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Attualità | 28 luglio 2016, 17:15

Ezio Falco, la lettera dopo l'archiviazione: "I miei accusatori hanno perso in ogni occasione"

Riceviamo e pubblichiamo

Ezio Falco, la lettera dopo l'archiviazione: "I miei accusatori hanno perso in ogni occasione"

Gentile Direttore,

nella serata di ieri sono venuto a conoscenza dell’archiviazione dell’indagine penale a mio carico, di cui ero al corrente da ottobre 2014, quand’ero presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, senza però sapere né il denunciante e né il contenuto della denuncia.

Dall’atto di archiviazione ho scoperto che le due denunce (entrambe del 2014) furono dell’allora consigliere di Fondazione Mana e dell’ex presidente BRE Bertolotto (non confermato nei suoi incarichi bancari nel 2010 e nel 2011). Le denunce riguardavano presunti interessi personali nell’attribuzione dell’appalto per la ristrutturazione dell’ex-Sala Contrattazioni (appropriazione indebita) e l’ostacolo alla vigilanza del Ministero.

L’indagine approfondita durata quasi due anni e mezzo ha certificato che l’appalto è stato regolare e condotto secondo le norme previste, che non c’è stato conflitto di interesse, che non c’è stato ostacolo alla vigilanza del MEF e, in sintesi, che non sono un corrotto e/o un corruttore e che la Fondazione CRC ha agito correttamente. Non avevo bisogno del “bollino” della giustizia per sapere tutto questo, ma così è stato certificato.

Per anni i miei persecutori ad ogni occasione in cui un ente attestava la correttezza dei nostri comportamenti avevano sempre qualcosa da eccepire , non bastava mai.

Dopo i controlli interni, gli organi della FCRC, il MEF, il tribunale civile (che li ha condannati per diffamazione al risarcimento di 45mila euro, interamente versati alla Fondazione), ora la giustizia penale mette una parola fine all’accanimento contro di me.

I miei accusatori hanno perso in ogni occasione.

Costoro avranno per sempre il mio disprezzo e invito i cittadini liberi ad andare a verificare chi sono stati gli autori di tante angherie e ricordarsene nelle occasioni decisive. Invito chi ha dato fiato a questi soggetti, propalando il loro teorema rivelatosi falso, a interrogarsi ancora una volta sul ruolo dell’informazione; mi aspetto dall’ordine dei giornalisti del Piemonte i provvedimenti del caso nei confronti in particolare di un giornalista/killer che mi ha diffamato per mesi su di un settimanale cuneese.

A coloro che sono stati silenti in attesa degli eventi auguro una seria riflessione sul ruolo della classe dirigente che intende darsi nel prossimo futuro; l’atteggiamento del “non vedo, non sento, non parlo” è da noi identificato con la cultura mafiosa o con la cultura della paura. Io non appartengo ad alcun clan e non ho paura di nessuno.

Non sono stato piegato dalle minacce e non sono stato sottomesso dalla paura del discredito. Sapevo cosa avevo fatto e cosa non avevo fatto. Ho due rammarichi: aver avuto giustizia non da presidente in carica ma a tre mesi dal termine del mandato; aver assistito alla sconfitta di Antonio Degiacomi nella corsa alla mia successione con la vittoria risicata dei fautori della discontinuità nella gestione dell’Ente. Anche qui in mezzo a tanti silenzi e a non poche ambiguità.

Ezio Falco

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