E’ con rammarico condiviso che desideriamo spiegare e chiarire la “disavventura” occorsa alla Signora, prenotata presso l’AO S. Croce e Carle di Cuneo per l’esecuzione di uno studio radiologico dell’apparato digerente, a distanza di circa 40 gg da un intervento chirurgico. Il personale sanitario si è prodigato per utilizzare gli strumenti diagnostici più appropriati, onde ottenere per la paziente il migliore risultato diagnostico e si è speso nel tentativo di spiegare alla stessa le diverse indicazioni dei mezzi di contrasto disponibili. Inoltre, per venirle incontro e per rassicurarla, si è cercato inutilmente un contatto telefonico con il chirurgo di riferimento e con la Struttura in cui era stata operata. Il risultato è stato un messaggio Whats App inviato dal chirurgo alla paziente in cui confermava, senza ulteriori spiegazioni, il Gastrografin.
Si rammenta che il Gastrografin è un mezzo di contrasto indicato, secondo tutta la letteratura medica, nello studio dell’apparato digerente nell’immediato post-operatorio e in pazienti con disturbi della deglutizione; la paziente non rientrava in nessuna di queste categorie e pertanto lo studio con il bario da noi proposto era sicuramente indicato ed esponeva a minori rischi la paziente, in quanto privo di controindicazioni (a differenza del gastrografin).
La Paziente, a questo punto, ha deciso spontaneamente di rifiutare l’esame proposto dal Radiologo, che si ricorda essere per legge il responsabile dell’esecuzione dell’esame e soprattutto del suo risultato diagnostico. Lo studio sarebbe stato comunque effettuato nella medesima mattinata.
Il “protocollo” del S. Croce, a cui fa riferimento la Signora, non è altro che l’applicazione dei principi di appropriatezza e delle linee guida nazionali di riferimento, per i quali, in casi analoghi, lo studio RX deve essere eseguito routinariamente con la somministrazione di Bario.
Il Direttore Dipartimento Interaziendale dei Servizi
Dott. M. Grosso