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Saluzzese | 07 gennaio 2017, 18:15

Don Ciotti ad Ostana inaugura la “Scuola di politica”: “Cambiamento e democrazia hanno bisogno di ciascuno di noi” (guarda la gallery)

Una vera e propria lectio magistralis tenuta dal fondatore di Libera e Gruppo Abele e da Valentina Pazè ricercatrice di Filosofia politica presso l’Università di Torino, introdotta dal sindaco Giacomo Lombardo

Le immagini dell'incontro

Le immagini dell'incontro

Per l’inaugurazione della “Scuola di Politica” di Ostana non poteva esservi relatore migliore.

Don Luigi Ciotti, simbolo e fondatore del gruppo Abele e dell’Associazione Libera contro le mafie, ha parlato poco fa alla platea, rimasta incantata nel seguirlo, del centro polifunzionale “Lou Pourtoun”.

Dopo il benvenuto dell’associazione Bouligar, che gestisce il centro e la foresteria, il sindaco Giacomo Lombardo ha illustrato i “perché” della “Scuola di Politica”.

In un mondo in cui valori si sono persi – ha detto Lombardo - abbiamo bisogno di persone che ci parlino di argomenti vari. Qui ad Ostana siamo un gruppo di persone che ha lavorato tanto in questi anni. Ora avremo i giovani che andranno avanti, per generosità. C'è chi critica e c'è chi fa.

Vogliamo bimbi che fanno chiasso per le strade. – ha aggiunto - Vogliamo che il paese vada avanti: i bambini sono il nostro futuro. Ecco quindi che noi vorremmo una politica vera, quella che governa i cambiamenti, il vivere civile, che dà obiettivi alla Nazione”.

Concetti ripresi, in quella che potremmo chiamare una lectio magistralis socio-politica, da Valentina Pazé, ricercatrice di Filosofia politica presso l’Università di Torino, prima e dallo stesso don Ciotti poi.

Mancano spazi in cui si fa politica, - ha detto la ricercatrice - e solo facendo politica si impara a fare politica. Qualche decennio fa i partiti erano luogo di formazione politica: si imparava a discutere, ci si informava, si cresceva. I consigli comunali erano luoghi di formazione, diventati ora qualcosa di diverso.

Sentiamo un profondo bisogno di spazi di confronto, di discussione. Il popolo fa paura, e noi cittadini ci asteniamo dal partecipare. I più poveri fuggono dalla politica perché hanno la percezione che la politica si disinteressi di loro. Cresce il numero di persone che ritiene che politica non tenga conto dei loro problemi”.

Un preambolo, quello della Pazè, alla straordinaria orazione di don Ciotti, che ha lasciato basito (per sua stessa ammissione) il sindaco Lombardo e – quasi certamente - la platea intera, passando da Tullio De Mauro a Norberto Bobbio, da Papa Francesco a Paolo VI.

Difficile, per noi, riassumere le sue parole, che andrebbero pubblicate integralmente.

Dobbiamo alzare la voce quando molti scelgono prudente silenzio. – ha esordito – Sono necessari più coraggio e umiltà che richiedono generosità e responsabilità da parte di molti. Bisogna conoscere per diventare persone più responsabili: la conoscenza è la via maestra del cambiamento.

Amo distinguere per non confondere. L’unica laurea che ho è quella in ‘scienze confuse’, ma mi ha fatto piacere vedere che a Ostana, dove sono cittadino onorario senza meriti ma con affetto, sia partita questa Scuola. Oggi purtroppo il peccato da combattere è il sapere: c’è troppo sapere di seconda mano, per sentito dire.

L’attuale declino politico, economico e culturale viene innanzitutto da un deficit etico, da una perdita di responsabilità, che è il nodo cruciale. La politica nasce invece per governare le città, garantire una giustizia sociale ed una civile convivenza; nasce dall’etica, mentre oggi c'è un divorzio tra le due parti. La politica è etica della comunità, servizio per il bene comune, Paolo VI la definì politica ‘La più alta ed esigente forma di carità’.

Cambiamento e democrazia hanno bisogno di ciascuno di noi, dobbiamo essere pungolo propositivo.

Una democrazia molto pallida, com’è oggi nel nostro paese, può diventare strumento per forme di populismo e autoritarismo, che durante la storia hanno visto tanti protagoniste, così come le ultime campagne per raggiungere mere forme di consenso politico.

Senza la responsabilità, le persone diventano mezzi e non più fini.

Abbiamo una carta fermamente democratica, la nostra costituzione, scritta per rendere solida la nostra democrazia. Un manuale di cittadinanza, dove troviamo le regole dell'essere cittadini. Dobbiamo farla diventare cultura e costume. Alcune parti possono essere modificate, dipende quali, ma bisogna farla vivere. La democrazia nasce per affermare la dignità delle persone, non un concetto astratto ma un valore fondato.

Oggi assistiamo ad una politica a rimorchio delle forze economiche e finanziarne, che non ha a cuore il bene comune. Una politica servita, come l’ha definita Papa Bergoglio, e quindi muta. Le nostre conoscenze devono ribellarsi a tutto ciò, al razzismo e al disprezzo sulla bocca di molti politici.

Il modo deve fermarsi ed interrogarsi, non temendo di vedere quello che non va, purchè serva a migliorare quello che va. Ci sono troppi cittadini ‘ad intermittenza’, bisogna muoversi di più e tutti insieme”.

Un intervento che meriterebbe un ben più ampio ragionamento, costellato da rimandi e spunti di riflessione com’è nello stile di don Ciotti, che si è concluso con un suo augurio.

“Sia il nostro un vivere nella complessità, rimanendo semplici, umili, senza essere specialisti di perplessità, prigionieri degli schemi o poveri di coraggio.

Auguro a me e a voi di avere sempre più coraggio: l’esistenza trova senso solo nella condivisione e nella corresponsabilità. È necessario che la politica torni ad essere un sevizio per il bene comune.

Si fa politica anche fuori dai partiti contribuendo a sviluppo della democrazia”.

Nicolò Bertola

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