/ Politica

Politica | 21 gennaio 2017, 15:17

#controcorrente: l’invito lanciato dalla senatrice Manassero al sindaco in carica Borgna di un confronto diretto sui programmi futuri per Cuneo è destinato a cadere nel vuoto

Se il Pd, con o senza simbolo, e altre liste sosterranno la candidatura a prima cittadina della parlamentare, l’attuale coalizione di centro al governo della città per guadagnare terreno può solo cercare alleanze con quel che resta di Forza Italia e della destra moderata

#controcorrente: l’invito lanciato dalla senatrice Manassero al sindaco in carica Borgna di un confronto diretto sui programmi futuri per Cuneo è destinato a cadere nel vuoto

L’invito lanciato nei giorni scorsi, sulle colonne di Targatocn, dalla senatrice Patrizia Manassero al sindaco in carica, Federico Borgna, di un confronto diretto sui programmi per il futuro della città di Cuneo, in vista delle prossime elezioni comunali del 2017, sembra destinato a cadere quasi certamente nel vuoto. L’attuale primo cittadino e i suoi “dispensatori di consigli” sono troppo orgogliosi e convinti di aver fatto tutto bene, che non possono cercare il dialogo con chi ha osato lanciare la sfida sul terreno dello sviluppo del capoluogo di provincia. E la data ultima dell’incontro tra il sindaco, la senatrice e i rappresentanti delle liste locali in loro appoggio, indicata dalla Manassero per lunedì 23 settembre, non si concretizzerà e resterà nella storia di Cuneo come una grande occasione persa. Di lì in avanti si apriranno nuovi scenari, perché la senatrice si candiderà a prima cittadina. Di sicuro, vista anche la debolezza dimostrata negli ultimi tempi dal MoVimento 5 Stelle con la diatriba interna di rimettere in discussione la decisione già presa di Manuele Isoardi aspirante sindaco, saranno Borgna e Manassero ad andare al ballottaggio. Ma non si tratterà di una sfida interna al centrosinistra. La coalizione di Borgna nata nel 2012, infatti, è di centro, perché appoggiata da tre liste che guardano al centrosinistra (Cuneo Solidale, Centro Lista Civica e i Democratici-Monviso) e una di netta propensione verso il centrodestra (Per Cuneo). Di conseguenza, al sindaco uscente non basta andare a qualche riunione romana del Partito Democratico per considerarsi un esponente della stessa formazione politica. Tra l’altro, poi, senza essere nemmeno iscritto alla compagine del segretario Renzi. Inoltre, fallita l’intesa con il Pd di Cuneo, per Borgna, se intende guadagnare terreno dal punto di vista del consenso elettorale, rimane l’unica alternativa di allargare la propria maggioranza verso la parte della destra più moderata. Cioè con quel che resta di Forza Italia, probabilmente non in grado di proporre, da sola, un proprio candidato sindaco di bandiera. Trovare un accordo con il movimento cuneese di Berlusconi potrebbe tornargli utile per conquistare un 7-8% di voti. E dargli la possibilità di vincere al secondo turno. Anche perché il sostegno a Borgna espresso più volte dal ministro Costa, rappresentante di Ncd, ma soffocato nell’attuale squadra di governo con il Pd, è un chiara sollecitazione a spostare la maggioranza in Comune verso Forza Italia. A questo punto, però, una domanda è d’obbligo. Cosa ne penseranno dell’eventuale spostamento a destra della coalizione Borgna, le attuali liste di centrosinistra (Cuneo Solidale, Centro Lista Civica e i Democratici-Monviso) che dichiarando di sostenere nuovamente il sindaco in carica hanno anche sempre detto mai con Forza Italia, pur imbarcando in maggioranza, durante i cinque anni di mandato, Riccardo Cravero, unico esponente di Fi in Consiglio comunale, e Sergio Gandolfo, nel 2012 eletto con la Lega? Con buona probabilità metabolizzeranno il passaggio senza battere ciglio o attraverso comunicati stampa spiegheranno l’esigenza della trasformazione politica in un’ottica di ampliamento degli orizzonti. Altrimenti il giocattolo si spaccherebbe. E, poi, Borgna, come è accaduto con la lista unica nelle elezioni provinciali, una collaborazione con Forza Italia l’accarezza da tempo.

E per la Manassero quali strade si aprirebbero? Dalla propria parte ha il Partito Democratico cittadino, che, leggendo lo Statuto del Pd, non può essere commissariato per la scelta del candidato sindaco: decisione su cui i circoli locali, quindi anche quello del capoluogo, hanno la priorità rispetto ai vertici regionali e nazionali. Renzi gli può togliere il simbolo, ma rappresenterebbe un autogol clamoroso per due motivi. Il primo: Manassero andrebbe comunque alla sfida con una propria lista civica sulla quale convergerebbero sicuramente i voti dei militanti e dei simpatizzanti di quasi tutto il Pd cuneese. La seconda: se il Pd scomparisse, come simbolo, dalla scheda elettorale della prossima tornata amministrativa, rimarrebbe senza identità e verrebbe cacciato nel dimenticatoio per almeno dieci anni. Una prospettiva poco auspicabile anche dai vertici nazionali del partito.  Poi, a sostegno della Manassero ci sarebbe Crescere Insieme: gruppo adesso in maggioranza con Borgna, che, però, ha già manifestato l’intenzione di lasciare il sindaco in carica. Quindi, i Moderati, una possibile lista di appoggio dell’ex assessore e consigliere Erio Ambrosino, dimessosi perché in rotta di collisione con l’attuale primo cittadino, e qualche nuovo movimento guidato da persone inizialmente amiche del sindaco uscente e ora molto lontane dalle sue posizioni. Cosa mancherebbe alla senatrice? Un’intesa con la sinistra moderata e anche con il già candidato sindaco Nello Fierro della Costituente dei Beni Comuni e di Rifondazione. Con l’obiettivo di scrivere, tutti insieme, un programma di sviluppo della città condiviso, concreto e partecipato. Senza voli pindarici. E a quanti accuserebbero la Manassero di un accordo con la sinistra più “rossa” lei potrebbe ricordare che nella seconda amministrazione del super moderato sindaco Valmaggia, dal 2007 al 2012, l’attuale segretario regionale di Rifondazione, Fabio Panero, era in maggioranza e che proprio lo stesso Panero con Valmaggia portarono avanti molti percorsi costruttivi per dare risposte alle fasce cittadine di popolazione in difficoltà. Se ci riuscì Valmaggia  a lavorare con i “compagni”, perché non dovrebbe farcela la Manassero: ancora più moderata di Valmaggia sotto molti aspetti?

#controcorrente

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium