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Eventi | 23 marzo 2017, 12:46

Anche San Filippo e la Santissima Trinità di Fossano aperte per le giornate FAI di primavera

Sabato 25 e domenica 26 marzo dalle 14.30 alle 18.30 con gli studenti dell’IIS come Ciceroni

Anche San Filippo e la Santissima Trinità di Fossano aperte per le giornate FAI di primavera

Sabato 25 e domenica 26 marzo si terranno in tutta Italia le Giornate FAI di primavera. Per l’occasione le due chiese barocche fossanesi di San Filippo e della Santissima Trinità resteranno aperte nei pomeriggi di sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.30.

A fare da apprendisti Ciceroni FAI saranno le ragazze del quarto anno dell’istituto tecnico per il commercio a indirizzo turistico che intratterranno i turisti con visite guidate ai due monumenti fornendo loro notizie sulle caratteristiche artistiche e storiche.

La Chiesa della Santissima Trinità: “Oratorio dei Battuti Rossi, è uno dei più significativi progetti dell’architetto Francesco Gallo; fu edificata dal 18 giugno 1730 al 24 maggio 1739 con i fondi della Confraternita dei Battuti Rossi e dell’Ospedale, secondo la convenzione firmata dai due enti nel 1729. L’interno è a opera dei fratelli Carlo e Giovan Pietro Pozzo e Michele Antonio Milocco per l’esecuzione degli affreschi, il quadraturista Giuseppe Dallamano e gli stuccatori Cipriano Beltramelli e Bernardino Barelli. L’edificio venne consacrato nel 1739 dal vescovo Lorenzo Cristoforo Baratà. Nell’interno, molto luminoso e splendidamente affrescato dai Pozzo e dal Milocco con tromple-l’oeil e finte architetture, si affacciano, dall’alto delle pareti, dodici matronei lignei scolpiti e laccati, opera di minusieri locali, che consentivano ai ricoverati nell’adiacente ospedale comunicante con la chiesa, di assistere alle funzioni religiose. Si contano due altari, oltre all’altare maggiore, sul quale è collocata una bella pala di forma ovale con Crocefissione e Santissima Trinità, opera del Milocco. Sugli altari laterali due tele, di tono minore, l’una con la Strage degli Innocenti attribuibile al fossanese Luigi Gambera, l’altra con il Martirio di Santo Stefano del torinese Giuseppe Bianco, 1832. Nei dieci ovali, aperti sulle pareti interne, trovano posto altrettanti busti di Santi realizzati nel 1934 dallo scultore e plastificatore Giuseppe Erbetta, nato a Fontaneto d’Agogna ma fossanese di adozione”.

La Chiesa di San Filippo: “nel giugno 1706 i Padri Filippini posero nel Borgo Vecchio la prima pietra della chiesa di San Filippo, del cui progettista purtroppo non si conosce il nome. L’esterno, in cotto rustico, presenta una gradevole facciata divisa in due ordini. Affianca il portale, su cui si trova dipinta l’immagine della Vergine e di San Filippo, una coppia di colonne binate che danno slancio all’intera facciata. All’esterno delle colonne hanno sede due nicchie che un tempo contenevano le statue lignee dei santi Pietro e Paolo. L’interno è a una navata, con sei cappelle laterali comunicanti. Le pareti e le volte sono un trionfo di figure, decorazioni, colori, finte architetture e trompe-l’oeil, opere dei fratelli Pietro Antonio e Carlo Pozzo e di Michele Antonio Milocco qui attivi tra il 1718 e il 1739. Sulla volta centrale si trova San Filippo Neri in gloria e su quella del presbiterio e sul catino dell’abside l’Assunzione della Vergine. La pala dell’altare maggiore è una seicentesca Visitazione di Maria di Sebastiano Taricco, mentre sulle pareti del presbiterio trovano posto due dipinti di grandi dimensione e di notevole suggestione: l’Adorazione dei Magi e l’Adorazione dei Pastori, attribuiti al fossanese Luigi Gambera. Dalle architetture di preziosa bellezza sono gli altari laterali, le nicchie dei quali contengono sculture lignee del pieno settecento dei liguri Torre e Parodi e del carignanese Riva. Degni di nota il suggestivo crocefisso ligneo, collocato nel presbiterio, opera di Carlo Giuseppe Plura, i matronei in legno scolpito e laccato e, in controfacciata, la balconata della cantoria con l’organo, il più antico conservato in Fossano, e la sua imponente cassa. Di particolare interesse la Sacrestia, con la volta dipinta e il suo integro arredo ligneo, opera settecentesca id particolare pregio e bellezza, uscita dalla bottega di un abile intagliatore/minusiere locale”.

Agata Pagani

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