedì dell'Angelo, mentre "Paschixedda" per i sardi corrisponde al Natale, quindi il 25 dicembre. In questo giorno, secondo la tradizione napoletana, vengono consumati: casatiello, frittata di maccheroni, salame, uova sode, carciofi arrostiti e naturalmente la pastiera.

R.G.

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