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In Breve

| 17 dicembre 2016, 15:30

Trapianto miracoloso alle Molinette di Torino - Sully

Una bimba monregalese è stata recentemente protagonista di un miracoloso trapianto all'ospedale del capoluogo: una notizia che non ci possiamo permettere di lasciar passare inosservata

Trapianto miracoloso alle Molinette di Torino - Sully

“Sully” è un film del 2016 di produzione americana, scritto da Chelsey Sullenberg, Jeffrey Zaslow e Todd Komarnicki, e diretto dal pluripremiato regista e attore Clint Eastwood.

La pellicola segue l'inchiesta (realmente accaduta) che nel 2009 ha avuto come protagonista il comandante “Sully” Sullemberg, protagonista nella mattina del 15 gennaio di un disperato e miracoloso ammaraggio aereo nel fiume Hudson... anche questo realmente accaduto, ovviamente.

Inutile nasconderlo, e se a dirlo è un tizio che da almeno un paio d'anni sarebbe un giornalista potreste anche crederci, la cronaca nera, le notizie drammatiche, tristi e violente in linea generale, colpiscono molto più l'attenzione dell'opinione pubblica rispetto a quelle più smaccatamente positive. Una riflessione banale e anche un po' vergognosa, concordo anche io, ma senza ombra di dubbio corrispondente alla verità delle cose.

Nel caso ve lo steste chiedendo, insomma: sì, nelle prime pagine dei giornali 9 volte su 10 ci trovate solo notizie brutte, perché (forse anche inconsciamente) sono quelle che state cercando. Un po' colpa nostra e un po' colpa vostra, quindi. Uno a uno, palla al centro.

E la conseguenza inevitabile di questo fatto indiscutibile è che le notizie “positive”, anche se molto importanti e probabilmente necessarie, spesso vengono dimenticate con facilità. Troppa.

Ne è un esempio perfetto quella relativa alla piccola R., bimba di 6 anni di Mondovì, che mercoledì scorso (14 dicembre) è stata protagonista di un'incredibile operazione di trapianto, mai tentata prima sull'intero pianeta. Ve la faccio semplice: lo staff della “Città della Salute” dell'ospedale delle Molinette di Torino, infatti, per risolvere una complessa anomalia di sviluppo di un rene (connessa ad una malformazione dei vasi sanguigni addominali), ha trapiantato una seconda milza alla bambina, a sostituzione proprio dell'organo malformato.

Tutto è andato per il meglio, fortunatamente: scienza mille, natura incomprensibilmente crudele zero, grande vittoria per tutti i coinvolti nell'operazione.

Il nuovo film di Clint Eastwood (uno che per ragioni “politiche” non dovrebbe essere tra i miei registi preferiti, ma che lo è da un po') non parla di nulla che riguardi la sanità o la salute fisica, al di là del fatto che nell'ammaraggio di cui sopra avrebbero anche potuto morire tutti; parla però, e lo fa in un finale ingiustamente considerato da troppi scontato e senza spinta, del cosiddetto “fattore X”, ovvero pone sul tavolo ideale della discussione tematica il fatto che senza il capitano “Sully”, la sua esperienza e le sue capacità, il miracolo sull'Hadson non sarebbe mai potuto accadere. Insomma, se passeggeri e personale sono sopravvissuti è solo merito suo. Ed è lo stesso Sully, interpretato da un Tom Hanks probabilmente tanto credibile da aver scatenato nel vero Sullemberg crisi d'identità multiple, a sostenere che no, non era soltanto merito suo, ma anche dello stesso equipaggio dell'aereo (che non si è lasciato prendere dal panico), dai passeggeri (che hanno seguito alla perfezione le indicazioni ricevute), dalle forze di soccorso (accorse con rapidità ed efficacia): un lavoro di concerto, un meccanismo incredibilmente oliato nonostante la straordinarietà dell'evento in se stesso, nel quale anche il più piccolo errore avrebbe potuto decretare la disfatta.

Mi piace pensare che, in un certo senso, l'avventura della piccola R. possa essere in qualche modo messa a paragone con i fatti di quel 15 gennaio 2009.Una dimostrazione stupefacente di tecnica medica, su questo non c'è dubbio, e una vera e propria pietra miliare per qualcosa di più che le carriere dei professionisti coinvolti, ma anche una grande prova di coraggio da parte dei genitori e della stessa bambina.

Un evento più unico che raro non tanto per la sua propria peculiarità, ma perché capita in un mondo fin troppo pieno di motivi per perdere la speranza, soprattutto in noi stessi.

simone giraudi

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