Sulle confezioni di riso arriva l’indicazione “classico” solo nel caso in cui sia presente una delle varietà nazionali tradizionali in purezza (Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano e S.Andrea) e a condizione che sia garantita la tracciabilità varietale. Queste varietà di riso vengono infatti commercializzate in Italia miscelate anche ad altre appartenenti alla stessa classe merceologica, basata sulla lunghezza e larghezza, per ragioni di mercato industriale e risultava quindi fino ad ora non facile poter ottenere una confezione in purezza con solo riso Carnaroli, Arborio, Roma o Baldo, Ribe, Vialone Nano o S.Andrea.
L’annuncio durante l’evento “Il riso è tutto uguale? Ma che riso è?” coorganizzato dalla Coutenza Canali Cavour, da Coldiretti Piemonte, dalla Società geografica italiana e da Anbi.
Nell’ambito del 150° anniversario del Canale Cavour, con i sommelier del riso di AcquaVerdeRiso è stata l’occasione per scoprire le varie tipologie di riso Made in Italy, oltre ai suoi profumi e colori. A far scoprire il sapore, invece, le agrichef di Campagna Amica, Stefania Grandinetti e Giovanna Soligo, che durante lo show coking hanno preparato due diverse e gustose ricette con il riso Venere e l’Apollo.
“Con la pubblicazione in Gazzetta della nuova riforma del mercato interno del riso, che prevede l’adeguamento completo entro il 7 dicembre 2017, si aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 e i consumatori – sottolinea il presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo Paolo Dellarole - avranno finalmente l'opportunità di scegliere la qualità e la tipicità delle varietà più tradizionali in purezza a sostegno delle coltivazioni nazionali messe sotto assedio dalle importazioni incontrollate. Nel primo semestre del 2017, la metà del riso importato è arrivato, infatti, dall’Asia con un aumento del 12% delle importazioni dall’India che è il principale esportatore asiatico di riso in Italia seguito da Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania, che è diventata uno dei principali fornitori dell’Italia.”
“A febbraio 2018 ci sarà un altro importante momento: l’entrata in vigore del decreto interministeriale che fissa l’obbligo di etichettatura d’origine per il riso italiano – ricordano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – . Un risultato raggiunto grazie ad una battaglia portata avanti dalla nostra Organizzaizone che mette fine all’inganno del riso importato e spacciato per Made in Italy e che va incontro al consumatore che sarà libero di scegliere tra la qualità, la tipicità e la sostenibilità del prodotto nazionale e quello di importazione. Con una superficie complessiva di oltre 116 mila ettari, 1.100 aziende ed una produzione di 8 milioni di quintali il Piemonte è la realtà risicola italiana più importante che dobbiamo salvaguardare creando proficui accordi di filiera che possano davvero valorizzare il prodotto, oltre che il lavoro degli imprenditori risicoli e dare un impulso concreto all’economia del territorio. D’altronde il riso è il cereale più consumato al mondo e, a livello nazionale,ha fatto registrare un aumento degli acquisti familiari nel primo semestre del 2017 essendo molto versatile nelle preparazioni: da primo piatto a piatto unico, da caldo a freddo, da tavola a take away.”