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Sanità | 22 settembre 2016, 19:15

Tre anni e oltre cinquecento interventi con il robot "Da vinci" al Santa Croce e Carle di Cuneo (Guarda i video)

Nel video le interviste al direttore dell'Aso Santa Croce e Carle Corrado Begodi e il direttore S.C. Chirurgia Generale e Dipartimento Chirurgico Felice Borghi

Tre anni e oltre cinquecento interventi con il robot "Da vinci" al Santa Croce e Carle di Cuneo (Guarda i video)

 

Visione tridimensionale vera, assenza di tremore, magnificazione delle immagini, una tecnologia che consente all’attrezzatura una mobilità superiore a quella del polso umano. Sono alcune delle caratteristiche che giustificano i circa 500 interventi (300 di chirurgia generale e 200 di Urologia) eseguiti con il robot chirurgico “Da Vinci”, acquistato dall’azienda ospedaliera S. Croce e Carle, 3 anni fa con il contributo totale della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo.

A fare il bilancio di questa tecnologia avveniristica, giovedi 22 settembre nel salone di rappresentanza del S. Croce di Cuneo, c’erano il direttore generale del S. Croce Corrado Bedogni, il direttore del dipartimento di Area Chirurgia e primario di Chirurgica Generale Felice Borghi, il primario di Urologia Giuseppe Arena.

Bedogni: “L’adozione di questa tecnologia ha rappresentato un momento di crescita per l’ospedale, ma i costi suggeriscono di mantenere alta la guardia sull’appropriatezza dell’utilizzo. I vantaggi sono indubbi per il paziente, ma anche per il chirurgo. In futuro potremo estenderne l’impiego probabilmente anche ad altre discipline chirurgiche, come l’Otorinolaringoiatria e la Ginecologia“.

Borghi: “Siamo intervenuti, nell’ultimo triennio, su circa 300 pazienti, nella maggior parte dei casi su tumori maligni, soprattutto in interventi ad alta complessità. Il ricorso al robot presenta indubbi vantaggi per il paziente perché riduce al minimo i sanguinamenti, riduce la degenza post-operatoria e le complicanze; ma anche per il chirurgo per vantaggi di tipo posturale, minore stress fisico e fatica, maggiore lucidità”.

La tecnologia consente anche di eseguire interventi in modo più accurati rispetto alla laparoscopia, ad esempio quando si tratta di asportare linfonodi. I robot chirurgici sono 83 in Italia (seconda alla Francia e in linea con la Germania), 6 in Piemonte di cui 5 in aziende pubbliche, utilizzati soprattutto per la chirurgia colo-rettale e in urologia, in particolare per interventi di prostatectomia totale.

Ma è sicuro il robot? “La macchina è sotto il nostro controllo - spiega Borghi - è una piattaforma computerizzata, arricchibile nel tempo. Il S. Croce desidera stare al passo con l’evoluzione tecnologica, pertanto non perderà le occasioni di miglioramento anche in questo tipo di tecnologia. I maggiori costi sono un problema, tuttavia in parte sono riassorbiti dalla minore degenza media del paziente”.

L’apparecchiatura è presente in tutti i continenti del mondo ad eccezione dell’Africa, la massima concentrazione è negli Stati Uniti; per quanto riguarda l’Italia in Lombardia e Toscana, mentre mancano in Calabria e nel Molise.

Giuseppe Arena, primario di Urologia: “In Urologia il robot è utilissimo soprattutto per interventi di prostatectomia totale, poiché la prostata è un organo di piccole dimensioni circondato da strutture particolarmente delicate. Questo tipo di intervento è il più diffuso al mondo da quando esiste la robotica ed è anche l’unico intervento per il quale esistono evidenze scientifiche dei vantaggi del ricorso al robot. Ci sono sei centri in Piemonte in cui si eseguono più di 50 prestazioni con questa tecnologia e uno di questi è l’ospedale S. Croce”. Aggiunge Arena: “La robotica presenta una curva di apprendimento breve e ciò significa che è possibile la formazione di un maggior numero di professionisti. Per questo si parla di democratizzazione della robotica”. Presenti in sala il Prefetto Giovanni Russo, il comandante provinciale dei Carabinieri Rocco Italiano, il Maggiore della Guardia di Finanza Mario Invincibile e l’assessore comunale Maria Gabriella Aragno. Per la Fondazione CRC Marco Formica, che in Consiglio Generale rappresenta il settore della Sanità.

rg

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