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| 26 giugno 2017, 16:00

Coldiretti Cuneo si rivolge ai sindaci: l'accordo Ceta distrugge il nostro modello agricolo

L'accordo siglato tra Unione Europea e Canada (Ceta) sui trattati di libera scambio dei prodotti non garantisce alcuna protezione per i marchi Igp e Dop dei territori cuneesi

Immagine di repertorio

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Il Parlamento sta discutendo la ratifica dell’accordo siglato tra Unione Europea e Canada (Ceta) sui trattati di libera scambio dei prodotti.

“Bisogna fermarsi – spiega Coldiretti Cuneo – e valutare attentamente il reale contenuto dell’accordo prima di ogni decisione per evitare gravi conseguenze per i nostri territori e per il nostro Paese. Per questo abbiamo sollecitato tutti i Comuni della Provincia di Cuneo a prendere posizione a sostegno della battaglia di Coldiretti, poiché non si tratta di affrontare un tema di esclusivo interesse agricolo. In gioco ci sono gli interessi reali dell’intera società italiana ed europea”.

L’accordo di libero scambio (Ceta) con il Canada non solo legalizza la pirateria alimentare, accordando il via libera alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti più tipici, ma spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosate vietato in Italia e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero.

E’ quanto sostiene Coldiretti nell’ esprimere preoccupazione sugli impatti economici e sociali del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement). Un impatto devastante sulla coltivazione di grano in Italia con il rischio di desertificazione di intere aree del Paese e una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani ma anche un rischio per i consumatori ed un precedente pericoloso nei negoziati internazionali. 

E’ necessaria quindi una valutazione ponderata e approfondita dell’argomento, soprattutto in considerazione della mancanza di reciprocità tra modelli produttivi diversi che grava sul trattato. Secondo il Dossier della Coldiretti delle 291 denominazioni Made in Italy registrate ne risultano protette appena 41, peraltro con il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori (un esempio è il parmesan) e alla possibilità di usare le espressioni “tipo; stile o imitazione”.

Ma peserebbe anche l’impatto di circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero che inonderanno il nostro Paese e l’azzeramento strutturale del dazio per il grano proprio mentre il governo canadese si è già mosso per sollevare questioni di compatibilità del trattato con il decreto di indicazione obbligatoria dell’origine della pasta che l’Italia ha depositato a Bruxelles.

Tino Arosio direttore di Coldiretti Cuneo attacca il Ceta anche perché “per rimanere al nostro territorio, resteranno senza riconoscimento e protezione in Canada prodotti IGP e DOP come la carne di Vitellone Piemontese, la nocciola piemontese, il castelmagno, il crudo di Cuneo, il fagiolo di Cuneo, il raschera ecc..”.

Conclude Delia Revelli presidente di Coldiretti Cuneo: “A rischio è lo stesso principio di precauzione, visto che la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici vietati in Europa. Chiediamo ai Sindaci ed alle altre Istituzioni della provincia di Cuneo di sostenere questa battaglia. Non si tratta di un tema che riguarda solo l’agroalimentare, ma sono in gioco gli interessi di tutti i cittadini consumatori”.

c.s.

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