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Cuneo e valli | 23 aprile 2016, 10:04

#controcorrente: non era mai accaduto prima che il Consiglio di indirizzo della Fondazione, chiamato a eleggere il nuovo presidente, si spaccasse in modo così netto

La vittoria di Giandomenico Genta apre nuovi scenari in vista delle amministrative 2017 nel capoluogo della “Granda”, con Borgna probabilmente tagliato fuori per il bis e possibili candidati sindaci la Manassero (centrosinistra) e Sacchetto (centrodestra)

#controcorrente: non era mai accaduto prima che il Consiglio di indirizzo della Fondazione, chiamato a eleggere il nuovo presidente, si spaccasse in modo così netto

La vittoria di Giandomenico Genta alla presidenza della Fondazione Crc, contro l’avversario Antonio Degiacomi, si è risolta allo sprint finale: dodici a undici le preferenze a suo favore espresse dal nuovo Consiglio di indirizzo dell’Ente. Ma il successo del tributarista cuneese, perché di misura, lascia l’amaro in bocca a molti sconfitti - e non solo - per le contrapposizioni delle ultime settimane e le ferite profonde abbandonate sul campo di gara. Parrebbe, infatti, che ci siano state, da un fronte e dall’altro, “pesanti” pressioni su alcuni consiglieri di indirizzo per ottenere la maggioranza nella votazione. Trasformatesi, poi, per il perdente, in accuse di “tradimenti” dell’ultima ora.  Era mai accaduto prima, pur a volte, in passato, con rilevanti difficoltà, che non si raggiungesse un accordo condiviso tra i Comuni e le forze politiche per gestire l’importante Istituzione. Il volersi contare a tutti i costi, senza cercare un’intesa, lascia intravedere un futuro, almeno per i primi mesi, piuttosto grigio, nel quale i contrasti sono destinati a proseguire. Poi, certo, la particolarità di una Fondazione, che ha soprattutto il compito di aiutare economicamente le iniziative proposte dal territorio, potrebbe appianare ogni polemica e aprire la strada a un percorso collaborativo. Almeno questa è la speranza di chi la considera un patrimonio della comunità. Vedremo. In ogni caso, Degiacomi non l’ha presa bene. Mentre Genta è apparso conciliante e disponibile al dialogo, dichiarando subito dopo l’elezione: “Non ci sono né vinti e né vincitori”.       

E’ chiaro che il successo di quest’ultimo, appoggiato dal presidente della Camera di Commercio, Ferruccio Dardanello, e da uomini di spicco del centrodestra Albese e Monregalese, lascia il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia, Federico Borgna, e il primo cittadino di Alba, Maurizio Marello, sostenitori di Degiacomi, con l’acqua alla gola. Complici anche alcune loro nomine non proprio “indovinate” nel nuovo Consiglio di indirizzo della Fondazione. Tuttavia, a pagare di più la sconfitta politica sarà soprattutto Borgna, perché il prossimo anno si svolgeranno le elezioni amministrative nel capoluogo della “Granda”, mentre ad Alba avranno luogo nel 2019. E di acqua sotto i ponti, in tre anni, ne potrà correre parecchia.

 

LE FINESTRE CHE SI APRONO A CUNEO

Borgna, forte dell’appoggio del Pd per l’Istituzione bancaria, se vinceva Degiacomi, aveva già pressoché in mano altri cinque anni da primo cittadino. Al contrario, adesso, si aprono nuovi e imprevedibili scenari. In sella ci potrebbe anche rimanere, se le liste che ora lo sostengono in Municipio, a Cuneo, continueranno a farlo. Ma l’attuale maggioranza è già piuttosto traballante e lo potrebbe diventare ancora di più se la lista “Crescere Insieme”, espressione di Genta e dell’ex presidente della Provincia, Giovanni Quaglia, dovesse continuare la campagna acquisti. Un consigliere se lo è già accaparrato - Federico Casalino - passando a quattro esponenti nell’assemblea cittadina. In ogni caso, l’attuale sindaco, per mantenere la candidatura nel prossimo mandato, dovrà pagare un prezzo molto alto ai gruppi che lo appoggeranno. Soprattutto al Partito Democratico, adesso all’opposizione. Con l’incognita dell’ex assessore e consigliere comunale, Erio Ambrosino, dimessosi qualche mese fa per i contrasti con Borgna pronto a sfidarlo in prima persona o indirettamente.

Però se l’accordo con il Pd dovesse saltare, il partito cuneese di Renzi andrà alla competizione elettorale con un proprio candidato. Un nome? Potrebbe essere la senatrice Patrizia Manassero. Motivo? Ha l’esperienza per trovare il necessario equilibrio politico e sicuramente dei problemi a entrare nella lista degli aspiranti deputati alla Camera per le votazioni del 2018, surclassata da Chiara Gribaudo, Mino Taricco e, con buona probabilità, dal senatore e viceministro in carica, Andrea Olivero, il quale, se vuole rimanere in Parlamento, deve per forza entrare nel Pd. Questo perché, il Senato, in caso di vittoria del sì nel referendum confermativo della Riforma Costituzionale, sarà composto solo più da consiglieri regionali e sindaci. Occorrerà capire se la Manassero, dopo l’agguerrita battaglia combattuta nelle Comunali 2012, riuscirà a coagulare attorno a sé l’attuale maggioranza Borgna: almeno quella orientata verso il centrosinistra. In questo contesto, l’appoggio di “Crescere Insieme” diventerebbe determinante per conquistare il gradino più alto del podio.

 

E NEL CENTRODESTRA?

Un mistero è la lista “Per Cuneo”, le cui origini sono Udc, che, adesso, pur essendo paladina dell’amministrazione di centro guidata da Borgna, ha lo sguardo naturalmente rivolto verso destra. Ma il rappresentante di vertice del gruppo, Enrico Collidà, candidato alla vicepresidenza della Fondazione con Degiacomi, deve la sconfitta proprio ai suoi “amici” di “Forza Italia e C.” dell’Albese e del Monregalese. Quindi non è detto che la lista scelga quest’ultima coalizione, anche se governare con il Pd sarebbe un boccone amaro da digerire. Il centrodestra, per entrare in partita, dovrebbe ricompattarsi e trovare un candidato forte: ad esempio l’ex assessore piemontese e consigliere comunale di Cuneo della Lega, Claudio Sacchetto, passato, poi, dalle Regionali del 2014, alla compagine di Ncd. Lui, probabilmente, potrebbe salvare la barca di una coalizione che, nel capoluogo della “Granda”, è quasi affondata. Competendo alla pari con la Manassero. Mentre il Movimento 5 Stelle non starà sicuramente a fare da sfondo alla contesa. Dunque, scenari possibili ce ne sono davvero tanti. Il tempo dirà. Tenendo conto che, nelle elezioni amministrative, le sorprese sono spesso dietro l’angolo.

 

 

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