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Agricoltura | 21 ottobre 2017, 09:54

Inquinamento dell’aria, misure restrittive anche per il settore agricolo

Confagricoltura sollecita la Regione a intervenire sui Comuni per favorire una corretta applicazione dei provvedimenti anti-smog

Inquinamento dell’aria, misure restrittive anche per il settore agricolo

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha scritto una lettera all’assessore regionale all’Ambiente Alberto Valmaggia per chiedergli di sensibilizzare le amministrazioni comunali in merito al piano anti-smog, affinché ci sia un’applicazione corretta dei provvedimenti “vigilando sul rispetto delle norme esistenti, piuttosto che assumere provvedimenti di divieto assoluto che genererebbero inevitabilmente situazioni di rischio ambientale”.

L’aumento dei livelli d’inquinamento atmosferico che si sta registrando in questi giorni nella nostra regione ha determinato, o determinerà a breve, una serie di misure restrittive che riguardano anche il settore agricolo.

Infatti, nel Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) è previsto che al superamento per sette giorni consecutivi del livello soglia di polveri sottili vengano attivati il divieto di spandimento libero dei liquami (entro un raggio di 20 km dai Comuni interessati) e il divieto di bruciare residui vegetali in campo.

La misura relativa agli spandimenti però, se applicata dalle amministrazioni comunali senza istruzioni precise da parte della Regione - chiarisce Confagricoltura -  rischia di mettere in serie difficoltà le aziende agricole, che devono necessariamente effettuare l’applicazione al terreno dei reflui zootecnici prima della pausa dovuta al divieto assoluto di spandimento nel periodo invernale.

Questo perché, anche se il “piano anti-smog” vieta unicamente lo spandimento libero dei liquami, quello effettuato cioè senza interramento, parrebbe che alcune amministrazioni comunali si stiano orientando verso un divieto assoluto, che causerebbe verosimilmente nei prossimi mesi, dato il notevole anticipo rispetto al blocco invernale, il superamento delle capacità di stoccaggio delle aziende, con fortissimi rischi di tracimazione delle vasche e conseguenti danni all’ambiente.

D’altro canto – chiarisce Confagricoltura - l’applicazione al terreno degli effluenti zootecnici è già normata in maniera precisa dall’art. 13 del Reg. 10/R, che prevede l’incorporazione al terreno dei reflui simultanea o entro il giorno successivo alla distribuzione in campo, proprio per abbattere le perdite di ammoniaca per volatilizzazione. Per quanto riguarda il divieto di bruciare residui vegetali in campo, Confagricoltura ha chiesto alla Regione di far presente alle amministrazioni comunali che i materiali vegetali quali paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo e forestale naturale non pericoloso, sono classificabili come sottoprodotti anziché rifiuti e, pertanto, è possibile la loro conservazione in campo fino a che non vi siano le condizioni adatte per la bruciatura.

c.s.

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