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Agricoltura | 17 ottobre 2017, 13:45

#CastagnoPiemonte: alla Fiera del Marrone è stato lanciato il progetto per il rilancio della castanicoltura

Lido Riba: "Lavoriamo per aumentare questo numero, puntando sulla filiera completa in modo da creare valore aggiunto economico e occupazionale"

#CastagnoPiemonte: alla Fiera del Marrone è stato lanciato il progetto per il rilancio della castanicoltura

#CastagnoPiemonte sono 200mila ettari di potenziale filiera del frutto, del legno, dei servizi ecosistemici che i castagneti mettono a disposizione del territorio e delle comunità. Filiera economica e agricola, artigianale e ambientale, ma anche sociale e antropologica, visto il valore che il castagno storicamente ha avuto per le Alpi e per gli Appennini. 

La Fiera del Marrone di Cuneo ha rilanciato il ruolo della filiera del castagno, grazie al lavoro che in particolare sta svolgendo il Centro regionale di Castanicoltura, voluto dalla Regione Piemonte, nel quale converge l'impegno di Ipla, Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Torino, Uncem, Unioni montane di Comuni, Associazione Città del Castagno, insieme alle imprese della filiera.

"Dopo la crisi legata al cinipide, la produzione di castagne aumenta - spiegano Gabriele Beccaro e Gabriella Mellano, docenti all'Università di Torino del Disafa - . Vi è però la necessità di un piano integrato che stiamo allestendo con la Regione Piemonte, grazie all'impegno degli assessori alla Montagna Valmaggia e all'Agricoltura Ferrero, d'intesa con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il Viceministro Andrea Olivero, in un convegno a Cuneo nei giorni scorsi, ha confermato il massimo supporto del Mipaaf. Molto positivo per la filiera è il lavoro che stiamo facendo con Alberto Manzo, alla guida della Direzione Generale Promozione Qualità Agroalimentare del Ministero. La strada è quella giusta e deve coinvolgere attori privati e pubblici."

In Piemonte, il castagno, che si estende su 200mila ettari, di cui solo 10mila "gestiti" e destinati alla produzione del frutto: "Lavoriamo per aumentare questo numero, puntando sulla filiera completa in modo da creare valore aggiunto economico e occupazionale. Non solo raccolta e vendita diretta, ma raccolta, trasformazione e vendita, con investimenti a supporto delle imprese anche delle Unioni montane di Comuni", aggiunge Lido Riba, presidente Uncem.

Lo sanno bene i vivaisti Guido Bassi, Paolo Viale e Carlo Lazzerini con il castanicoltore Roberto Ansaldi che con i colleghi chiedono alle istituzioni di intervenire per arginare strutturalmente il problema della siccità, primo rischio per la buona produzione del frutto, con micro-invasi nelle vallate. Altro tema chiave che #CastagnoPiemonte mette sul tavolo è quello della frammentazione fondiaria, superabile attuando la legge regionale sull'associazionismo e anche con una nuova legge nazionale sulla ricomposizione.

"Il bosco vede connessi impegni ambientali, paesaggistici e produttivi - evidenzia il viceministro Olivero - che non possono essere affrontati con finalità di sviluppo settoriali, ma che sono elementi strettamente interconnessi. Oggi occorre produrre bene, altrimenti l'agricoltura si trasforma in un disastro economico e sociale. La castagna ha un grande valore perché ha storia, cultura, tradizione ben definite. Nelle prossime settimane uscirà il Piano forestale nazionale il cui obiettivo è di cambiare il modello di governo di questo immenso patrimonio, passando da una logica conservativa-museale a quella gestionale dinamica e attiva."

c.s.

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