Molte apprezzate le scelte registiche di Nuccio Cantamutto e Valerio Dell’Anna, firme rispettivamente di “Goodbye Clown “ e “Casa Bumbum” i due atti unici di Profumo di Zolfo che ha chiuso le sette serate di replica al teatro del Marchesato, portando in sala il paradosso e il sorriso amaro, ma anche la leggerezza, di George Bernard Shaw, drammaturgo irlandese nell’Olimpo dei grandi del teatro europeo.
Lo ha scelto, per il cartellone saluzzese di piazza Vineis, Dell’Anna, autore di entrambi i testi, attingendo all’opera dello scrittore irlandese di cui ama lo spirito corrosivo.
In scena ne indossa con naturalezza la personalità. Una seconda pelle, quando entra con voce ed espressività nel frizzante duetto che dà vita al carteggio sentimentale: un epistolario curioso, corrosivo, d’amore (forse sì) ma a distanza, intercorso per circa quarant’anni tra lui e l’attrice Stella Campbell: Lucetta Paschetta, in una delle sue migliori performance.
Un litigio meta-teatrale, personificato dai due attori che si divertono e fanno divertire a colpi di ping - pong verbale sulle corde delle diverse complessità di penna dei due amici del secolo scorso: vanitosi, egoisti, ironici, pronti ad aggredirsi e a flirtare con la testa.
Nuccio Cantamutto che dopo un periodo di assenza al teatro del Marchesato, è tornato a farsi applaudire alla regia e in scena, ha rafforzato l’appeal dell’epistolario incorniciandolo. Ha scelto per questo due attori Fabrizio Castello e Alessandra Vigna che senza disturbare, in punta di piedi con lo guardo rispettoso e ammaliato del discepolo, mettono in movimento il carteggio, con riferimenti anagrafici, episodi personali e di mestiere, raccontando la vita di Bernard e Stella.
Primo attore Dell’Anna anche nell’atto successivo Casa Bumbum legato, ma senza continuità al primo. Qui la Compagnia La Scossa, entra in scena grintosa in un bel rapporto con il pubblico che non lo molla in tutte le serate di cartellone e in una scenografia, minimale, sobria con elementi di design.
Un contrasto che contribuisce a far attuale il tema e la denuncia della piéce, tratta dal Maggiore Barbara, che a più di 110 anni dalla composizione, sembra non mostrare rughe.
E’ la storia di un ricchissimo e simpatico fabbricante d’armi e dei rapporti conflittuali con la famiglia specialmente con sua figlia Barbara, Maggiore fanatico di una sorta di Esercito della Salvezza. In essa il cast di attori del Marchesato sa destreggiarsi con abilità nel gioco delle trovate, delle concezioni ideologiche opposte e degli arguti contrasti del dialogo.
Come giocatori allenati che si palleggiano, senza far cadere, la forza della ironica provocazione che Dell’Anna, nella veste di protagonista alimenta con perizia e che, in quelle di regista ha voluto, per dire con sorridente sarcasmo “è il denaro a consentire il lusso della bontà e generosità”.
Da Daniela Levrone la figlia del commerciante, a Tiziana Rimondotto la ex moglie, a Jacopo Rainero, Gloria Napolitano, Elio Delsoglio, Paola Isoardi, Davide Gagna, il carattere dei personaggi ha colori nitidi, è aderente in Salvatore Naviglio e si carica di convinzione in Guido Rosa e Simona Sanmartino. Di indiscussa bravura Pia Ghigo (due manciate di battute per rubare la scena) mentre Nuccio Cantamutto, trascina con naturalezza sé e, pure i compagni, nelle rispettive parti.
Commentato in modo lusinghiero e seguito sui social "Profumo di zolfo" con il pregio di aver saputo far riflettere, facendo sorridere, cede ora la scena a “Gente di teatro a Sarajevo” di Mattia Magra, commedia dal sapore agrodolce ambientata in un piccolo teatro di Sarajevo dove un gruppo di sei ragazzi inizia a frequentare un corso di teatro.
Da venerdì 10 marzo a sabato 25 al teatro del Marchesato.
Info su facebook e sito www.teatrodelmarchesato.it.