"A pochi giorni dall’apertura del nuovo padiglione, che comporterà un aumento di circa duecento detenuti Alta Sicurezza, assistiamo sgomenti a tutta un serie di episodi negativi a danno del personale di polizia penitenziaria in servizio presso l’istituto di Saluzzo."
E' quanto denuncia un comunicato siglato dai i delegati regionali della FP CGIL Polizia Penitenziaria Daniele Scalzo ed Enrica Vento.
"Non sappiamo se attribuire tali episodi alla “mala-sorte” o piuttosto ad una poca accorta gestione dell’istituto e della sua organizzazione del lavoro in più di una delle sue articolazioni."
Nel comunicato sono stati poi enunciati gli episodi avvenuti nell'ultimo periodo: "Quattro incendi presso il Reparto Isolamento nel corso degli ultimi mesi, con relativo ricovero e lunghe prognosi per intossicazione da fumo degli operatori di polizia penitenziaria. Per di più, nell’ultimo episodio alcune celle sono rimaste pericolosamente chiuse, a causa di un malfunzionamento della serratura, poi fortunatamente aperte dagli agenti, per un tempo a nostro avviso troppo lungo, numerose aggressioni subite dagli agenti da parte dei detenuti" - continua il comunicato - "o le ripetute proteste di questi ultimi, con inizio di sciopero della fame o “battitura”; i malfunzionamenti delle caldaie che hanno lasciato per lungo tempo (circa dieci giorni) le sezioni detentive e la caserma ove risiedono gli agenti, senza acqua calda e riscaldamento."
Il sindacato ha inoltre evidenziato l’isolamento dell’istituto a seguito di un guasto al centralino telefonico, che ha "obbligato il personale in servizio a comunicare via radio ricetrasmittenti con grande rischio per la sicurezza, poiché le varie comunicazioni potevano essere ascoltate sia dai detenuti che da radioamatori esterni."
"Che pensare poi della circostanza, che ha una avuto una ripercussione su tutto il territorio nazionale" - prosegue il comunicato - "con buona pace degli organi di stampa locali - circa la traduzione, tramite mezzo aereo di linea, di un detenuto dall’istituto saluzzese alla volta di un istituto sardo, al quale, giunto a destinazione, sono stati riscontrati focolai attivi di tubercolosi, con grave nocumento al personale della scorta, nonché agli ignari passeggeri presenti sul volo di linea, in quanto assenti le dovute precauzioni sanitarie. Ci chiediamo se, in aggiunta ai “collaudi” previsti per la nuova struttura dell’istituto di Saluzzo, non sia anche il caso di rivedere e ripristinare i presidi di sicurezza penitenziaria e il funzionamento della struttura attualmente esistente che, comunque, rimarrà attiva a pieno regime e che attualmente ospita circa duecentosessanta utenti.”
"Come di consuetudine" - concludono Daniele Scalzo ed Enrica Vento - "si aprono gli istituti, o parte di essi, senza prevedere un incremento del personale, che presso l’istituto saluzzese, per le esigenze del nuovo padiglione, ammonta ad almeno quaranta unità."