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Saviglianese | 01 giugno 2016, 09:01

Al via il 3 giugno a Savigliano “Recondite Armonie 2016”

Presso il Museo Ferroviario, alle ore 21, “Celtica” dei Birkin Tree. Tutti gli appuntamenti

Elena Spotti

Elena Spotti

L’ accoglienza di un’idea di musica a 360 gradi, comprendente le multiformi sfaccettature del fenomeno, in una visione aliena da barriere di qualsiasi specie, costituisce un primo feed-back del calendario 2016 di “Recondite Armonie”, rassegna organizzata dall'Associazione Amici della Musica di Savigliano. Un atteggiamento caleidoscopico da non confondersi con una disordinata accoglienza di qualsivoglia suggestione, bensì piuttosto rispondente a precisi fili conduttori, attenti a favorire nell’ascoltatore tragitti di approfondimento critico-estetico, spettacoli diversificati e variegati che contemplano una pluralità di forme espressive, spaziando dalla musica colta (classica) alla musica folk (popolare), sia autoctona sia straniera, dalla letteratura alla musica liturgica, dal teatro alla musica classica. Così non costituisce fonte di sorpresa se l’inaugurazione del cartellone e la sua chiusa avvengano nel segno della musica celtica (Birkin Tree, Elena Spotti e Fabio Rinaudo, Trio Euron-Rosso-Zegna): sonorità cameristiche, malinconiche melodie e danze brillanti, frutto della creatività di un popolo che nella musica raccontava una storia travagliata evocando una geografia di paesaggi misteriosi ed inquietanti.

Ancora ad illustrare il pianeta in cui la contaminazione agisce coniugando materiale sonoro proveniente da tradizioni musicali di diverse nazioni, o meglio, regioni culturali, facendo convergere in un lavoro di ricerca verso stili e repertori, le musiche etniche e folkloriche, le nuove musiche urbane e le musiche di sintesi, ritornano gli artisti del complesso Manomanouche, nonché il jazz personalissimo delle improvvisazioni al pianoforte di Enrico Pierannunzi.  Lo stile eclettico del calendario si realizza non solo a livello contenutistico ma pure nelle modalità di allestimento, dove si premiano situazioni di sinergie tra le diverse esperienze artistiche e si sposano soluzioni originali,  come lo spettacolo “Histoire de Carmen”, dove le celeberrime musiche di Bizet vengono coordinate da una lettura drammaturgica specifica, capace di considerare anche le fonti letterarie dell’avvincente storia della zingara maliarda, attribuibili all’omonima novella di Merimèe. Nella tradizione, invece, degli allestimenti all’aperto il titolo accolto nella cornice della Piazza Martiri della Libertà di Bra sarà “Tosca” di Puccini,  realizzata grazie alla collaborazione con l’Orchestra Filarmonica del Piemonte ed il partnerariato con il Concorso per cantanti lirici “Enzo Sordello” di Cuneo.

Uno sguardo invece sulle modalità di fruizione dell’opera lirica in un Ottocento privo evidentemente di modalità mediatiche, sarà offerto dal nonetto di fiati “Krommer”, con uno sguardo sul mondo della trascrizione. L’attenzione al territorio che distingue le strategie della programmazione artistica si realizza pure nell’ospitalità offerta ad una formazione vocale come il Coro “Città di Savigliano”, protagonista di un concerto di ispirazione mariana nel Santuario dell’Assunta di Cherasco. Non l’unica occasione per frequentare le storiche e splendide architetture delle chiese piemontesi, laddove “Recondite Armonie” si completa anche dei concerti dedicati al re degli strumenti, ossia l’organo: appuntamenti con la musica ma anche con le particolarità di manufatti organologici che costituiscono un patrimonio artistico tout-court. 

La rassegna prende il via venerdì 3 giugno a Savigliano, presso il Museo Ferroviario alle ore 21 con “Celtica” dei Birkin Tree (Laura Torterolo alla voce, Michel Balatti al flauto traverso irlandese, Fabio Biale al biolino e bodhran, Claudio de Angeli alla chitarra e Fabio Rinaudo uilleann pipes e whistles).

