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In Breve

| 25 settembre 2016, 06:45

Sport e integrazione: la storia di Paula Lucia, innamorata di Cuneo e delle sue montagne

“La mia Argentina la porto nel cuore, ma ora fa parte del mio passato, ed è solo un meraviglioso, ma pur sempre lontano, ricordo d’infanzia”

Paula Lucia

Paula Lucia

L'abbiamo detto spesso, qui su “In&Out”, parlando con diversi cittadini “made in Granda” e delle loro esperienze di vita, lavoro e studio all'estero: allontanarsi aiuta a riconsiderare se stessi e la propria realtà in un modo prezioso quanto difficile da sperimentare altrimenti. E, magari, a tornare indietro sui propri passi con dentro qualcosa di nuovo e di importante.

Non importa, in effetti, quanto piccolo e angusto sia il luogo da cui partiamo, perché proprio quel luogo potrebbe rappresentare qualcosa di speciale per un'altra persona: è per questo che in questa rubrica non c'è solo “Out”... ma anche “In”. Perché è vero che tante persone dalla nostra provincia se ne vanno per costruire qualcosa dall'altra parte del mondo, ma almeno altrettante hanno percorso il cammino inverso e non hanno alcuna intenzione di rinnegarlo.

Una di queste è Paula Lucia, argentina DOC trasferitasi in Italia ormai da più di dieci anni: una vita legata a doppio filo allo sport e una passione (scoperta proprio solo dopo essersi spostata nel cuneese) profondissima per la natura e la montagna.

Con lei, abbiamo fatto quattro chiacchiere.

- Ciao Paula. Sei originaria dell'Argentina. Per la precisione, da quale zona arrivi?

Sono nata nella periferia di Buenos Aires, in una piccola città a circa una trentina di chilometri dalla capitale... piccola si fa per dire, in quanto conta in realtà più di seicentomila abitanti. I miei nonni materni e quello paterno, invece, erano italiani; la nonna paterna aveva i genitori spagnoli, ma lei, ha girato il mondo fin dalla più tenera età.

- Quando ti sei spostata in Granda, e perché hai scelto proprio la nostra provincia (sempre che ci sia una ragione specifica)?

Quando siamo arrivati in Italia nel 2003, dopo il crollo economico in Argentina, i miei genitori, mio fratello, ed io ci siamo diretti verso la periferia di Milano: lì si erano sistemati stabilmente gli zii e i cugini di mia madre, che ci hanno accolto nel primo periodo di transizione. Ho vissuto lì fino al 2015.

Poi è subentrato l’amore, che mi ha portato da queste parti, dove mi sono innamorata anche delle montagne che circondano la città di Cuneo, di via Roma e i suoi tavolini fuori nelle calde serate estive, delle semplicità dei ritmi di vita e allo stesso tempo delle tantissime iniziative che offre.

- So che pratichi molto sport. Ti ha aiutata nel superare le possibili difficoltà, grandi e piccole, legate all'integrazione? Hai qualche aneddoto da raccontare in merito?

Essendo arrivata poco più che adolescente e non sapendo la lingua italiana e non conoscendo nessuno oltre ai cugini già adulti, mi sono trovata sicuramente molto isolata nel primo periodo. Pian piano ho fatto alcune amicizie frequentando diversi ambienti, ma è stato un processo lento e non agevolato dalla timidezza che mi caratterizzava all’epoca. Solo con gli anni ho imparato a prendermi i miei spazi, come il tempo per fare volontariato, e il grande balzo in avanti nella mia vita è decisamente arrivato quando ho deciso di cominciare a fare gare di corsa in montagna, dopo alcuni anni di trekking. Mi ha dato fiducia in me stessa, mi ha permesso di viaggiare e di conoscere tante persone, con le quali si è creato un rapporto davvero forte e profondo.

E il caso mi ha portata in Valle Maria nel luglio del 2013, dove proprio durante lo svolgimento di una gara, l’Alpine Wonderful Trail, ho avuto occasione di conoscere il mio compagno. Il trail mi ha permesso inoltre di compiere alcune imprese delle quali vado molto fiera, come ad esempio aver portato a termine il Tor des Geants nel 2014, o alcuni podi durante questi anni. Se non avessi iniziato con lo sport, la mia vita sarebbe ben diversa ora.

- Che cosa fai nella vita, adesso?

Ho sempre fatto di tutto e mi piace mettermi alla prova, anche se una volta qui a Cuneo ho dovuto un po' arrangiarmi. Ho lavorato in una grande azienda di moda, in uno studio contabile, come assistente amministrativa e commerciale in un'importante multinazionale, ho insegnato spagnolo e ho lavorato come commessa.

Adesso faccio da receptionist ma non escludo in un futuro di potermi dedicare a tutt’altro, magari alle mie molteplici passioni: ho conseguito l’attestato di istruttrice di trail running e non escludo di potermici dedicare in futuro ad esempio.

- Come ti trovi a vivere nella provincia cuneese? Quali sono, secondo te, i pro e i contro della nostra terra e dei suoi abitanti, anche in relazione all'Argentina?

Adoro Cuneo proprio per la quiete e il contatto ravvicinato con la natura. La trovo però, abituata alle periferie di grandi metropoli, un po’ isolata dal resto del mondo. Per chi non ha mezzi propri gli spostamenti sono complessi; raggiungere grandi città in treno, ad esempio, è un'odissea. Trovo che gli argentini siano molto espansivi, un po’ più aperti se vogliamo, ma tutto sommato, probabilmente grazie alle amicizie del mio compagno, mi sono integrata senza difficoltà. Non amo lo stress, l’inquinamento e i ritmi frenetici che dovevo subire quando stavo a Milano, perciò non vedo grandi svantaggi nel vivere qui.

- Il tuo futuro lo vedi in Granda? Hai mai pensato, o programmato, di ritornare stabilmente in Argentina?

Non ho mai pensato di ritornare in Argentina, se non per un viaggio di piacere. Poi, se ho imparato qualcosa, è che non si deve mai dire mai nella vita. Far piani a lungo termine lo trovo assurdo, proprio per il mio vissuto.

Se dovessi immaginarmi da qualche parte sicuramente mi immagino stabilmente a Cuneo, anche perché adesso sto aspettando un bambino, il mio compagno è cresciuto qui e ama questo posto con tutto il suo cuore: so che il nostro bambino (o bambina) proverà gli stessi sentimenti.

La mia Argentina la porto nel cuore, ma ora fa parte del mio passato, ed è solo un meraviglioso, ma pur sempre lontano, ricordo d’infanzia.

simone giraudi

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