Attualità - 17 novembre 2017, 17:33

La qualità della mensa in carcere a Saluzzo è scadente, tre donne rischiano il posto: "Non sono colpevoli dei disservizi denunciati"

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nota sindacale interna della Casa Circondariale dello scorso 27 ottobre che sanciva: “L’astensione immediata della mensa ordinaria di servizio in attesa che la ditta Dussman Service prenda provvedimenti a seguito delle numerose rimostranze degli ultimi giorni

La qualità della mensa in carcere a Saluzzo è scadente, tre donne rischiano il posto: "Non sono colpevoli dei disservizi denunciati"

Sono tre le donne dipendenti della Dussman Service – società che possiede l’appalto per il servizio mensa nel carcere di Saluzzo come in altre case circondariali della provincia -  il cui posto di lavoro sarebbe a rischio secondo quanto riportato dalla Uiltucs.  

Si tratta di due addette mensa (impiegate nell’istituto carcerario saluzzese da circa 12 anni) e una cuoca (da 6 anni) che quotidianamente danno da mangiare a una media di 120 fruitori del servizio. Molte le lamentele degli addetti al lavoro nel carcere che nei mesi scorsi hanno denunciato la scarsa qualità del servizio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nota sindacale interna della Casa Circondariale dello scorso 27 ottobre che sanciva: “L’astensione immediata della mensa ordinaria di servizio in attesa che la ditta Dussman Service prenda provvedimenti a seguito delle numerose rimostranze degli ultimi giorni.”

Nella nota siglata da Sappe, Osapp, Fns Cisl, Uilpa, Cnpp e Fp Cgil  si leggono le rimostranze presentate alla società appaltatrice: “Frutta e insalata non lavata, qualità pasta pessima, quantità insufficienti, contorni cotti immangiabili, olio d’oliva di ultima scelta e piatti freddi serviti in quantità esigue.” Evidenziando come “Una parte del personale di Polizia Penitenziaria da mesi non consuma il pasto della mensa preferisce portarsi pranzo e cena da casa.”

Una situazione che ha portato la Dussman a prendere provvedimenti: “Le tre lavoratrici” – spiega il segretario della Uiltucs Salvatore Bove“rischiano di essere licenziate nei prossimi giorni dalla Direzione Dussmann, in quanto verrebbe loro proposto un trasferimento che non sono in grado di sostenere sia per la distanza eccessiva della nuova sede di lavoro, sia per i costi di trasporto. Le nostre assistite sono state poste in ferie e sostituite nella loro attività ordinaria da altre persone che, a quanto ci risulta, sarebbero state inviate da Agenzie di lavoro interinale.”

Alle tre sarebbe stato infatti proposto un trasferimento a Venaria e in altre case circondariali del torinese a fronte di un contratto di lavoro che prevede un impiego settimanale di poche ore.

“Queste dipendenti” – continua Bove – “sono, indubbiamente, capri espiatori che stanno pagando le conseguenze di precise scelte aziendali e politiche Ministeriali. E' risaputo che gli appalti di ristorazione riguardanti le Case Circondariali sono sempre meno proficui e gestibili, tanto è vero che gli avvicendamenti tra le aziende in questo settore sono all'ordine del giorno, causa le note politiche di ‘contenimento dei costi’ adottate dal Ministero competente." 

"Le aziende che riescono ancora a gareggiare sono quelle che, come ha fatto  la Dussmann Service in questa occasione, acquisiscono gli appalti operando consistenti "tagli" sul costo del lavoro. Le lavoratrici dell'appalto mensa della Casa Circondariale di Saluzzo hanno dovuto accettare, per poter mantenere il proprio posto di lavoro, un taglio delle ore settimanali di circa il 30% rispetto a quelle concordate con la  precedente gestione."

“A queste condizioni” – si chiede Bove – “come si può ragionevolmente pensare che venga garantito un servizio mensa adeguato? Le rimostranze non avrebbero dovuto coinvolgere queste lavoratrici, che si sono sempre attenute alle disposizioni aziendali. La protesta , ha avuto l'effetto di umiliare e danneggiare tre lavoratrici, che non sono certamente colpevoli dei disservizi denunciati”

“Chiediamo” – conclude il segretario Generale della Uiltucs – “ai lavoratori e alle sigle sindacali che li rappresentano di esprimere la propria solidarietà alle tre donne presentando, se opportuno, una raccolta firme finalizzata al reintegro.”

Daniele Caponnetto

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