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Politica | 19 agosto 2017, 10:30

#controcorrente: gli attentanti devastanti di matrice islamica devono farci sentire sempre di più europei

Non per alzare muri, ma per combattere i terroristi con fermezza e far cadere gli steccati che ancora, troppo spesso, ci allontanano dalle altre culture e religioni

#controcorrente: gli attentanti devastanti di matrice islamica devono farci sentire sempre di più europei

Attentati devastanti messi in atto dall’Isis. Siamo stati tutti francesi nell’esprimere la nostra solidarietà ai “cugini” d’Oltralpe per il massacro di Nizza del luglio 2016. Lo eravamo già stati dopo quelli alla redazione del giornale satirico “Charlie Hebdo” e nel locale “Bataclan” ed eravamo stati belgi per la strage di Bruxelles. Poi siamo stati inglesi per la pazzìa omicida scatenata a Manchester e Londra e tedeschi per quella di Berlino. E ancora svedesi in seguito all’incursione terroristica di Stoccolma. Adesso ci sentiamo tutti spagnoli per il sangue innocente versato sulla Rambla di Barcellona e il tentativo di attacco nella città di Cambrils. Così come ci sentiamo finlandesi per l’assalto a coltellate di un aggressore jihadista a Torku. L’Italia, in questi anni, è rimasta fuori dalla folle mattanza, ma non bisogna abbassare la guardia perché la “disattenzione uccide”.

E allora c’è un’unica strada per tamponare l’escalation violenta di matrice islamica e il suo colpire in modo improvviso, alla cieca, con l’unico obiettivo di seminare morte, distruzione e panico. Bisogna sentirsi tutti europei, nonostante qualche Stato, proprio come la Gran Bretagna già ferita più volte dal terrorismo fanatico, abbia scelto di stare fuori dall’Unione. Mai come ora servono politiche comuni e condivise di collaborazione tra servizi segreti e apparati di sicurezza. Senza dimenticare una seria politica di accoglienza dei profughi e dei rifugiati, perché più l’Europa si chiude e alza barriere più fa il gioco del Califfato. A sparare, infatti, non sono i disperati che raggiungono le nostre coste sui barconi ma le seconde e le terze generazioni di migranti, in apparenza integrati nella società occidentale. E le comunità musulmane del Vecchio Continente adesso hanno il dovere di condannare in modo deciso gli attentati di quanti si autodefiniscono i “veri” portatori della loro stessa religione: ma facendolo uccidendo nel mucchio per scatenare la reazione e incutere rabbia e paura. Certo dobbiamo bloccare i terroristi con fermezza, però, sull’altro fronte, pur nel dolore per le vittime provocate dal terrorismo, occorre continuare la vita di tutti i giorni e abbattere i muri che ancora, troppo spesso, ci allontanano dalle altre culture e religioni.     

 

#controcorrente

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