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Attualità | 18 ottobre 2017, 11:45

Uscita da scuola dei ragazzini delle medie? I dirigenti del cuneese: "Chiediamo una norma chiara, non possiamo dipendere dalle sentenze dei giudici"

Abbandono di minori o autonomia dei ragazzi? Anche le scuole della Granda si stanno confrontando sul tema, dopo la sentenza della Cassazione che ha condannato la scuola e il Miur per la morte di uno studente

Uscita da scuola dei ragazzini delle medie? I dirigenti del cuneese: "Chiediamo una norma chiara, non possiamo dipendere dalle sentenze dei giudici"

Anche il mondo della scuola cuneese è in subbuglio per la sentenza della Cassazione che, lo scorso aprile, ha condannato un istituto e il Miur per la morte di uno studente rimasto incastrato tra le porte dello scuolabus e poi travolto dal mezzo stesso al termine delle lezioni.

Un caso specifico, ma dalla portata enorme, visto che si stanno mobilitando genitori, docenti e dirigenti in tutta Italia. Ne abbiamo parlato proprio con alcuni dirigenti del cuneese, Bianca Maria Anigello dell'Istituto comprensivo di Borgo San Giuseppe e di Boves, e con Paolo Cattero, dirigente di Corso Soleri e del Comprensivo di Robilante. Sul tema è intervenuta anche Daniela Calandri, dirigente del comprensivo A di Fossano. 

E' proprio la Calandri a specificare: "Il codice penale prevede il divieto di abbandono di minori, quello civile prevede che tale abbandono sia entro i 14 anni. Dirigenti e insegnanti sono divisi tra le esigenze delle famiglie, dei ragazzi, perché siano indipendenti e autonomi, e da quanto previsto dalla normativa. Siamo consapevoli di essere in una posizione delicata. Per quanto riguarda le scuole primarie gli alunni non possono andare a casa da soli, alle medie non è mai stato un problema. Ci siamo confrontate con alcune colleghe e abbiamo richiesto che se ne parli in conferenza di servizi con il Provveditore agli studi di Cuneo".

Interviene la Anigello: "La sentenza è su un fatto specifico. Ma apre ad un ventaglio di domande. Vogliamo dei "bamboccioni"? O è giusto che, nell'età delle medie, si insegni ai ragazzini ad essere autonomi e indipendenti? Parliamo di realtà di paese, dove gli alunni il più delle volte abitano nei pressi delle scuole".

Il codice civile lo dice da sempre: sotto i 14 anni lasciare un ragazzo incustodito prefigura l'abbandono di minori. E', però, consuetudine abbastanza consolidata che i ragazzini delle medie tornino a casa da soli. "La sentenza parla di un ragazzino che prendeva lo scuolabus, per cui, in quel contesto, la scuola era effettivamente responsabile. Ma nulla si dice sui ragazzini che tornano a casa a piedi o in bici. Questione spinosa e complessa, dunque, sulla quale ci stiamo confrontando. Per quanto mi riguarda, in attesa di ulteriori sviluppi o indicazioni ministeriali, nei due istituti che dirigo ho aumentato la vigilanza su quegli studenti che prendono i pullmini"

Dello stesso avviso Cattero: "Si sta discutendo molto di questa sentenza. Ma non è la prima. Ce ne sono state altre, tutte di condanna quando gli episodi hanno riguardato gli alunni delle elementari. Non c'era mai stata condanna per incidenti che hanno coinvolto ragazzini delle medie. Il punto? Che siamo nelle mani dei giudici e della loro specifica sensibilità o opinione sul tema. Serve una norma che stabilisca in modo oggettivo le competenze e responsabilità delle scuole e delle famiglie. Se c'è una norma, ci piaccia o meno, ci si adegua o si lavora per cambiarla, in nome dell'autonomia dei ragazzi. Diversamente, ci ritroviamo nella situazione attuale, con genitori sul piede di guerra, petizioni e grande confusione".

Nel frattempo, la petizione ha raccolto già più di 8000 firme: "Chiediamo che la legge specifichi che non si considera mai abbandono di minore la normale attività autonoma dei bambini e dei ragazzi (come l'andare e tornare a scuola da soli, il giocare nei parchi pubblici o nei cortili senza sorveglianti, lo spostarsi in quartiere o in paese in autonomia), e che nessun genitore, insegnante, educatore o preside possa essere considerato responsabile di abbandono in queste condizioni.

Non vogliamo crescere una generazione di bamboccioni! E una città fatta di auto, scorte e paure. In tanti paesi del mondo i bambini si spostano in autonomia e non ci sono evidenze di maggiori rischi".

L'argomento è di quelli destinati a far discutere ancora e a lungo. Un confronto che chiama in causa non solo le responsabilità di scuole e famiglie, ma che riguarda i ragazzi in una fase importante della loro crescita. Insomma, si sta parlando di modelli educativi e le risposte, su questo, non sono mai facili e univoche.

 

Barbara Simonelli

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