/ 

In Breve

| 10 febbraio 2018, 14:30

Quando si può parlare di terrorismo? - Polytechnique

Ogni evento di questo tipo, a prescindere dalla matrice e dalla natura e dalle ragioni (assurde) che lo caratterizzano, è assimilabile a un attacco di tipo terroristico: in tanti l'hanno detto ma purtroppo in altrettanti hanno negato, o glissato

Quando si può parlare di terrorismo? - Polytechnique

"Polytechinque" è un film del 2009 di produzione canadese scritto da Jacques Davidts, Denise Villeneuve ed Eric Leca, e diretto dallo stesso Villeneuve.

La pellicola si rifà, e illustra, gli eventi che hanno portato al celebre e terribile massacro del Politecnico di Montréal, quando lo studente venticinquenne Marc Lépin si tolse la vita dopo aver ucciso a sangue freddo ben quattordici studentesse. Quasi un documentario, che si sofferma sul dipingere apparentemente senza romanzarla, la psicologia deviata di un assassino psicopatico.

"Anche se i media mi attribuiranno la qualifica di ‘Folle Omicida’, io mi considero una persona razionale ed erudita, che solo la Morte ha costretto a intraprendere atti estremi."

Frase pazzesca, no? Alzi la mano chi sa da dove viene. Immagino (non senza un po' di presunzione, e mi dispiace) che siano poche, quindi mi trovo costretto ad aiutarvi: viene dalla conclusione di una ben poco sconclusionata lettera scritta nel 1989 da uno studente canadese di nome Marc Lépin, passato tragicamente alla storia per aver ucciso, nel dicembre di quell'anno, quattordici compagne studentesse in uno degli eventi di cronaca più terribili dell'epoca.

E forse non ce ne rendiamo conto, un po' perché vivere le cose "da dentro" fa questo effetto e un po' perché di fatti gravi di cronaca ne succedono recentemente ben più che rispetto agli anni '80 (o almeno questa è l'impressione), ma ciò che è successo a Macerata è un altro esempio del genere. L'orribile risultato dello scoppio di violenza di una creatura profondamente disturbata.

Ma fatti di questo tipo possono davvero essere ridotti a una definizione così semplicistica? Al termine della visione di "Polytechnique" parrebbe proprio di no.

Il film, terzo nella filmografia del regista canadese autore anche dello splendido "Enemy" e più recentemente del già cult "Blade Runner 2049", lascia davvero di stucco. Non soltanto per la cruda rappresentazione del reale momento del massacro, ma soprattuto per la umida e sporchissima discesa all'interno della psiche di Lépin, viaggio che riesce in ogni caso a non riabilitarlo o giustificarlo in alcun modo ma a permetterci solamente di comprendere il suo punto di vista del tutto deviato.

E nell'analisi del suo punto di vista non può mancare quella del contesto in cui esso si è generato, elemento davvero fondamentale.

E' ormai dato per assodato che le condizioni socio-culturali in cui si cresce (o in cui si vive per un periodo prolungato di tempo) siano fondamentali nella definizione psicologica di un qualunque individuo. E gli anni '80-90, patria della seconda e della terza ondata femminista, devono essere stati un momento fortemente destabilizzante per qualunque essere vivente maschio, così come questi anni '10 del XXI° secolo non lo sono per chiunque abbia creduto all'idea che una crisi economica potesse non stravolgere mai più il mondo.

Ogni evento di questo tipo, a prescindere dalla matrice e dalla natura e dalle ragioni (assurde) che lo caratterizzano, è assimilabile a un attacco di tipo terroristico: in tanti l'hanno detto ma purtroppo in altrettanti hanno negato, o glissato. Ma la realtà dei fatti è questa, quella di un mondo in cui si guarda al dito, invece che alla gigantesca astronava piena zeppa di alieni intenzionati a distruggere il pianeta.

s.g.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium