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In Breve

| 04 giugno 2016, 13:28

Quando nessuno “controlla i controllori” - Il Divo

A qualche giorno di distanza dalla 70^ Festa della Repubblica, forse, è il momento di chiedersi non tanto cosa possano le istituzioni fare per noi cittadini, ma cosa si possa fare noi per loro

Quando nessuno “controlla i controllori” - Il Divo

Il Divo – La spettacolare vita di Giulio Andreotti” è un film di produzione italo-francese del 2008, scritto e diretto da Paolo Sorrentino.

La pellicola ripercorre in modo biografico una parte della vita di uno dei politici italiani più importanti, influenti e discussi dal dopoguerra fino agli anni 2000: Giulio Andreotti, raccontato nel periodo di tempo tra la presentazione del suo 7° governo e l'inizio del processo per collusione mafiosa che terminerà con l'assoluzione per collusione mafiosa.

I “simboli patri italiani”, non sono sicuro chi legge lo sappia davvero, sono una serie di simboli (appunto) che identificano l'Italia unita riflettendone la storia e la cultura attraverso immagini, emblemi, allegorie e personificazioni; tra quelli ufficiali troviamo il nostro tricolore, il simbolo della Repubblica e l'inno di Mameli, ma anche qualcosa di un po' più ampio come la Festa della Repubblica, che abbiamo recentemente festeggiato. Non so se ve ne siete accorti, insomma.

Un piccolo recap: 70 anni fa, nei giorni del 2 e del 3 giugno, l'Italia appena liberata dal nazifascismo è stata chiamata a prendere una posizione, a scegliere la propria forma di governo tra la Monarchia (che per circa i 20 anni precedenti aveva sostenuto il regime mussoliniano) e la Repubblica (una strada complessa e lunga, che avrebbe richiesto un lavoro serio e importante di responsabilità comune). Se oggi abbiamo l'ardire di considerarci cittadini, e non sudditi, è perché le votazioni dei padri dei nostri padri hanno propeso per la seconda opzione.

Ma guardando alla Repubblica italiana odierna, non sono pochi quelli a cui passa per la mente di rinnegare quella scelta, quella presa di posizione. E, c'è poco da dire, il film di cui parliamo in questa settimana non aiuta di certo in questo senso.

Il Giulio Andreotti di Toni Servillo (uno dei ruoli che, oltre ogni dubbio, ne ha consacrato la carriera ed esaltato le straordinarie capacità recitative) è un uomo tormentato e sfuggente, che ad un certo punto, nel monologo più famoso della straordinaria pellicola, ammette senza alcun pudore di aver “perpetrato il Male per difendere il Bene” e che gran parte dei personaggi morti in circostanze misteriose nel corso della discussa e discutibile Prima Repubblica fossero ricercatori della Verità, e che al contrario di ciò che pensano tutti, la Verità “è la fine del mondo, e noi non possiamo permettere la fine del mondo”: il monologo, come l'intera pellicola, è senza dubbio profondamente romanzato ma qualcosa mi dice che se Andreotti si fosse permesso di essere sincero per una sola volta, nella vita, forse non avrebbe detto poi parole troppo diverse.

Gli uomini di potere sono costretti a gestire situazioni complicate, e situazioni complicate non possono risolversi in modo semplice: la politica, a qualunque livello, è un gioco in penombra.

Quindi come dovremmo reagire noi, che il potere vero e proprio non sappiamo (e probabilmente non sapremo mai) nemmeno cosa sia? Non ci resta che sederci e assistere al mondo attorno e dentro di noi che cambia per decisione di qualcun altro, subendo passivamente e senza possibilità di espressione ciò che ci viene imposto, ciò che ci viene sbattuto in faccia?

Forse. O forse è solo quello che siamo stati portati a credere, o di cui ci siamo convinti da soli per comodità.

Spesso si sostiene, e a ragione, che la gente comune non possa e non debba essere lasciata da sola dalle istituzioni della società. Ma comincio a pensare che possa anche essere vero il contrario: politici e amministratori sono espressione della nostra volontà come cittadini, o almeno dovrebbero esserlo, dopotutto. E questo, per quanto mi riguarda, non è un giudizio del tutto positivo sul nostro grado di partecipazione sociale.

Spero sinceramente abbiate passato una buona Festa della Repubblica, così come ho fatto io, ma adesso a distanza di un paio di giorni forse è il momento di chiedersi se ci sia ancora qualcuno che “controlla i controllori

simone giraudi

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