La loro musica è stata trasmessa dalle radio di Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Olanda, Norvegia, Irlanda, Inghilterra, Australia, Stati Uniti, Russia e Svizzera: nel corso di una trentennale carriera i Birkin Tree hanno tenuto più di millesettecento concerti in Italia ed in Europa e sono l'unica formazione italiana - ed una delle pochissime nel mondo - ad esibirsi regolarmente in Irlanda. Uno stretto dialogo musicale in bilico tra virtuosismo e pathos, alla scoperta degli affascinanti paesaggi sonori della musica irlandese, frutto della creatività di un popolo ispirato da leggende fosche e fantastiche, ricostruita rigorosamente attraverso le fonti storiche, ma ogni volta “personalizzata” nel momento esecutivo, come dovuto alla spontaneità della tradizione orale. I brani del programma, attinti dal vasto repertorio legato al violino, alla uilleann pipes al flauto e alla voce,  con  la chitarra  ed il bodhran ad aggiungere ritmo e dinamicità, alternano l’energia di reel e jig  al lirismo di antiche slow air in uno spettacolo in cui si raccontano tutti i colori e le atmosfere tipiche d’Irlanda.

Sabato 4 giugno a Savigliano, sempre presso il Museo Ferroviario alle ore 21 altro appuntamento con la musica celtica con Elena Spotti all'arpa irlandese e Fabio Rinaudo a uilleann pipes e whistles con “Suggestioni dall'Irlanda e dalla Scozia”.

Lo strumento simbolo della musica irlandese è l’arpa celtica, che per più di un millennio ha dato voce alle emozioni, alle aspirazioni ed al dolore di un popolo profondamente legato alla gioia della vita, allo stupore del Creato, un popolo schiacciato da una dominazione protratta nei secoli ma mai annientato. Quando l’arpa celtica si unisce alla voce nasce una nuova magia, un viaggio affascinante che percorre quattro secoli di tradizione musicale attraverso l’Irlanda, la Scozia, il Galles. Panorami musicali suggestivi, squarci di vita e di emozioni accompagnate da brevi spiegazioni storico-musicali dei brani e dalla magia delle corde dell’arpa che risuonano insieme al canto. Dalle “slow airs” malinconiche ai ritmi eroici delle marce, dalle danze delicate e turbinose alle composizioni dei grandi arpisti irlandesi dei secoli XVII-XVIII, dai canti di amore e di lotta agli inni spirituali, un susseguirsi di sonorità poetiche e appassionate. Un concerto che è una scoperta di musiche così lontane nel tempo e nello spazio e così vicine ai nostri cuori di uomini moderni.

Venerdì 17 giugno a Savigliano, presso la Chiesa di San Andrea alle ore 21 “Organi Vespera” con Didier Hennuyer all'organo.

Il romanticismo francese regala musica organistica speciale, specialmente indirizzata a riflettere, con i registri di colore di macchine strumentali sofisticate, la duplice passione dei cugini d’Oltralpe per l’orchestra sinfonica e per contenuti evocativi, talora sostenuti dal richiamo ad antiche danze, talaltra impressionisticamente allusivi. Una cifra creativa fortemente identitaria, cui risponde un interprete come Hennuyer Didier, vicino alla poetica di un Duruflè,  di un Guilmant o di un Franck  per la naturale eredità della consanguineità geografica (nato nel 1972 a Boulogne sur Mer), nonché per un solido brillante itinerario di studi specifici, nel capitolo organistico e compositivo, presso i Conservatori di Boulogne, Calais e Orleans. Background cui aggiungere l’esperienza maturata in una intensa attività concertistica in Francia e all’estero, che lo ha visto, tra l’altro, eseguire l’opera omnia per organo di Olivier Messiaen.

Sabato 18 giugno a Monforte d'Alba presso la Cantina Conterno Fantino alle ore 21 “Manomanouche Quartet” con Nunzio Barbieri e Luca Enipeo alla chitarra acustica, Pierre Steeve Jino Touche al contrabbasso e Massimo Pitzianti alla fisarmonica e bandoneon. In collaborazione con Cambi di Stagione.

Dalla fusione dello swing, del folklore tzigano e della melodia italiana nasce, nel 2001, l’originale proposta di Manomanouche, intesa a far conoscere la cultura e la tradizione musicale degli zingari Manouches. Gypsy Jazz il loro, arricchito dalla qualità personale della ricerca, dal gusto per l’improvvisazione, dalla fantasia degli arrangiamenti, capaci di coinvolgere intensamente l’ascoltatore con il solo supporto degli strumenti acustici. Il progetto Manomanouche propone un repertorio di arrangiamenti di brani del noto chitarrista e compositore Django Reinhardt, alcuni standards, valzer gipsy-musette e diversi brani originali. Il quartetto si compone di artisti provenienti da apprendistati diversi, dal jazzista puro ai “traghettatori” provenienti da percorsi più strettamente accademici, ma sono tutti riuniti dalla collaborazione con il cantautore Paolo Conte con il quale suonano nei più prestigiosi teatri d'Europa.

