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Attualità | 26 ottobre 2016, 18:27

Montagna: la Regione Piemonte promuove l'associazionismo fondiario

Previsti finanziamenti a copertura dell'80% delle spese di costituzione dell'associazione, e una tantum di 500 euro per i privati che conferiscono terreni per almeno 15 anni

Foto generica

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Combattere lo spopolamento di colline e montagne piemontesi, ricomponendo il puzzle delle proprietà terriere frammentate e dei campi abbandonati, attraverso la costituzione di libere associazioni fondiarie. Senza interferire con il diritto di proprietà, che non viene meno, si intende rilanciare l’attività agro-forestale e pastorale e incentivare turismo e produzioni locali.

È questo l’obiettivo delle “Disposizioni per favorire la costituzione delle associazioni fondiarie e la valorizzazione dei terreni agricoli e forestali”, approvate oggi in sede legislativa dalla III Commissione del Consiglio regionale del Piemonte.

Secondo l’assessore allo Sviluppo della montagna della Regione Piemonte dare vita a delle associazioni per gestire il territorio rurale abbandonato o sotto-utilizzato è  un modo intelligente e produttivo per rivitalizzare l’agricoltura di montagna e garantire la conservazione del paesaggio, nonché ridurre il rischio idrogeologico e di incendi.

Un importante esperimento di gestione comunitaria del territorio che già comincia a dare i suoi frutti, secondo l’assessore regionale all’Agricoltura.

L'associazione fondiaria è una libera unione fra proprietari di terreni pubblici o privati, eventualmente patrocinata da un Comune capofila. L’obiettivo è raggruppare terreni agricoli e boschi, abbandonati o incolti, per consentirne un uso economicamente sostenibile e produttivo. Le attività di gestione dei terreni conferiti all’associazione avvengono nel rispetto delle buone pratiche agricole, degli equilibri idrogeologici, della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio e nel segno dell’economicità ed efficienza della gestione. Ogni associato conserva la proprietà dei suoi beni, che non sono usucapibili, ed esercita il diritto di recesso dalla sua adesione nel rispetto dei vincoli temporali contrattuali tra l’associazione fondiaria e i gestori.

Le associazioni fondiarie acquistano la personalità giuridica e sono riconosciute con l’iscrizione, autorizzata con provvedimento della struttura regionale competente, nel Registro regionale delle persone giuridiche private.

La legislazione francese da tempo promuove l’accorpamento delle proprietà abbandonate attraverso l’Association foncière pastorale e i Groupements pastoraux, garantendo anche l’apporto delle associazioni di produttori. Questo modello di gestione comunitaria del territorio è stato introdotto in Italia grazie all’impegno di Andrea Cavallero, docente del dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino.

In Piemonte sono già nate diverse associazioni fondiare fra cui ricordiamo (in terra cuneese): Carnino, piccola frazione montana del Comune di Briga Alta, Ostana e Montemale. Altre realtà sparse nel territorio regionale sono in corso di costituzione.

A partire dal secondo dopoguerra, il rapido cambiamento delle condizioni agricole ha determinato lo spopolamento delle aree montane e delle zone di alta collina. In questo modo si sono ridotte notevolmente le aziende agricole e pastorali-zootecniche e l’abbandono delle montagne ha determinato un importante frazionamento delle proprietà terriere.

Le associazioni fondiarie si occupano di:

- gestire le  proprietà conferite dai soci o assegnate;

- redigere e attuare il piano di gestione, in cui sono individuate le migliori soluzioni tecniche ed economiche in funzione degli obiettivi di produzione agricola e forestale e di conservazione dell’ambiente e del paesaggio;

- partecipare all’individuazione dei terreni silenti (di cui non si conosce il proprietario) e al loro recupero;

- provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei fondi e delle opere di miglioramento fondiario.

I Comuni singoli o associati in Unioni hanno un ruolo molto importante. Promuovono iniziative volte alla diffusione fra i proprietari dei terreni di una cultura associativa, offrendo supporto informativo e tecnico alle associazioni e assegnano le terre incolte e abbandonate. Questi terreni abbandonati o incolti, e quelli “silenti”, di cui non si conosce il proprietario, vengono assegnati dai Comuni alle associazioni fondiarie. Gli stessi Comuni si fanno garanti verso i proprietari non rintracciati per la buona gestione ed il miglioramento delle particelle assegnate all’Asfo e per la riconsegna del terreno, mantenuto in buone condizioni, qualora il proprietario dovesse presentarsi per rivendicare il legittimo diritto di proprietà.

Alle associazioni fondiarie sono riconosciuti contributi fino all’ 80% per la copertura delle spese sostenute per la costituzione dell’associazione. Ai proprietari di terreni privati che aderiscano ad una associazione fondiaria viene concesso un contributo una tantum nella misura massima di 500 euro per ogni ettaro conferito di superficie utilizzabile, a condizione che il conferimento abbia una durata non inferiore ai 15 anni.

Per sostenere queste spese, nel bilancio regionale sono stanziati 300mila euro per gli anni 2016, 2017 e 2018.

c.s.

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