Solo ora che il fenomeno si sta intensificando con le baby gang che accoltellano, picchiano o uccidono per noia, semplice divertimento o per rubare uno smartphone, ci accorgiamo della crisi educativa che c'è nella nostra società. Un tempo la famiglia era la prima cellula educativa nella nostra società, i genitori prima di tutto, poi la scuola e l'oratorio della Parrocchia.
Oggi la famiglia è quasi ridicolizzata dai mass media, non "tira più", è meglio parlare di famiglie allargate e/o con genitori dello stesso sesso, fa più audience: i genitori non hanno più tempo, non seguono più i figli, ma se arriva una nota sul diario, corrono a scuola per giustificarli, a prescindere. Gli oratori parrocchiali sono vuoti perchè i genitori non li educano più ai valori , alla fede ed alla tradizione e così si crea un mondo di solitudine. Senza valori, senza ideali, non si sogna più e ci si abbandona alla noia ed al relativismo.
Ricordo che un tempo, quando un caso di bullismo in una scuola di Torino aveva fatto audience e il Governo avendo i riflettori puntati, fece la cosa più banale, istituendo l'Osservatorio per il Bullismo presso ogni Provveditorato, i quali durarono poco più di qualche mese, perchè quando l'opinione pubblica non ne parlò più, li chiusero ed i soldi per il loro funzionamento, furono nuovamente incamerati dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Ora, in campagna elettorale, se la giocano a chi la spara più grossa, ma delle famiglie, dell'emergenza educativa, non ne parla più nessuno, neppure quanti si dichiarano cattolici e sono in Parlamento ad agire secondo coscienza.
Si è parlato molto di Ius soli che fa tendenza, ma delle baby gang che accoltellano i propri simili e delle violenze famigliari con donne maltrattate, picchiate ed alle volte uccise dal "suo uomo", si è manifestato un assordante silenzio da parte di tutti.
Giorgio Groppo
Sommariva del Bosco