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Al Direttore | 13 agosto 2017, 15:32

Politiche migratorie: le riflessioni di un lettore saluzzese

"La strada da percorrere è un coinvolgimento dell'Europa, che deve farsi carico della distribuzione paritaria dei profughi sul proprio territorio, impedire di erigere muri ai confini dei singoli Stati, instaurare misure economiche che favoriscano gli stati membri UE a promuovere una maggiore integrazione sociale"

Immagine di repertorio da Wikipedia

Immagine di repertorio da Wikipedia

Egregio Direttore,

in questi giorni nel nostro paese non c'è spazio sui mass-media del grave problema costituito dalla precarizzazione del lavoro, che ci perseguita con continuità dai vari governi succeduti dal 2001 ad  oggi e che ha di fatto impoverito una larga fascia di  popolazione. Con l'avvicinarsi delle elezioni (regionali e politiche) la politica ha portato l'attenzione sui flussi migratori, quasi fosse l'unico problema del nostro caro paese.

Nella palese intenzione di recuperare voti, quasi tutti i partiti hanno unificato le parole d'ordine sul tema e sui modi di intervenire per impedire gli sbarchi, con poca considerazione delle ragioni dei profughi.

Mentre partono indagini sulle O.N.G. che operano nelle operazioni di salvataggio, il governo dà il via ad alcune operazioni anti-migratorie; da un lato il cosiddetto "codice di comportamento" che alcune organizzazioni non governative non hanno firmato perché non conformi allo status di neutralità al quale sono tenute.

Nello stesso tempo firma un accordo con una parte del governo libico, che prevede anche la presenza di navi militari italiane per il respingimento dei barconi con i migranti sul suolo libico, accordo che dovrebbe secondo il nostro governo limitare  gli sbarchi sul territorio italiano e anche diminuire i morti in mare. Ma tutte le organizzazioni umanitarie riferiscono che i profughi respinti in LIBIA sono detenuti
in veri e propri campi di concentramento, molte volte privati di cibo ed acqua e a volte soggetti a tortura fisica e morale. Infatti è noto come in quella parte della Libia il controllo politico-militare sia esercitato da molteplici milizie locali formate su basi etnico-tribali che non danno garanzie sul piano dei diritti umani e del rispetto della dignità delle persone.

La costituzione ITALIANA vieta espressamente la possibilità di mandare delle persone in un paese dove non siano garantiti i diritti umani. Il governo a guida PD non dovrebbe rendersi partecipe di queste azioni. La strada da percorrere è un coinvolgimento dell'Europa, che deve farsi carico della distribuzione paritaria dei profughi sul proprio territorio, impedire di erigere muri ai confini dei singoli Stati, instaurare misure economiche che favoriscano gli stati membri UE a promuovere una maggiore integrazione sociale.
Inoltre, chi sta al governo non deve svendere i nostri principi costituzionali per una manciata di voti.

Distinti saluti.
Antonio Pasero

rg

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