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Politica | 07 dicembre 2016, 16:44

"Il referendum è passato, ora bisogna raccogliere l'edità di questi mesi"

Riceviamo e pubblichiamo

"Il referendum è passato, ora bisogna raccogliere l'edità di questi mesi"

Gentile Direttore,

il lavoro paga sempre. È con questa consapevolezza che ormai quasi sei mesi fa il Comitato Braidese per il No alla Riforma Costituzionale ha avviato i suoi lavori, riunendo tutte le forze del centro-destra del territorio e tanti cittadini, anche non politicamente schierati, per affrontare la lunga campagna referendaria e spiegare le ragioni del No.

Ora che questo “viaggio” è giunto al suo epilogo con il pieno raggiungimento dell’obiettivo di fermare la riforma Renzi-Boschi, è giunto il momento di tirare le somme con qualche breve analisi.

Innanzitutto è importante sottolineare come l’impegno costante sul territorio dei rappresentanti del Comitato, mediante incontri, dibattiti, gazebo informativi, volantinaggi e tramite una “sfibrante” ma necessaria campagna porta a porta, abbia indubbiamente dato i suoi frutti: preso atto che in Provincia di Cuneo il No si è sì affermato ma con un margine minore rispetto al dato nazionale  (54,02% vs 59,11%) e che addirittura a Cuneo, Alba e Savigliano ha prevalso il Sì, limitando l’analisi alle “sette sorelle” della Provincia Granda Bra è quella in cui il No (che ha vinto anche a Fossano, Mondovì e Saluzzo) ha avuto il margine di vantaggio maggiore (53,73% contro 46,27% con oltre 1150 voti di margine), mentre, allargando lo sguardo ai territori vicini dove comunque si è concretizzata l’azione del Comitato, come a Cherasco, il No allunga ancora raggiungendo addirittura il 57,14%.

Se questa campagna, lunga e certamente a tratti condotta, soprattutto sul piano nazionale, con toni forti e a volte divisivi, ha però un merito è certamente quello di aver fatto sì che gli Italiani si siano, almeno in parte, tornati ad appassionare alla vita politica, abbandonando quello spirito un po’ passivo e fatalista che al “grido” di “tanto non cambia nulla”, aveva fatto precipitare la partecipazione alle urne nelle ultime tornate elettorali.

Gli Italiani hanno dimostrato di voler decidere, di non voler delegare il loro futuro a organismi sovranazionali (nella migliore delle ipotesi) o a lobby e comitati d’affari: un forte “rigurgito” sovranista emerge dall’alta affluenza alle urne di questo referendum, un grido d’allarme lanciato dal popolo Italiano che non dovrà essere lasciato cadere nel vuoto dalle forze politiche. E se un altro merito va ascritto alla campagna referendaria è quello di aver permesso proprio alle forze politiche, agli amministratori, ai militanti dei partiti, di tornare in mezzo alla gente, confrontandosi direttamente sulle piazze, nei mercati, nelle sale (più o meno piene) nel merito della riforma e sugli scenari futuri che attendono l’Italia.

Il referendum è passato, gli Italiani si sono espressi con decisione e senza tentennamenti: ora è il momento di raccogliere l’eredità di questi mesi e, soprattutto per le forze di centro-destra, fare tesoro degli insegnamenti appresi.

Bisognerà quindi replicare anche in futuro un metodo di lavoro inclusivo, propositivo, partecipato ma soprattutto unitario, che colga appieno la richiesta dei propri elettori di presentare un fronte comune in tutte le tornate elettorali, senza divisioni e soprattutto senza prestare il fianco alle sirene di facili “inciuci” di Palazzo, buoni per l’oggi ma assolutamente deleteri per poter tornare ad interpretare e a difendere con successo le istanze sovraniste ed identitarie del nostro Popolo, prerequisiti inderogabili per una vera difesa della Libertà, mission del centro-destra unito fin dalla sua prima “manifestazione” nel 1994.

Grazie,

Comitato Braidese per il No alla Riforma Costituzionale

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