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Saluzzese | 12 dicembre 2017, 16:15

“Individuate le risorse” per gli interventi sugli ospedali di Fossano, Saluzzo e Savigliano: lavori per 53,7 milioni di euro

L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta riferisce a Palazzo Lascaris sulla tematica: “Dopo molti anni – spiega - finalmente la Regione Piemonte torna a investire sull'edilizia sanitaria”

Da sinistra, il Dg della Cn1 Magni e l'assessore regionale Saitta

Da sinistra, il Dg della Cn1 Magni e l'assessore regionale Saitta

Via libera agli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza degli ospedali di Fossano, Saluzzo e Savigliano.

Dopo averlo annunciato con fermezza durante l’incontro con gli Amministratori pubblici del territorio – svoltosi a Saluzzo il 4 dicembre – l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta ha riferito quest’oggi a Palazzo Lascaris sulla tematica.

La Regione Piemonte è quindi pronta ad investire complessivamente un miliardo e mezzo di euro, di cui 53,7 milioni sui presidi dell’asse Fossano-Saluzzo-Savigliano.

Sono state individuate le risorse – spiegano da Palazzo Lascaris - per gli ospedali unici dell'Asl To5 e del Vco, per completare Verduno e Valle Belbo e per potenziare Fossano, Saluzzo e Savigliano”.

La delibera in materia di “Piano di edilizia sanitaria” approderà nei prossimi giorni sui tavoli del Consiglio regionale, dove verrà illustrato dall’assessore Saitta.

Dopo molti anni – spiega l’assessore - finalmente la Regione Piemonte torna a investire sull'edilizia sanitaria, con, tra gli altri, il potenziamento dei presidi di Fossano, Saluzzo e Savigliano”.

La Giunta regionale del governatore Sergio Chiamparino ha quindi avallato il “programma di investimenti” previsto dal Piano direttorio del Dg dell'Asl Cn1 Francesco Magni (sul quale si era espresso anche l’Istituto di ricerca economica sociale).

Nel 2018 – aggiunge Saitta - a completamento delle risorse dell'Asl, la Regione metterà a disposizione 10 milioni di euro.

È l'unica soluzione che ci può consentire di far partire realmente i lavori. Da molti anni, ormai, non vengono finanziate a livello nazionale leggi che stanziano risorse sull'edilizia sanitaria.

È necessario dunque trovare formule differenti, che non contemplino solo il contributo pubblico, ricordando comunque che al privato non spetterà in nessun caso la gestione della parte sanitaria”.

Nicolò Bertola

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