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Attualità | 29 luglio 2016, 18:00

I parlamentari Mino Taricco e Mariano Rabino in visita ispettiva al carcere di Alba

Appuntamento domani mattina, sabato 30 luglio, con il Garante dei detenuti della Regione Piemonte, Bruno Mellano, e il Garante comunale di Alba, Alessandro Prandi

Il carcere di Alba in un'immagine di repertorio

Il carcere di Alba in un'immagine di repertorio

Sabato 30 luglio, alle ore 10.00, il Garante dei detenuti della Regione Piemonte, Bruno Mellano, visiterà la Casa di Reclusione “Giuseppe Montalto” di Alba (CN), insieme al Garante comunale di Alba, Alessandro Prandi e ai parlamentari piemontesi Mino Taricco (Gruppo PD) e Mariano Rabino (Gruppo Misto - Scelta Civica).

I due parlamentari, entrambi ex consiglieri regionali e, per quanto riguarda Taricco, già Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, si sono contraddistinti per aver presentato nella corrente legislatura parlamentare un’interrogazione (Taricco) ed un’interpellanza (Rabino) riguardanti l’istituto penitenziario albese che, com’è noto, è chiuso dall’inizio dell’anno per un’epidemia di legionellosi (un’infezione la cui trasmissione avviene inalando acqua contaminata sotto forma di "aerosol", generato da rubinetti, docce, ecc. ) che aveva colpito almeno quattro detenuti del carcere.

In seguito all’epidemia, il “Montalto” era stato completamente evacuato con il trasferimento di tutti i 122 detenuti, distribuiti nelle case penitenziarie di Alessandria, Cuneo, Fossano, Saluzzo e Vercelli. Anche la maggior parte dei 112 agenti di polizia penitenziaria sono stati inviati in missione presso altre strutture carcerarie piemontesi.

Successivamente, con un'ordinanza a firma del sindaco di Alba, Maurizio Marello, era stata disposta la bonifica dell'impianto idrico del carcere albese, che potrebbe essere all'origine del diffondersi del batterio.

Nell’interrogazione al Ministro della Giustizia presentata come primo firmatario da Mino Taricco lo scorso 24 giugno (http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/244808) si puntualizzava tra l’altro come “grazie all'ausilio della rete dei garanti piemontesi, è inoltre emerso che ben poche delle persone detenute ad Alba sta proseguendo i percorsi formativi, scolastici e lavorativi di norma seguiti, benché, in una lettera del 7 gennaio 2016 sottoscritta dal Garante comunale dei diritti dei detenuti di Alba (Alessandro Prandi), insieme al Garante regionale, fosse stata espressamente richiesta una particolare tutela per quei percorsi, in quanto parte fondante del percorso di rieducazione volto al reinserimento sociale dei detenuti” .

Anche nell’interpellanza urgente presentata da Mariano Rabino al Ministro della Giustizia il 5 luglio (http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/249752) si osservava come “nulla di certo si sa sull'entità degli stanziamenti dei lavori e, soprattutto, circa le modalità ed i tempi di intervento ai fini dell'efficiente e rapido ripristino del sito in oggetto; la struttura, infatti, ancora chiusa e disabitata, è destinata ad un inarrestabile deterioramento a causa del degrado e dell'abbandono che sta subendo: tutto ciò non favorisce certo la prospettiva di una imminente riapertura; quel che preoccupa maggiormente è che nel corso dei mesi, dopo la sospensione delle attività a favore dei detenuti per conto dei volontari, è venuta meno anche la disponibilità di terzi e privati di investire nei percorsi formativi e professionali utili ai detenuti stessi”.

All’interpellanza “Rabino – Monchiero” (già autori di un identico question-time nel febbraio scorso sullo stesso argomento) il 15 luglio scorso ha risposto la Sottosegretaria alla Giustizia Federica Chiavaroli, spiegando che, secondo quanto prescritto dall’ASL competente, i lavori necessari sono stati individuati in opere di sanificazione consistenti in interventi strutturali sull’impianto idrico e nell’adeguamento dei servizi igienici alla normativa vigente e aveva altresì assicurato che erano già state avviate dal Ministero le azioni per l’assegnazione dell’appalto, l’esecuzione dei lavori e il relativo collaudo.

In particolare il 1° luglio si era concluso lo studio di fattibilità per un intervento radicale sugli impianti idrotermosanitari. La cifra stanziata dal Ministero ammonta a due milioni di euro mentre, da una prima previsione del DAP, l’intero lotto dei lavori potrebbe concludersi entro la fine del 2017, anche se si auspica la possibilità di una consegna anticipata di singoli corpi di fabbrica, con ripresa graduale dell’attività. Infine la Sottosegretaria ha ribadito la massima cura da parte del Ministero per garantire la continuità dei percorsi scolastici e professionali intrapresi dai detenuti.

c.s.

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