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Cuneo e valli | 21 ottobre 2016, 20:45

1.680.943 i vouchers venduti nel cuneese: riflessioni e proposte della Cgil

Secondo l’organizzazione sindacale sono impiegati non come presupposto per il lavoro occasionale, ma come sistema consolidato in cui qualunque lavoro può diventare occasionale

1.680.943 i vouchers venduti nel cuneese: riflessioni e proposte della Cgil

1 milione 680 mila 943 è il numero enorme di vouchers utilizzati nella nostra Provincia nel corso del 2015. Un dato molto alto se lo si paragona ad altre province piemontesi, ad esempio Alessandria dove ne sono stati venduti circa la metà, 696.021.

L’impiego riguarda tutte le tipologie di impresa, particolarmente nell’ industria e nell’ edilizia, con un ulteriore picco di utilizzazione nel terziario, turismo e commercio, mentre si riduce sensibilmente in agricoltura (8%) e nei lavori domestici (4%).

Un dato che porta inevitabilmente alla conclusione che una parte di lavoratori, soprattutto i più precari, sia passato da una situazione regolare con diritti previdenziali, assistenziali e contrattuali, ad una di precariato estremo.

I vouchers sono impiegati non come presupposto per il lavoro occasionale, ma come sistema consolidato in cui qualunque lavoro può diventare occasionale, utilizzati come trasformazione di lavoro strutturato in lavoro ultra precario, estremo e povero, a svantaggio ulteriore dei soggetti più deboli nel mercato del lavoro, usati come concorrenti al lavoro subordinato (il dato bassissimo sulla retribuzione media crea il sospetto che coprano molto lavoro nero). 

I vouchers da 10 euro, infine, drogano i dati dell'occupazione perché, come previsto dalle convenzioni internazionali, chi ha lavorato un'ora in una settimana è da considerarsi fuori dalla fila dei disoccupati.

Così come utilizzato, inoltre -  lavori equiparati, assenza di diritti, la quota di 2,50 euro, sui 10 euro nominali del buono, divisa tra previdenza e assicurazione, insufficiente a garantire minime coperture – l'istituto del voucher colpisce pesantemente anche il sistema previdenziale mettendo in pericolo le pensioni di oggi.

La CGIL nella sua Carta dei Diritti universali del Lavoro, il nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori, ne propone il superamento con una nuova tipologia di lavoro occasionale, che risponda alle esigenze temporanee e limitate attraverso norme antielusive e il riconoscimento dei diritti fondamentali per tutti i lavoratori.

Per uscire dalla crisi la strada maestra che noi indichiamo è quella del ritorno ai diritti, aumentando gli investimenti in capitale umano e restituendo dignità al lavoro e a tutti i lavoratori.

 

c.s.

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