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Agricoltura | 17 novembre 2016, 16:18

Grano: dall'etichettatura obbligatoria passa la valorizzazione di pasta e pane

A sostenerlo è Coldiretti Piemonte, per tutelare il "Made in Italy"

Grano: dall'etichettatura obbligatoria passa la valorizzazione di pasta e pane

Inviato a Bruxelles il decreto per l’introduzione dell’obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano per la produzione della pasta.

Un provvedimento che risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che ritengono necessario smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per Made in Italy. L’81 per cento dei consumatori italiani ritiene che la mancanza di etichettatura di origine nella pasta possa essere ingannevole, secondo quanto emerso dalla consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari, condotta dal Ministero delle Politiche Agricole che ha coinvolto 26.547 partecipanti.

 “E’ necessario bloccare le speculazioni – afferma Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – che nell’ultimo anno hanno provocato il crollo del prezzo del grano duro, pagato in Italia anche 18 centesimi al chilo con un calo netto del 38 per cento rispetto allo scorso anno. Una risposta per contrastare questo fenomeno si trova nei contratti di filiera – prosegue Revelli - che premiano l'origine nazionale del grano. In Piemonte il progetto di filiera Grano Buono Harmony ne è un esempio”.

"Un provvedimento fortemente voluto da Coldiretti che accelera il cambio di passo in un’ottica di trasparenza dell’informazione ai consumatori che hanno il diritto di conoscere la provenienza di quanto acquistano – sottolinea Bruno Rivarossa Delegato Confederale - Produrre pasta con grano 100 per cento italiano si può, come ampiamente testimoniato dalla rapida proliferazione di marchi che garantiscono l’origine italiana del grano impiegato. Un percorso iniziato sotto la spinta del progetto di Filiera Agricola Italiana (FAI)”.

 

c.s.

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