Sabato 25 giugno a Monforte d'Alba presso l'Auditorium Horzowski alle ore 21 “L'Histoire de Carmen”, la storia di Carmen raccontata sulla musica di G.Bizet. Lucien Rosso - drammaturgia e voce recitante, Gabriella Costa - soprano, Annie Vavrille - mezzosoprano. Vincent Tizon - tenore, Riccardo Fioratti - baritono, Orchestra sinfonica di San Remo. Direttore, Paul-Emannuel Thomas. In collaborazione con Cambi di Stagione.

Non un allestimento operistico, bensì una rilettura di una vicenda dalla provenienza letteraria, dovuta alla penna di Prosper Mérimée, resa immortale dal vestito sonoro cucito da Georges Bizet per il teatro parigino dell’Operà-comique. Una Spagna immaginata nel culto francese per l’esotico come mitica terra di passioni definitive, di sensualità africane (per citare un estimatore illustre come Friedrich Nietzsche) personificate dall’anarchica zingara. Basterà un tratto, una melodia (di habanera, di seguidilla) dedotta dalla partitura di Bizet per scatenare vibranti atmosfere mediterranee, affidate alla bacchetta di un giovane direttore francese, che proprio dalla maliarda Carmen, in una produzione per il Festival francese “Opéra en plein air” ha ricevuto l’imprinting del successo mediatico, con la trasmissione in diretta sul canale ParisPremiére. Attore, regista, critico d’arte, docente di recitazione al Conservatorio di Mentone, Lucien Rosso, appassionato di melodramma, ha concepito, recitato e messo in scena diversi spettacoli che intrecciano musica e letteratura, prestando orecchio ad una trasversalità innata tra i linguaggi dei suoni, delle lettere e del palcoscenico.

Mercoledì 27 luglio a Bra nel cortile del palazzo Mathis alle ore 21, “Serenate” del Nonetto Krommer. Ubaldo Rosso – flauto, Paolo Lerda e Cristina Triolo – oboi, Paolo Montagna e Gianluca Montanaro – clarinetti, Bruno Giudice e Paola Sales – fagotti e Marco Tosello e Gaspare Balconi corni.

Antenati delle moderne bande, sorte al seguito della Rivoluzione francese, i piccoli gruppi di strumenti a fiato, appellati con il termine tedesco di Harmoniemusik, svolgevano un ruolo determinante per la musica destinata all’intrattenimento “outdoor”, nei giardini o nei caffè, nelle piazze o per le vie di borghi e città. Il loro repertorio comprendeva musiche originali (Divertimenti, Serenate, Cassazioni di classica memoria) ma potevano pure proporre i temi dell’opera alla moda trascritti e variati per il nuovo organico. Memore di questo retroterra divulgativo, nonché di una moderna reinterpretazione dell’ensemble di fiati, intesa piuttosto alla valorizzazione delle qualità solistiche e d’assieme dei suoi componenti,  la formazione cameristica "Ottetto Krommer" nata nel 2014, rivisita proprio il variopinto mondo  delle “serenate” nonché dell’opera “fuori dal teatro”.

Giovedì 30 giugno presso la Chiesa della Confraternita della Croce Nera di Saluzzo alle ore 21, “Organi Vespera” con Przemyslaw Kapitula all'organo.

Ecco due concerti organistici che consentiranno un itinerario significativo attraverso le diverse scuole  Sette- ottocentesche, capitanate dal sovrano assoluto di Eisenach,  in trono qui con la celeberrima Toccata in re min BWV 565, ma anche con le luterane elaborazioni su melodie di corali. Soprattutto organo tedesco, ma anche colorata scuola francese, con l’onomatopeico Coucou di Daquin, teatrale scuola italiana rappresentata da Vincenzo Petrali, severità inglese e pure un omaggio alla Polonia con una Fantasia di Bartolomej Plekiel. Un nome forse destinato a rimanere sconosciuto, se non grazie alle amorose cure di Przemyslaw Kapitula.  Nato nel 1965 a Varsavia, l’artista polacco, che tiene concerti regolarmente in tutta Europa, si è particolarmente speso per riportare in vita la produzione organistica del suo paese. Impegnato anche sul fronte della promozione e diffusione del patrimonio musicale, è organizzatore di 150 concerti ogni anno per 19 mila persone, direttore artistico del Festival Internazionale di Musica sacra e Festival Internazionale di Musica Organistica a Varsavia.

Mercoledì 27 luglio a Saluzzo, presso la Chiesa Confraternita della Croce Nera alle ore 21 “Visioni in Jazz”, in collaborazione con il festival Jazz Visions 2016. Enrico Pieranunzi si esibirà al piano solo.

Sulle orme di Franz Liszt e di quegli strumentisti-virtuosi-creativi incapaci di “passare sugli stessi pensieri” Enrico PIerannunzi ha votato talento pianistico e fantasia poietica al jazz, luogo meno remoto dell’Ottocento romantico dove dar voce al desiderio di superamento del confine interpretativo, prendendosi la libertà di interpretare se stessi.  Centinaia di concerti, più di 70 CD, nonché innumerevoli premi (pure nella patria americana dello swing) gli hanno dato più che ragione, tant’è vero che oggi l’artista romano risulta tra i protagonisti più noti ed apprezzati della scena jazzistica internazionale, unico musicista italiano di sempre ed uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato (luglio 2009) nello storico “Village Vanguard” di New York. La prestigiosa rivista americana “Down Beat” ha incluso il suo cd “Live in Paris”, in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli (Challenge), tra i migliori cd del decennio 2000/2010.

Lunedì 1 agosto a Bra presso la Piazza Martiri per la Libertà alle ore 21, terza edizione del concorso canto lirico città di Cuneo “Enzo Sordello” con la “Tosca”, opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.

I Carri di Tespi, ossia i teatri mobili realizzati attraverso strutture lignee montate nelle piazze di città e paesi italiani, per ospitare il teatro nomade popolare, sono il lontano modello, rivisitato poi in era fascista, della lirica En plein air, tradizione diffusa in numerose regioni nostrane, sostenuta dal consenso di un sempre vastissimo pubblico. Titoli popolari servono questo genere di spettacolo, nella prospettiva promozionale verso un’utenza meno coinvolta nelle geografie consacrate del teatro lirico. Opere come, per l’appunto, “Tosca”, un dramma di gelosia, eros e sangue, dal 1900 imperturbabile presenza sui palcoscenici del mondo intero, pronto ad immedesimarsi nella passionale storia d’amore e di morte di Floria e Mario, traditi da un destino beffardo manovrato dal perverso Scarpia e ad intonare, con sempre immutabile trasporto, “Vissi d’arte” e “Lucean le stelle”, ma soprattutto “Recondite armonie”, celeberrima romanza tenorile il cui incipit si presta anche quale titolo della presente rassegna.

Sabato 10 ottobre a Cherasco, presso il Santuario dell'Assunta alle ore 21 “Ave Sanctissima Maria” del coro polifonico “Città di Savigliano” con Sergio Daniele direttore e Elena Zegna voce recitante.

Nato nel 2002 con l’intenzione di diffondere la musica corale soprattutto nel mondo giovanile, Il coro polifonico "Città di Savigliano", sotto la direzione del Maestro Sergio Daniele, è cresciuto in fretta, coltivando entusiasmo e competenze. Nonostante i suoi componenti fossero tutti alle prime esperienze con la musica vocale, non sono mancate le soddisfazioni di esibizioni in tutta Italia, nonché all’estero. Per l’occasione la compagine presenta un programma di ispirazione mariana, confermando con brani di variegata provenienza storico-geografica  (dal Rinascimento di  Arcadelt o Aichinger  sino all’età moderna di Rips) la propria duttilità vocale nonché le intenzioni culturali del progetto di partenza, che trova nel canto un momento importante di crescita individuale e collettiva. Per l’occasione il coro sarà affiancato da Elena Zegna, attrice specializzata in letture teatrali, che, dal 2000 ad oggi si è esibita in spettacoli interdisciplinari tra prosa, poesia e musica.

Sabato 30 ottobre ultimo appuntamento della rassegna a Savigliano presso il Museo Civico A. Olmo “Gipsoteca” alle ore 21: “Atmosfere Shakespeariane e tradizioni d'Irlanda” con Enrico Euron all'arpa, Ubaldo Rosso al flauto ed Elena Zegna voce recitante.

Nel periodo elisabettiano la musica faceva parte della vita quotidiana di re, nobili, cortigiani, ma anche di contadini, artigiani, fabbri, mercanti: sofisticati musicisti di corte che servivano l’otium dei nobili in palazzi eleganti cedevano il testimone a strumentisti e cantastorie d’estrazione popolare, signori di taverne e bordelli. Nei primi dominavano raffinate ghirlande di variazioni da esibire al virginale nei secondi galoppanti ritmi di danza e scollacciate bawdy ballads. Omaggiando William Shakespeare nel 400° dalla morte attraverso la voce di Elena Zegna, la “colonna sonora”, offerta da uno specialista del repertorio celtico come Enrico Euron da un lato, e da un profondo conoscitore della musica barocca come Ubaldo Rosso dall’altro, saprà coniugare i due diversi atteggiamenti, così come accadeva negli allestimenti del teatro shakespeariano, in cui si alternavano musiche di scena provenienti talora dal mondo colto, talaltra da quello popolare in ragione delle esigenze narrative.

C.S.

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