Al Direttore - 17 gennaio 2018, 13:04

Ancora sulle farmacie, le aperture e le code: su questo tema cosa ne pensano i candidati del territorio?

Riceviamo e pubblichiamo

Ancora sulle farmacie, le aperture e le code: su questo tema cosa ne pensano i candidati del territorio?

Dagli atri muscosi…

Essendomene per molto tempo occupato da amministratore comunale ed avendo espresso una recente opinione sul fatto che a Cuneo nel giorno di Santo Stefano vi era una sola farmacia aperta con conseguenti code sotto i portici per entrarvi, ho letto con interesse l’intervento dell’amico Silvano Dovetta, sindaco di Venasca, che sottolineava analoghi disagi nelle valli ma più recentemente colpiscono alcuni passaggi della missiva inviata a questa testata da Massimo Mana, Presidente dei titolari di farmacia della provincia di Cuneo, titolare della farmacia di Rocca De Baldi e se non erro anche AD di Unifarma distribuzione, cito testualmente “*Da anni nella nostra piccola comunità (Asl cn 1) è invalsa l’abitudine di dispensare farmaci in dimissioni ospedaliere, dopo visita specialistica e anche di servire le case di riposo direttamente, togliendo ad una piccola farmacia di Paese (di montagna oppure no) la linfa vitale per poter continuare a dare un buon servizio” * e ancora “*Oggi la tendenza dell’Amministrato repubblico Regione e Asl è quella di abbattere costi, distruggendo il territorio.”

*Andiamo per ordine: definire  l’ASL cn 1 (che è bene rammentare è frutto dell’incorporazione di ben 3 ex asl ovvero Cuneo, Mondovi Ceva e Saluzzo Savigliano) appare decisamente paradossale, vuoi in riferimento al territorio sia in termini di utenza, quanto al fatto della dispensa di farmaci in occasione di dimissioni ospedaliere non solo non se ne comprendono, per dirla con i bugiardini, le controindicazioni ma anzi siccome, sino a prova contraria, il servizio sanitario è pubblico e dovrebbe essere anche gratuito essendo finanziato con la fiscalità generale tale prassi non può che risultare doverosa.

Venendo poi alle valutazioni sulla Regione Piemonte e Asl che abbattendo i costi distruggerebbero il territorio si scende in stime politiche che seppur rispettabili non riusciamo a comprendere nella loro accezione sociale, per una semplicissima ragione e cioè che le maggiori spese ricadono sempre sui cittadini i quali in quanto a ticket paiono già abbondantemente tartassati.

Vero: siamo una comunità di valligiani, di piccoli comuni fortunatamente ancora popolati ed anche turisticamente frequentati ed è proprio per questo che occorre assicurare i servizi pubblici essenziali coniugandoli non solo al profitto ma nel caso di specie anche al concetto Ippocratico, altrimenti parremmo usciti dagli atri muscosi dell’Adelchi di Manzoniana memoria e non ci pare il caso.

Conclusione: stiamo per scegliere i nuovi parlamentari della nostra provincia siccome si parla spesso di territorio questo è un tema circa il quale varrebbe la pena conoscere l’opinione dei prossimi candidati.

Piercarlo Malvolti

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