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In Breve

| 02 aprile 2017, 07:15

“Gli svedesi? Un po' freddi, ma molto disponibili”: la vita dei saluzzesi Matteo e Veronica a Lund, “città delle idee”

Nonostante tutto l'Italia resta sempre il Paese più bello del mondo (la nostra provincia Granda in particolare), andando all'estero ci si rende più conto delle potenzialità ancora infinite del nostro Bel Paese

Matteo e Veronica

Matteo e Veronica

Lund è, tra le città del Regno di Svezia, la dodicesima per densità di popolazione ma è senza dubbio tra le più interessanti che In&Out sia mai andata a toccare... dal proprio punto di vista, ovviamente.

La sua storia, recente e passata, infatti, gira completamente attorno a due grandi costruzioni caratteristiche: la Cattedrale (che forse i lettori più appassionati di cinema ricorderanno di aver visto ne “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman) e l'Università. L'Università è stata fondata nel 1666, è la seconda per “anzianità” di tutta la Svezia e richiama come numeri ben 40mila studenti universitari, ovvero la metà della normale popolazione locale; inoltre, proprio la presenza dell'Università ha conferito a Lund il nome di “città delle idee”.

Tra i tanti giovani che dall'estero si sono spostati a Lund, troviamo anche Matteo e Veronica, saluzzesi di origine: entrambi hanno acconsentito a rispondere a qualche domanda.

- Come ci arrivano, e perché, due cuneesi in Svezia? E perché avete scelto proprio la Svezia, come “nuova casa”?

Veronica: Sono una studentessa all'ultimo anno di Biologia dell'ambiente presso l'Università di Torino. Ho deciso di cercare lavoro in Svezia, perché è uno dei paesi più avanzati dal punto di vista della sostenibilità ambientale. E' stato subito chiaro che la Svezia avesse molto da offrirmi in termini di opportunità lavorative e di ricerca, così sono partita con un contratto di internship di sei mesi in un centro di ricerca sull'acqua (Sweden Water Research), dove sto scrivendo la mia tesi di Laurea.

Matteo: In seguito alla laurea in giurisprudenza conseguita nel 2015, ho deciso di specializzarmi in diritto tributario internazionale. Tra le varie opzioni disponibili, la scelta è ricaduta sull'Università di Lund in Svezia, perché, oltre ad offrire una preparazione di altissimo livello, è gratuita per i cittadini europei.

- La vostra esperienza da "stranieri": cosa ci potete dire? La Svezia è un paese in cui il processo d'integrazione è semplice/fattibile?

Veronica e Matteo: Il primo ostacolo che potrebbe spaventare è la lingua, ma in realtà tutti parlano inglese, quindi la lingua non si è rivelata un problema. Non pensiamo nemmeno che gli svedesi siano "freddi" come si dice, ma è sicuramente più difficile rompere il ghiaccio. Quello che possiamo dire è che non ci si deve fidare della prima impressione; la persona che entra nella stanza dove stai lavorando senza degnarti di uno sguardo e di un saluto, sarà la stessa che non esiterà ad aiutarti appena avrai il minimo problema. Le relazioni con professori/datori di lavoro, sono informali e questo facilita la comunicazione. In generale non crediamo sia difficile integrarsi.

- Cosa vi manca di Saluzzo, ora che siete lontani? Quali sono le differenze tra Svezia e provincia Granda?

Veronica e Matteo: Di Saluzzo ci mancano la famiglia, gli amici, il clima, il cibo, ma soprattutto il "Viso". A livello di lavoro e studio la situazione è sicuramente migliore qui in Svezia. Non solo le università sono eccellenti, moderne, attrezzate e gratuite, ma gli studenti svedesi ricevono un sussidio mensile durante il periodo di studi; l'Università è finalizzata al lavoro e gli incontri con le aziende sono all'ordine del giorno.

L'ambiente lavorativo è informale e ci si focalizza più sul risultato che sulle ore lavorate: tant'è che fermarsi a lavoro più a lungo non è interpretato come devozione, ma come inefficienza. Viene data molta importanza alle pause durante il lavoro, infatti alle 10 e alle 15 c'è la tradizionale "fika" svedese in cui si beve caffè (americano) e si mangiano dolci tipici con colleghi e superiori. Se questo può sembrare fantastico da un lato, dall'altro il momento della "fika" fa venire nostalgia del bar italiano col profumo dell'espresso, il rumore delle tazzine, il chiacchiericcio e le risate di sottofondo.

Un'altra differenza riguarda gli alcolici: al normale supermercato non si trovano alcolici con gradazione superiore a 3,5. La vendita di vino e di birra "veri" è monopolio dello Stato e questi sono venduti solo in negozi appositi e sono soggetti a tassazione elevata. Questo è un tentativo di risolvere il problema dell'alcolismo in Svezia: bere una birra in un pub costa circa 7/8 euro. In generale il costo della vita è un po' più elevato di quello italiano, ma del resto gli stipendi sono molto più alti.

Nonostante tutto l'Italia resta sempre il Paese più bello del mondo (la nostra provincia Granda in particolare), andando all'estero ci si rende più conto delle potenzialità infinite del nostro Bel Paese e si prendono spunti per tornare e migliorarlo ulteriormente.

simone giraudi

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