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Scuole e corsi | 21 marzo 2017, 21:07

All'Unitre di Cuneo lezione sulla via francigena

Giovedì 23 marzo alle 15,30 presso Cinema Monviso Cuneo con Giuseppe Benelli

All'Unitre di Cuneo lezione sulla via francigena

La via francigena, sarà il tema trattato da Giuseppe Benelli giovedì 23 marzo 2017 ore 15,30 Cinema Monviso per il ciclo di lezioni dell’Unitre di Cuneo.

La strada rappresenta nel corso della storia la prospettiva verso la civiltà. Di qui la grande importanza che si dà alla via Francigena, la strada della civiltà occidentale, che l’Unione Europea ha indicato nei viaggio dell’arcivescovo Sigerico, compiuto nel 990 da Canterbury a Roma, come "Itinerario culturale europeo del 2000".

La via Francigena esprime la sintesi dell’esperienza del cammino dei pellegrini che numerosi hanno attraversato l’Europa. Le mete più frequentate, già a partire dal IV secolo, sono la Terrasanta, cioè i luoghi della vita e della morte di Gesù Cristo, e Roma, sacra per la tomba di san Pietro. Poi, col IX secolo, acquista sempre più importanza il santuario di San Jacopo di Compostela, nella Spagna nord-occidentale, città sorta attorno al sepolcro dell’apostolo Giacomo. La via errante è la filosofia dei pellegrini che rivela un che di eroico nello slancio con cui si mettono in viaggio. Asceti per cui lo spirito è fiato e l’anima è il cuore che palpita sui sentieri in salita. Rivestiti delle loro antiche armi simboliche: il bordone e la bisaccia, il mantello e il cappello, la conchiglia di Saint-Jacques che richiude sul petto le “cappe sante”. Peregrini sono “quelli che vanno oltre il campo” (per agrum), gli oltrepassanti, i transeunti. E Ultreia!, “più lontano”, è da sempre il loro motto. Passando attraverso gli ostacoli naturali e le insidie del lungo viaggio, gli uomini del medioevo si fanno pellegrini per purificarsi e meritare il cospetto di Dio. Il tema del pellegrinaggio ha richiamato spesso la metafora della ricerca della luce. Chi affronta il lungo viaggio, incontrando pericoli e rischi per raggiungere la meta, spesso concepisce il suo andare come ricerca del senso della vita. Di fronte ad un mondo così difficile, spesso si ha l’impressione di trovarci in un «labirinto». Lungo la via Francigena, sulla facciata delle chiese o disegnata nel pavimento, si trova scolpita la raffigurazione del labirinto, mistico segnacolo dei maestri d’opera medievali. Il labirinto è un’immagine antica e remota: può suscitare un senso di ansia e lieve paura: può anche eccitare un gusto per l’avventura e la prova. Di fronte ad un mondo così difficile, si ha l’impressione di trovarci in un «labirinto». Il labirinto rappresenta il senso misterioso della vita, quel mondo strano e complicato in cui continuiamo a formulare le nostre domande. Ci ricorda la grande stagione dei pellegrinaggi, in cui il percorso iniziatico per chi sia in grado di superare le difficili prove è la rinascita interiore. L’immane flusso di umanità salmodiante e penitente ha portato lungo la via Francigena l’eco di idiomi lontani, la voce di tradizioni diverse, il segno di culture che lasciano tracce sensibili nell’architettura, nella vita e soprattutto nel pensiero della gente. Dietro ai pellegrini fluiscono i commerci e sulla strada si aprono le taverne, i negozi. le stalle per i muli e per i cavalli, gli archi e i volti per il magazzinaggio delle merci.

c.s.

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