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Politica | 19 luglio 2017, 17:16

Le prime reazioni a caldo del centrodestra cuneese alle dimissioni dal governo del ministro Enrico Costa

Se si esclude lo stupore del coordinatore provinciale di Forza Italia, Massimo Garnero, e una certa qual freddezza da parte della Lega, i commenti sono moderatamente positivi. L’eurodeputato di Forza Italia Alberto Cirio chiede tempo per valutare un atto politico che non potrà non avere ripercussioni anche a livello locale

Enrico Costa

Enrico Costa

In politica le dimissioni si danno, non si annunciano.

Enrico Costa le aveva annunciate ma le ha date per davvero e “motu proprio”. Caso abbastanza inusuale nella politica italiana.

Se gli altri colleghi ministri di Alternativa Popolare - Angelino Alfano agli Esteri e Beatrice Lorenzin alla Salute – assumeranno la medesima decisione sarà crisi di governo.

Indiscrezioni romane dicono che difficilmente Alfano lo seguirà e cercherà in ogni modo di tenersi stretta Ap, il partito cespuglio nato dalle ceneri del Nuovo Centro Destra, la formazione scaturita all’indomani della rottura con   Silvio Berlusconi, ma la partita per lui appare disperata.

Le sirene del Cavaliere, che ha aperto ai centristi, stanno facendo proseliti e seminando il panico in una forza politica che i sondaggi danno unanimemente in caduta libera.

Ma, al di là di quelle che saranno le conseguenze sulla politica nazionale, vediamo quali sono state le reazioni a caldo del centrodestra cuneese alla notizia delle dimissioni di Costa dal governo, dove ricopriva la carica di ministro agli Affari regionali con delega alla Famiglia e alla Montagna, e del suo rientro nell’area di centrodestra.

Prudente e stupito il coordinatore provinciale di Forza Italia, Massimo Garnero, fresco di elezione in Consiglio comunale a Cuneo, secondo il quale la scelta delle dimissioni dal governo è apprezzabile, ma le valutazioni politiche andranno fatte con calma e a freddo. “Chiederò lumi a capi del partito. A caldo mi limito a dire che sono rimasto sorpreso anche se credo che il suo ritorno non possa che far bene al centrodestra in provincia di Cuneo. Mi auguro comunque – aggiunge Garnero – che venga tenuto nel debito conto l’impegno di chi, dopo la sua fuoriuscita dal partito, ha continuato ad impegnarsi con determinazione e coerenza in una situazione che avevamo ereditato e che non era per nulla facile”.

Da Fratelli d’Italia, William Casoni si dice anch’egli convinto che il ritorno all’ovile di Costa sarà positivo. “L’avvicinarsi della data delle elezioni e l’aver constatato che nessuno oggi crede più in un’opzione centrista hanno fatto la differenza. Costa e altri parlamentari che avevano fatto in passato del Pdl – afferma – hanno capito che per avere opportunità di rielezione dovevano riaccasarsi in partiti che offrissero loro concrete chances”.

Anche Roberto Russo, uomo di Stefano Parisi, leader di “Energie per l’Italia”, accoglie favorevolmente la notizia. “Enrico – dice – è un liberale convinto e il suo ritorno non potrà che fungere da elemento riaggregatore anche a livello territoriale di un’area politica alternativa alla sinistra”.

Maggior freddezza si registra nei commenti della Lega Nord.

Il segretario provinciale, Giorgio Maria Bergesio è più che mai guardingo: “Enrico è uomo politico esperto e accorto. Evidentemente ha preso atto di quel che noi andiamo dicendo da tempo e cioè che questo governo ha fallito e ne ha tratto la logica conseguenza”.

Non dissimile il giudizio del sindaco di Narzole, Federico Gregorio, uno dei sindaci emergenti del Carroccio cuneese. “Ho il massimo rispetto e stima per Enrico. Certo – commenta – dal punto di vista politico la sua vicinanza con Alfano non potrà essere dimenticata facilmente, essendo questi il maggior responsabile dell’invasione di immigrati cui continuiamo ad assistere impotenti. Ciò premesso – aggiunge Gregorio – Costa ha fatto bene a prendere le distanze da questo governo. Forse poteva già farlo prima, ma va bene anche così”.

Manca un parere cruciale, quello dell’europarlamentare albese Alberto Cirio.

Ma l’eurodeputato, impegnato in commissione, preferisce non rilasciare dichiarazioni a caldo rimandando il suo commento a quando avrà avuto modo di prendere visione sia delle motivazioni che hanno indotto Costa a lasciare, sia, soprattutto, dei percorsi politici che l’ex ministro intende ora intraprendere.  

 

Giampaolo Testa

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